Texas

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Come descrivere il Texas in poche parole? È uno degli stati americani più grandi (secondo solo all’Alaska), patria di cowboy e rodei per antonomasia, ricco di giacimenti di petrolio, casa della NASA e patria (insieme al Tennessee) della musica Country. Questo, e molto altro, vi aspetta nel Lone Star State.

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Texas (USA): informazioni sullo Stato

Il Texas in breve...
  • Coordinate: 31°N 99°W
  • Estensione: 695.662 km2
  • Popolazione: 29.145.505
  • Densità: 42,9/km2
  • Nome degli abitanti: Texani
  • Lingua ufficiale e lingue parlate: le lingue più parlate sono l’inglese (64,9% della popolazione) e lo spagnolo (28,8% della popolazione), mentre il 6,3% della popolazione parla altre lingue
  • Fuso orario: la quasi totalità del Texas rientra nella Central Time Zone e quindi segue il fuso orario UTC-6 (in estate UTC-5 per via dell’ora legale). Fa invece eccezione l’estremità occidentale dello stato, dove le contee di El Paso e di Hudspeth seguono la Mountain Time Zone, quindi UTC-7 (in estate UTC-6). Considerando che l’Italia si trova a UTC+1, il Texas è 7 ore indietro e 6 ore indietro nella punta occidentale
  • Data di annessione agli Stati Uniti: 29 dicembre 1845
  • Soprannome: The Lone Star State
  • Origine del Nome: dalla parola in lingua Caddo “Táyshaʼ”, che significa “amico”
  • Motto: Friendship

Etimologia del nome, motto, soprannome

Il nome Texas è un’evoluzione della parola Táyshaʼ, che nella lingua nativa Caddo significa “Amico”. Gli spagnoli, durante il dominio sull’area, adattarono questa parola inserendola nei nomi di alcuni località e poi nel nome della provincia: Provincia de los Tejas. Con l’impero del Messico è diventata Provincia de Texas.

Il motto dello stato, Friendship (Amicizia), è stato scelto proprio per il significato del nome dello stato.

Il Texas è soprannominato The Lone Star State (Lo stato della stessa solitaria). Lo si deve alla sua bandiera, su cui svetta una stella, e al senso di orgoglio dei texani che per dieci anni hanno avuto una repubblica indipendente (tra quando il Texas era una provincia messicana e quando è entrato negli USA).

Geografia

Situato all’estremità centro-meridionale degli Stati Uniti, nella regione degli Stati del Sud, il Texas è il principale fra gli stati che confinano con il Messico, con cui condivide anche un’importante eredità culturale. A separarlo dal Messico è il corso del Rio Grande, il quarto fiume più lungo del Nord America dopo Missouri, Mississippi e Yukon. Il territorio del Texas costituisce la parte più meridionale delle Grandi Pianure, che terminano con la Sierra Madre Occidentale del Messico. Nella sua parte più occidentale, il Texas confina con la regione della West Coast e anche storicamente è stato un importante luogo di transizione verso ovest.

Estensione e regioni che caratterizzano il Texas

Il Texas ha un’estensione di 695.662 km2 ed è il 2° stato USA per dimensioni dopo l’Alaska. È quindi anche il più vasto fra i 48 stati contigui. Il suo territorio oltre ad essere molto vasto è anche caratterizzato da una geologia molto diversificata, pertanto potrebbe essere suddiviso in innumerevoli regioni geografiche, ciascuna con le sue peculiarità. Per semplificare, lo si può suddividere in quattro macro aree principali. La più ampia è la Pianura costiera del Golfo, che si estende dal Golfo del Messico verso l’interno e si mostra con una superfice ondulata di dolci colline, coperte soprattutto da pini nell’area nord-orientale, che è infatti conosciuta come “Pine belt” e da praterie nelle zone più vicine al mare che sono infatti conosciute come “Coastal prairies”.

Tutta l’area centrale dello stato, che si estende fino all’estremità settentrionale, è invece la regione delle Grandi Pianure. Si tratta di un vasto altopiano pianeggiante con un’area collinare ad est. Nel nord-est dello stato troviamo invece le Pianure interne, incastonate tra la Pianura costiera e le Grandi Pianure e che sono caratterizzate da una superficie molto ondulata e da un’area di prateria molto estesa. Infine, nell’estremità occidentale dello stato troviamo la Basin and Range Province, un’area montuosa che circonda il bacino del fiume Colorado e che si rivela come l’unica area montuosa del Texas.

