Philadelphia Museum of Art

Philadelphia Museum of Art: opere principali e guida alla visita

Ottobre 19, 2023 /

In tanti conoscono il suo ingresso come “Scalinata di Rocky“, perché il film con Sylvester Stallone ha reso questi gradini famosi in tutto il mondo, ma il Philadelphia Museum of Art è molto di più. È il più grande e importante museo di Philadelphia e della Pennsylvania, oltre che uno dei maggiori musei d’arte di tutti gli Stati Uniti.

Al suo interno sono conservati capolavori di artisti del calibro di Van Gogh, Monet, Renoir, El Greco, Picasso o Rubens. Le sue sale coprono ogni periodo storico e gli spazi per le esposizioni temporanee ospitano mostre tematiche ed opere d’arte contemporanea provenienti da tutto il mondo.

Dove si trova e come arrivare


Il museo si trova al 2600 Benjamin Franklin Pkwy, proprio all’inizio del Fairmount Park arrivando dal centro di Philadelphia. Se ci si trova in centro, si può camminare lungo la Franklin Parkway passando da Logan Square, oppure arrivare direttamente con i mezzi pubblici.

Ci sono diversi autobus che conducono qui da ogni zona della città. La linea 43 ferma proprio di fronte all’ingresso del museo, ma nelle vicinanze arrivano anche le linee 7, 32, 38 e 48. In ogni caso abbiamo dedicato un articolo a come muoversi a Philadelphia, che può esserti utile.

Biglietti e orari d’apertura

Philadelphia Museum of Art biglietti e orariIl museo è aperto tutto l’anno ad eccezione di 4 Luglio, Giorno del Ringraziamento e Natale. Questi sono gli orari di apertura:

  • Lunedì, giovedì, sabato e domenica: dalle 10 alle 17
  • Venerdì: dalle 10 alle 20:45
  • Martedì e mercoledì: chiuso

Il prezzo del biglietto è di 30 $, ma sono previsti i seguenti sconti:

  • Senior (maggiori di 65 anni): 28 $
  • Studenti: 14 $
  • Bambini e ragazzi (fino a 18 anni): gratis

Il Philadelphia Museum of Art è incluso anche nei pass cumulativi: se programmi di vedere sia questa che altre attrazioni cittadine, è probabile che ti convenga acquistare uno dei pass.

Pass di Philadelphia: i nostri consigli

Cosa vedere nel Philadelphia Museum of Art

Philadelphia Museum of Art cosa vedere
La scalinata principale all’interno del museo con la statua “Diana”

Non appena passata la biglietteria principale del museo, che si trova al primo piano, si può vedere una scalinata con in cima la statua “Diana” di Augustus Saint-Gaudens del 1893, inizialmente esposta in cima al Madison Square Garden di New York City. Questa è la prima opera che si vede, ma dopo di essa ce ne sono altre centinaia nelle sale del museo. Capiamo dunque come sono strutturate le esposizioni e cosa non perdere nelle diverse sezioni.

I capolavori imperdibili

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Il museo d’arte di Philadelphia ospita alcuni capolavori che non puoi assolutamente perdere durante la visita. Partendo dal presupposto che l’arte è soggettiva e che quindi ci si può soffermare affascinati per ore davanti al quadro di un’artista sconosciuto, come restare delusi da quello che i critici considerano un capolavoro, ci sono alcune opere che a mio avviso valgono da sole la visita a questo museo.

La selezione che propongo di seguito è la mia personale Top 5, composta da quelle che preferisco fra le opere del museo che, per un motivo o per l’altro, hanno segnato un capitolo importante nelle storia dell’arte internazionale. Ciò non significa che le altre centinaia di quadri e statue esposti non valgano la pena di essere visti, anzi: ciascuno saprà individuare le proprie tele preferite nelle ampie sale dell’Art Museum.

  • Le Grandi Bagnanti – Pierre Auguste Renoir (1887). Lo stesso Renoir ha definito questo quadro come il suo capolavoro. Rappresenta quattro donne nude intente a fare il bagno in un fiume ed è un’opera in cui il pittore francese rifiuta l’impressionismo e usa tecniche pittoriche più tradizionali, cercando di esprimere la bellezza dei soggetti classici.
  • Girasoli – Vincent Van Gogh (1889). Il celebre pittore olandese ha rappresentato i girasoli in diversi dei suoi quadri. Uno dei più famosi si trova proprio a Philadelphia ed è tra i pezzi imperdibili del museo. Quello esposto qui è una reinterpretazione che l’artista fece dell’audace tela con 12 girasoli esposta alla Neue Pinakothek di Monaco.
  • La Crocifissione – Rogier Van Der Weyden (1460). Facendo un salto indietro nel tempo di quattro secoli rispetto a Van Gogh e Renoir, uno dei pezzi più famosi del museo è “La Crocifissione, con la Vergine e San Giovanni Evangelista in lutto”, importante esempio di arte fiamminga.
  • Prometeo Incatenato – Peter Paul Rubens e Frans Snyders (1611). La scena in cui l’aquila divora il fegato a Prometeo è stata rappresentata da decine di artisti, ma tra le rappresentazioni più celebri c’è quella dei due pittori fiamminghi Rubens e Snyder (quest’ultimo ha dipinto l’aquila).
  • Tre Musicisti – Pablo Picasso (1921). Tra i maggiori esempi del cubismo sintetico c’è questo quadro di Picasso, nel quale il pittore spagnolo sperimenta l’unione fra cubismo e collage a tecnica mista.