Caratteristiche del territorio

Il territorio del Texas in grande prevalenza pianeggiante, ma non si tratta di una pianura uniforme e tutta uguale a se stessa. La zona orientale è molto verdeggiante, ricca di foreste e aree naturali di pregio. La parte più occidentale e settentrionale è invece generalmente molto più secca, ma dedita all’agricoltura. La parte più arida e a tratti desertica è quella dell’estremità occidentale, dove si trovano anche le poche montagne dello stato. Lungo la costa si trovano diverse aree lagunari, separate dal mare aperto da una serie di lunghe isole barriera.

Monti, laghi e fiumi più importanti

Tutte le maggiori vette dello stato si trovano nelle Guadalupe Mountains. Il monte più alto dello stato è il Guadalupe Peak (2667 m), seguito dalla Bush Mountain (2631 m).

Il più grande lago naturale del Texas è il Lake Texoma (146 km2). Ci sono però tre bacini artificiali di dimensioni maggiori: Toledo Bend Reservoir (748,7 km2), Sam Rayburn Reservoir (463 km2) e Falcon International Reservoir (400 km2).

Il Rio Grande, che segna il confine tra il Texas e il Messico, è il quarto fiume più lungo del Nord America dopo Missouri, Mississippi e Yukon, pertanto è anche il maggiore tra i fiumi che toccano il Texas. Secondo per lunghezza è il Red River of the South, che segna buona parte del confine con l’Oklahoma e poi prosegue il suo corso verso sud-est in Louisiana, per immettersi nel Mississippi River. Tra i fiumi che scorrono all’interno dello stato, il maggiore è il Brazos River, che nasce nel centro nord dello stato e scorre verso sud-est fino a sfociare nel Golfo del Messico a sud di Houston.

Capitale e città principali

La capitale dello stato è Austin, che con i suoi 1.013.300 abitanti è anche la quarta città dello stato per popolazione. Le tre città più grandi sono Houston (2.366.000 abitanti), San Antonio (1.467.000 abitanti) e Dallas (1.336.500 abitanti). Quest’ultima però forma l’area metropolitana più grande dello stato insieme alla limitrofa Forth Worth (972.500 abitanti) e ai popolosi comuni circostanti come Arlington (403.000 abitanti). Nel nord-ovest del Texas è importante anche El Paso (690.000 abitanti).

Clima

Il Texas, per le sue vaste dimensioni e la sua posizione geografica, è soggetto a diverse zone climatiche. La parte più ampia dello stato, tutta l’area centro-orientale, ha un clima subtropicale umido. L’ovest è principalmente semi-arido (in particolare semi-arido freddo a nord e semi-arido caldo a sud-ovest lungo il confine messicano). Alcune aree dell’area più occidentale sono invece desertiche. Nelle aree montuose di questa zona sono anche frequenti le nevicate invernali. Le parti orientali dello stato sono colpite da frequenti temporali e questo è lo stato americano che registra il maggior numero di tornado. Dalla costa arrivano invece gli uragani: il peggiore che si ricordi è l’uragano di Galveston del 1900, che distrusse completamente questa città portuale uccidendo migliaia di persone (si stima fra 8.000 e 12.000). L’uragano Harvey del 2017 invece ha causato danni per 198,6 miliardi di dollari ed è stato classificato come l’uragano più costoso del mondo.

Le temperature medie variano a seconda della zona e sono generalmente più calde nel sud-est, ma l’area costiera è anche meno soggetta all’escursione termica stagionale grazie al Golfo del Messico che ha un’azione mitigatrice. A Houston si hanno minime di 24° e massime di 34° ad agosto, minime di 12° e massime di 17° a gennaio. A Dallas le estati sono più calde e gli inverni più freddi, con minime di 25° e massime di 36° in agosto e minime di 3° e massime di 16° in gennaio. Ancora maggiore l’escursione termica nel nord-ovest: a El Paso si hanno minime di 21° e massime di 33° in agosto, minime di 0° e massime di 14° in gennaio.