Primo piano: arte americana, moderna e contemporanea

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La visita del museo inizia solitamente dal primo piano. È qui infatti che si trova la biglietteria principale, dato che le scalinate del museo portano al piazzale su cui si apre questo ingresso. Il piano terra invece, che è accessibile da porte secondarie, ospita alcune sculture e installazioni di minor rilievo, oltre al bar, al negozio e alcune stanze per attività (ad esempio per le scolaresche).

Al primo piano troviamo due settori principali e un settore secondario con stampe, disegni e fotografie. Le due aree tematiche sono dedicate rispettivamente all’arte americana dal 1650 al 1850 e all’arte moderna e contemporanea. Quello che contiene le opere di maggiore rilievo è il primo, dove ci sono alcuni pezzi di particolare pregio come il Ritratto di Yarrow Mamout, dell’artista Charles Willson Peale, oppure fra gli oggetti storici la Cintura Wampum. Qui infatti viene anche ripercorsa parte della storia americana ai tempi delle colonie e dei rapporti con i nativi.

Secondo piano: arte americana, europea, moderna e contemporanea

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Il secondo piano è per molti il più interessante del museo, anche perché ospita alcuni dei capolavori maggiori della galleria. Qui ci sono tre settori, a cui si aggiungono un’area per le mostre temporanee ed un piccolo settore secondario con stampe e fotografie. Il primo dei tre settori è quello dedicato all’arte americana dal 1850 al 1950. Qui si prosegue il percorso cominciato al primo piano sull’arte locale, che nella totalità del museo è composto da oltre 12.000 opere. Tra le più famose di questa sezione c’è L’Annunciazione di Henry Ossawa Tanner (1898).

La seconda sezione è quella dell’arte europea dal 1850 al 1900. Qui ad essere protagonista è il periodo impressionista, con la sala centrale che ospita i Girasoli di Vincent Van Gogh. Ci sono poi opere come il Ponte Giapponese di Claude Monet (1899) e le Le grandi bagnanti di Paul Cézanne (1900), da non confondere con l’omonimo quadro di Renoir che ho citato prima.

La terza ala di questo piano è quella dedicata all’arte moderna e contemporanea. Tra le opere più famose di questa sezione ci sono Canna da zucchero di Diego Rivera (1931) e la scultura Fontana di Marcel Duchamp (1950).

Terzo piano: arte americana, europea e asiatica 

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Il terzo piano è quello più variegato. Qui ci sono tre settori principali, a cui si aggiungono una piccola sezione di arte americana ed un’ala dedicata alle sculture. La prima sezione è quella dell’arte asiatica, con quadri, statue, disegni e oggetti provenienti da diversi paesi asiatici. Il pezzo forte della collezione è la Sala del Tempio con colonne: si tratta di un tempio indiano in granito del XVI secolo, all’interno del quale si può camminare ammirandone le particolari colonne scolpite. Nel 1913 una coppia di Philadelphia acquistò questi resti a Madurai, dove erano abbandonati come scarti nel tempio di Madanagopalaswamy: sono stati restaurati e oggi sono una delle attrazioni principali del museo.

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La seconda sezione è quella dell’arte europea dal 1100 al 1500, che copre il periodo dal Medioevo al primo Rinascimento. Fra le cose più affascinanti di quest’ala c’è la riproduzione del chiostro dell’Abbazia di Saint-Genis-des-Fontaines in Francia, oltre al portale della stessa abbazia ed altri oggetti di pregio dello stesso periodo storico.

La sezione più vasta è però quella dell’arte europea dal 1500 al 1850. Qui si spazia dal Rinascimento al Romanticismo, con opere come la Pietà di El Greco (1570), L’ultima lacrima di Judith Leyster (1629) e l’Incendio delle Camere dei Lord e dei Comuni di J. M. William Turner (1834).

La scalinata e la statua di Rocky

Statua di Rocky PhiladelphiaIl museo d’arte di Philadelphia non è famoso solo per le opere conservate tra le sue mura, ma anche per cosa c’è all’esterno. Ogni anno, migliaia di turisti si soffermano davanti al suo ingresso perché è qui che si trova la famosa scalinata di Rocky. Su questi gradini il pugile del film saliva di corsa durante i suoi allenamenti, facendo conoscere in tutto il mondo la facciata del museo.

Alla base della scalinata c’è anche la statua di Rocky, quella che appare nel film “Rocky III” e che oggi è alla portata dei tanti che si vogliono scattare una foto con Sylvester Stallone nelle vesti di uno dei suoi più celebri personaggi.

La scalinata e la statua di Rocky

Dove dormire nei dintorni

Philadelphia Museum of Art - Città vista dal museo
La città vista dall’ingresso del museo

Il quartiere di riferimento in cui cercare un alloggio vicino al museo è quello di Fairmount. Se intendi visitare questo museo, o il vicino Fairmount Park, la mattina quando ancora non ci sono troppi turisti, può essere una buona idea cercare un alloggio vicino al Museum of Art. Questa è anche una zona dove ci sono alberghi un po’ più economici rispetto al pieno centro storico di Philadelphia.

Dai un’occhiata al tre stelle The Maj Hotel, oppure agli appartamenti di Sonder The Tidewater. Sono due buone alternative nelle immediate vicinanze del museo.

Dove dormire a Philadelphia: i nostri consigli


Un Consiglio Importante:
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Andrea Cuminatto

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita.

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