Fauna

Sebbene la parte più ampia del Texas appaia come un territorio abbastanza uniforme e nonostante ci siano aree aride e desertiche, la vastità di questo stato fa sì che ci siano oltre 800 habitat diversi e quindi molte specie animali differenti. Si contano ben 540 specie di uccelli, 142 specie di mammiferi e diversi altri animali fra rettili, anfibi e pesci.

Tra i mammiferi ci sono animali come orsi neri, puma, lupi, armadilli e diversi tipi di roditori. Ma una delle curiosità è che il Texas ospita 32 delle 47 specie di pipistrelli degli Stati Uniti. Tra i rettili, nelle aree umide vicino alla costa ci sono fra i 400.000 e i 500.000 alligatori (il Texas è lo stato USA che ne ospita di più dopo Louisiana e Florida), mentre nelle aree desertiche ci sono alcuni dei rettili più rari al mondo come il Texas Rat Snake (un serpente non velenoso) o alcune rare specie di lucertole. La grande varietà di uccelli rende il Texas uno degli stati migliori per il birdwatching: si varia dai trampolieri e altri uccelli acquatici (in particolare nel sud-est) ai rapaci e ai pappagalli come i parrocchetti verdi.

Storia

Il Texas è da sempre stato una terra di confine fra diverse culture. Se oggi qui si mescolano l’eredità ispano-messicana e la cultura statunitense, nel periodo precolombiano l’attuale Texas era un luogo di incontro fra tre sfere culturali distinte: la civiltà mesoamericana (nell’area meridionale), la cultura mississippiana nell’area orientale e gli Anasazi nell’area occidentale. L’esploratore spagnolo Alonso Álvarez de Pineda, con la sua spedizione del 1520, fu il primo europeo ad arrivare in Texas, mentre cercava un passaggio tra il Golfo del Messico e l’Asia. Fu anche il primo a mappare la costa settentrionale del Golfo del Messico, mentre il primo ad esplorare l’interno del Texas fu Álvar Núñez Cabeza de Vaca, uno dei pochi membri superstiti della spedizione Narváez (un grande viaggio di esplorazione e colonizzazione che si sviluppò tra Messico, Florida e isole caraibiche tra il 1528 e il 1535). Hernando de Soto compì un altro viaggio nel 1543, entrando in Texas da est e visitando i popoli Caddo.

Nonostante Alonso Álvarez de Pineda avesse rivendicato questa terra per la Spagna, venne poi ignorata per oltre 160 anni. Nel 1682 il francese René-Robert Cavelier, Sieur de La Salle, rivendicò tutta la valle del Mississippi per il Regno di Francia, convincendo poi il re Luigi XIV a fondare una colonia vicino al Mississippi (che avrebbe diviso la Florida Spagnola dalla Nuova Spagna). Il 1684 La Salle partì dalla Francia, ma sbagliò rotta e non riuscì a trovare la foce del Mississippi, finendo invece nella baia di Matagorda, dove fece erigere Fort Saint Louis (a monte dell’attuale Port Lavaca). Tentando poi di trovare il Mississippi muovendosi via terra, l’esploratore morì durante il viaggio. Alla fine del 1685 gli spagnoli scoprirono la colonia francese e nel 1689, dopo molte spedizioni, riuscirono a trovarla intenzionati a distruggerla: trovarono il forte in rovina, perché mesi prima i nativi Karankawa li avevano uccisi tutti (risparmiando solo 4 bambini) dopo che i francesi avevano rubato le loro canoe.

Nel marzo 1690, Alonso De León partì per stabilire una missione (San Francisco de los Tejas) e il 23 gennaio 1691 la Spagna nominò il primo governatore del Texas: il generale Domingo Terán de los Ríos. Le missioni fallirono perché i nativi rubavano i cavalli e non si convertivano al cristianesimo, così Terán e i suoi uomini lasciarono il Texas, seguiti poco dopo dai missionari che erano stati minacciati dai Caddo. Per vent’anni la Spagna ignorò questa terra. Nel 1711 il missionario francesco Francisco Hidalgo, non essendo stato preso in considerazione dalle autorità spagnole, si rivolse al governatore francese della Louisiana, il quale inviò dei rappresentanti. Le autorità spagnole, preoccupandosi, ordinarono di rioccupare il Texas per avere una terra cuscinetto fra la Nuova Spagna (attuale Messico) e la Louisiana francese. Iniziarono così a svilupparsi numerose missioni spagnole in Texas.

Nel corso del Settecento i missionari divennero amici di alcune tribù di nativi. Le tribù nemiche di queste ultime, però, si considerarono di conseguenza nemiche degli spagnoli, dando vita a scontri e distruzione di alcune missioni. Le alleanze istituite per la pace con una tribù generavano automaticamente l’inimicizia di altre tribù, dando vita ad una situazione caotica e di continue battaglie. Nel periodo della Rivoluzione americana, i Tejanos (gli abitanti dell’attuale Texas discendenti culturalmente dai messicani Tejas e Coahuila) aiutarono gli americani contro gli inglesi nella Florida occidentale.

Nel 1824, con l’indipendenza del Messico dalla Spagna, il Texas divenne parte della neonata nazione messicana. Questa situazione durò dodici anni: il 2 marzo 1836, in seguito alla Rivoluzione del Texas, questo stato si staccò dal Messico e divenne la Repubblica del Texas. Tra i primi cambiamenti, venne subito annullato il divieto messicano di schiavitù: si permise il possesso di schiavi e si vietò ai neri liberi di vivere nello stato. Negli anni successivi, la politica del Texas vedeva due fazioni distinte: i nazionalisti volevano un Texas indipendente, l’espulsione dei nativi americani dal proprio territorio e l’espansione del Texas verso l’Oceano Pacifico; i loro oppositori invece credevano nella convivenza pacifica con i nativi ed erano propensi all’annessione agli Stati Uniti. Inoltre, il Messico non aveva mai voluto riconoscere l’indipendenza del Texas e nel 1842 lanciò una vera e propria invasione, occupando San Antonio. Questa situazione non durò, ma creò anche tensioni interne fra le fazioni politiche.

Nel 1845 il Congresso degli Stati Uniti autorizzò l’annessione del Texas, che divenne il 28° stato dell’Unione. Il governo messicano, che aveva avvertito che l’annessione del Texas agli USA avrebbe significato una guerra, perché tutta l’area fra il Rio Grande e il Rio Nueces era contesa fra i due governi. Iniziò così la Guerra messicano-americana, che però vide combattersi sul suolo texano solo il Thornton Affair, l’episodio che scatenò il conflitto. Nella metà dell’Ottocento la popolazione del Texas crebbe notevolmente e si diversificò molto. Un incentivo rilevante erano le piantagioni di cotone nell’area orientale dello stato, che fornivano lavoro e opportunità economiche.

La seconda parte del 1800 vide la Guerra civile americana e nel 1861 il Texas si unì agli Stati Confederati d’America, separandosi dall’Unione. Qui si svolsero poche battaglie, ma fu uno stato fondamentale per i rifornimenti delle forze confederate nei primi due anni, fino alla presa del fiume Mississippi da parte degli Stati Uniti. Nel 1870 il Texas tornò nell’Unione e negli anni successivi molti neri liberi divennero uomini d’affari e acquisirono posizioni di leadership. Cruciale fu la nascita del Partito Repubblicano, costituito al 90% da afroamericani negli anni ’80 dell’Ottocento. In parallelo però si svilupparono i movimenti per la supremazia bianca, con atti di violenza razziale.

Con l’arrivo delle linee ferroviarie nel 1880, il bestiame poteva essere commercializzato con maggiore facilità. Ciò portò al passaggio di molti agricoltori dalla produzione del cotone all’allevamento di bovini, con la crescita di alcune città (prima fra tutte Dallas) come centri commerciali di rilievo. Nel 1901 venne approvata la poll tax: una tassa elettorale come requisito per il voto, che di fatto tolse il diritto elettorale a un terzo della popolazione (afroamericani, messicani e bianchi poveri). Nello stesso anno, venne fatta la prima perforazione petrolifera, dando il via ad una nuova spinta economica per lo stato.

Con la Seconda guerra mondiale, il Texas fu colpito in negativo: oltre 750.000 texani furono arruolati e nelle città vennero aperte fabbriche di munizioni e basi militari, che attrassero centinaia di migliaia di lavoratori, per lo più contadini che lasciarono i campi. Il Texas si trovò quindi con una carenza improvvisa di lavoratori agricoli e nel 1942 lanciò il Programma Bracero: un accordo che consentì a 117.000 braccianti messicani di venire a lavorare in Texas. Nel periodo fra il 1949 e il 1957 il Texas fu colpito da una grave siccità che distrusse i raccolti, uccise il bestiame e generò tempeste di sabbia. Ciò portò alla chiusura di quasi 100.000 fattorie e il trasferimento in città di buona parte della popolazione. Il Texas passò così da stato agricolo a stato industriale, basando la propria economia sempre più sul petrolio e sull’industria.

Economia

L’economia del Texas è la più forte degli Stati Uniti dopo quella della California. Ciò non significa però che la ricchezza sia ben distribuita nello stato: tra i 50 stati USA infatti, è al 2° posto come PIL, ma anche al 14° posto per il maggior tasso di povertà. Questo significa che se molti cittadini hanno un reddito alto, ce n’è anche un gran numero sotto la soglia di povertà.

Il settore agricolo, sebbene drasticamente ridotto nel Novecento a causa della lunghissima siccità, è ancora importante. Il cotone resta la coltura dominante, per la quale il Texas è leader nazionale, ma il settore agricolo si è convertito in buona parte negli allevamenti di bestiame: è il più grande produttore di bestiame d’America. Nonostante sia stata avviata come prevalentemente agricola, l’economia del Texas ha cambiato volto quando è stato scoperto il petrolio. Oggi, se fosse una nazione autonoma, il Texas sarebbe il sesto produttore di petrolio al mondo. È anche un grande produttore di gas naturale: arriva da qui il 32% della produzione nazionale. Inoltre, è lo stato che produce di gran lunga più energia elettrica: genera l’89% di elettricità in più rispetto al secondo stato (la Florida), una buona parte della quale è energia eolica.

Il Texas è anche lo stato in cui hanno sede più aziende della lista Fortune 500 (le 500 maggiori aziende americane). Molto rilevante il settore tecnologico: l’area di Austin è chiamata “Silicon Hills” e quella a nord di Dallas è chiamata “Silicon Praire”. Da non dimenticare il settore aeronautico ed aerospaziale con il Lyndon B. Johnson Space Center della NASA ed il National Aeronautics and Space Administration di Houston. Importante anche il settore commerciale, in particolare con il Messico, che costituisce il partner commerciale privilegiato grazie all’accordo di libero scambio nordamericano. 

Sport

In Texas si praticano con successo diverse discipline sportive. Il football americano è stato considerato per molto tempo lo sport per eccellenza e vanta due squadre professionistiche di alto livello: i Dallas Cowboys e gli Houston Texans. Importante anche il baseball con i Texas Rangers e gli Houston Astros, ma ancora di più il basket con tre squadre professionistiche: i Dallas Mavericks, i San Antonio Spurs e gli Houston Rockets. C’è anche una squadra professionistica di hockey su ghiaccio, i Dallas Stars.

Oltre agli sport di squadra, non si deve dimenticare che in Texas è nato il rodeo: il primo è stato ospitato a Pecos e oggi l’Houston Livestock Show and Rodeo è il più grande al mondo e uno dei tanti che si tengono nello stato. Non mancano anche le corse automobilistiche, con il Circuit of the Americas (che ospita il campionato del mondo di Formula 1) e altri circuiti importanti.

Mappa del Texas

Turismo in Texas

Ci sono molti motivi per visitare il Lone Star State: natura, mare, storia, città e luoghi unici e curiosi. Tanti viaggiatori ne attraversano la parte settentrionale percorrendo l’iconica Route 66. Amarillo è la tappa più celebre, ma la Route 66 in Texas offre diverse tappe, alcune delle quali davvero bizzarre come il Cadillac Ranch. Ma anche dedicarsi esclusivamente a questo stato e programmare un viaggio on the road in Texas non è affatto una cattiva idea, perché le attrazioni non mancano davvero.

Dallas è una città diventata famosa anche in Italia per la celebre serie TV degli anni ’80 ed è conosciuta per i grandi stereotipi del Texas: petrolio e cowboys. È il cuore economico dello stato, ma è anche una città vivace dal punto di vista artistico e ricca di attrazioni interessanti. Non è da meno la città gemella Forth Worth, anch’essa dotata di un’interessante offerta culturale e di intrattenimento. La capitale dello stato, Austin, è per certi versi una città alternativa rispetto alla maggior parte delle località texane. Edifici di pregio, musei, una vita sociale frizzante: se si visita il Texas non si può saltare la sua capitale.

Nella parte più meridionale dello stato, San Antonio è forse la città che più di tutte riesce a raccontare la storia del Texas e in particolare il periodo legato al dominio spagnolo e messicano. Il luogo più simbolico è sicuramente Fort Alamo, che merita una tappa durante un viaggio da queste parti. Di tutt’altro genere è invece Houston: la città che tutti associano ai viaggi spaziali, dove è possibile visitare lo Space Center della NASA.

Tra le città del Texas non si può ignorare la piccola e caratteristica città di Galveston, situata poco distante da Houston, sul mare, che si rivela una delle più interessanti tappe per un itinerario lungo la costa. La costa del Texas è lunga 600 km ed è ricca di spiagge, molte delle quali di pregio. Tra le spiagge migliori del Texas spicca senza dubbio la Padre Island National Seashore, sull’omonima isola barriera, ma è solo una delle tante alternative. Per apprezzare il Texas più rurale, uno dei modi migliori è quello di esplorare il Texas Hill Country: una regione tra Austin, San Antonio e Fredericksburg, caratterizzata da dolci colline e cantine, piccole cittadine di origine germanica ed aree naturali con laghi e formazioni rocciose.

Fra i motivi principali per cui visitare il Texas ci sono le attrazioni naturalistiche. In Texas ci sono 2 National Park – il Big Bend ed il Guadalupe Mountains – e 3 National Monument – Military Working Dog Teams, Waco Mammoth e Alibates Flint Quarriers – oltre a ben 89 State Park. Il più celebre è senza dubbio il Palo Duro Canyon State Park, che è il più grande canyon degli Stati Uniti dopo il Grand Canyon. Fra le bellezze naturali dello stato ci sono anche luoghi suggestivi come la Hamilton Pool Preserve.

Aeroporti principali

Il principale aeroporto del Texas è il Dallas / Forth Worth International Airport, che è anche il secondo aeroporto degli Stati Uniti per traffico dopo quello di Atlanta in Georgia. Questo aeroporto, che serve la grande area metropolitana al centro dello stato, offre voli diretti da Roma e da altre città europee. Il secondo aeroporto più grande è quello di Houston, il George Bush Intercontinental / Houston Airport, che offre tratte dirette da varie città europee.

Altri buoni voli diretti dall’Europa sono sull’aeroporto di Austin: l’Austin-Bergstrom International Airport. Sia Dallas che Houston hanno poi un secondo aeroporto importante per i viaggi interni agli Stati Uniti: il Dallas Love Field e il William P. Hobby Airport. Lo stesso vale per gli aeroporti di San Antonio (San Antonio International Airport) e di El Paso (El Paso International Airport).

Come muoversi in Texas

Il Texas ha un territorio vastissimo, ma è servito da una buona rete di trasporti, pertanto spostarsi al suo interno è abbastanza facile. Le ferrovie sono molto ben sviluppate nella parte centro-orientale e i collegamenti autobus servono tutte le maggiori località. Anche la rete stradale è sviluppata soprattutto nella metà orientale dello stato, che è quella più abitata. Non dimentichiamo che la parte settentrionale è attraversata in dalla Route 66.

La I-20 e la I-10 sono due grandi autostrade che tagliano tutto lo stato da est a ovest. Si uniscono vicino al confine occidentale, ma partono molto distanti fra loro: la prima entra in Texas dalla Louisiana non lontano dal confine con l’Arkansas e passa da Dallas e Forth Worth; la seconda entra in Texas dalla Louisiana vicino alla costa e passa da Houston e San Antonio. La parte orientale dello stato è solcata, da nord a sud, dalla I-35 che va dal confine con l’Oklahoma a quello con il Messico passando per Dallas, Austin e San Antonio. Da Dallas si diramano anche la I-30 verso nord-est diretta in Arkansas e la I-45 verso sud-est fino alla costa passando da Houston.

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