Gates of the Arctic National Park Alaska

Gates of the Arctic: avventure nelle terre selvagge dei caribù

Marzo 6, 2024 /

Il Gates of the Arctic National Park è uno dei parchi americani più selvaggi, più grandi e di più difficile accesso. Il luogo ideale per chi si sente un vero esploratore e vuole immergersi nella natura più incontaminata, decisamente lontano dalle località turistiche. D’altronde si sta parlando dell’Alaska e, in questo enorme stato, del parco situato più a nord, oltre il Circolo polare artico.

Cos’è il Gates of the Arctic National Park

Gates of the Arctic - Cos'è

Il Gates of the Arctic National Park è il secondo parco nazionale più grande degli Stati Uniti, dopo il Wrangell St. Elias National Park, ed ha un’estensione che supera quella di Belgio e Lussemburgo uniti. È anche il parco più settentrionale degli USA, essendo l’unico situato a nord del Circolo polare artico e copre una parte della catena montuosa più settentrionale d’America, la Brooks Range.

Il nome lo si deve a Bob Marshall, un guardaboschi e scrittore che esplorò quest’area nel 1929 e che nel 1933 pubblicò “Arctic Village”, un resoconto di viaggio che descrive questo territorio. Quando raggiunse il punto in cui il Koyuukuk River passa tra due montagne, Boreal Mountain e Frigid Crags, Marshall descrisse il luogo come le Porte dell’Artico.

La sua posizione remota, la mancanza di strade e servizi, il clima rigido e inospitale e tanti altri fattori lo rendono anche il parco nazionale meno visitato d’America, ma gli avventurieri che ci dedicano del tempo non ne restano certo delusi. Qui infatti la natura è davvero la padrona indiscussa e ci sono pochi luoghi come questo in cui allontanarsi così tanto dalla civiltà.

Nonostante queste zone siano impervie e possano apparire prive di presenza umana, non è esattamente così. Già dodicimila anni fa questo territorio era attraversato dalle popolazioni nomadi che si spostavano nelle terre artiche, vivendo prevalentemente grazie alla caccia dei caribù. I bianchi invece esplorarono quest’area interna dell’Alaska solo alla fine del 1800, alla ricerca dell’oro e di altri minerali. Oggi il villaggio principale dentro ai confini del parco è Anaktuvuk Pass (nella lingua inupiaq significa “Terra degli escrementi di caribù”), dove vivono principalmente i nativi Nunamiut. 

La taiga, o foresta boreale, costituisce la principale tipologia di vegetazione della zona meridionale del parco: abeti rossi, abeti bianchi e pioppi sono gli alberi prevalenti. Nell’area settentrionale invece troviamo il deserto artico, un territorio freddo, arido e inospitale, dove le temperature invernali scendono anche oltre i -50°.

La fauna del parco è molto variegata e l’animale più  diffuso è senza dubbio il caribù: se ne contano oltre mezzo milione di esemplari. Tra gli altri grandi mammiferi ci sono orsi, alci, buoi muschiati, lupi, pecore di Dall, ghiottoni, linci, volpi e molti tipi di roditori. Anche gli uccelli vantano una diversità di specie, in particolare molti rapaci.

Dove si trova e come arrivare


Il parco si trova nella zona centro-settentrionale dell’Alaska. La strada più vicina è l’impervia Dalton Highway, che costeggia il confine orientale del parco. All’interno del parco non ci sono strade, per cui l’unico modo per arrivare è a piedi con lunghi trekking oppure via aria, con piccoli aeroplani: vediamo come fare.

Il primo passo è raggiungere Fairbanks, la principale città dell’Alaska centrale. Nell’articolo dedicato a questa città ho spiegato come arrivarci in aereo oppure in auto. Da Fairbanks ci si deve poi avvicinare al parco in aereo, atterrando in una delle comunità più vicine alla riserva naturale. Le principali sono Coldfoot e Wiseman a est, Bettles a sud e Anaktuvuk Pass a nord.

Tutte queste località possono essere raggiunte in aereo, tramite una delle agenzie di aerotaxi che operano in questa zona (maggiori informazioni qui). Oppure, se hai già chiara la tua destinazione all’interno del parco, basta fissare con un aerotaxi dove farti portare.

Coldfoot e Wiseman possono essere raggiunte da Fairbanks anche via terra, perché si trovano lungo la Dalton Highway. In questo caso, si può scegliere fra l’auto a noleggio e l’autobus della compagnia Dalton Highway Express, che però non viaggia tutti i giorni.

E una volta raggiunta una di queste località? A questo punto non resta che partire alla volta del parco. Il problema è che non solo non ci sono strade, ma neanche sentieri segnati, quindi non resta che dire: buona avventura! 

Quando andare in base al clima?

Gates of the Arctic - Quando andare

L’estate è l’unica stagione buona per visitare questo parco, per due motivi. Il primo è che in inverno le ore di luce sono pochissime (o praticamente nulle vicino al solstizio), il secondo è che le temperature invernali sono talmente rigide da impedire ogni attività. Però bisogna anche considerare che non tutti i mesi sono uguali e soprattutto che l’alternarsi delle stagioni a questa latitudine non è uguale alle nostre.

Il mese di giugno è il primo da prendere in considerazione. Le temperature sono buone ed essendo vicini al solstizio d’estate ci sono quasi 24 ore di luce. Per tanti versi è il mese ideale in cui recarsi al Gates of the Arctic.

Luglio invece ha dei vantaggi e degli svantaggi. La cosa positiva è che le ore di luce sono sempre tante, ma di contro è il mese delle piogge. Se si viene a luglio bisogna considerare di indossare spesso l’impermeabile e, quando non piove, di soffrire il caldo a causa del sole continuo e dell’umidità, che creano una bella afa. Queste condizioni climatiche incentivano anche il proliferare delle zanzare, per cui è fondamentale portare un repellente.

Ad agosto le giornate iniziano ad accorciarsi e da metà mese la divisione fra giorno e notte diventa più normale per la nostra percezione. Le temperature sono generalmente buone e soprattutto a fine mese le zanzare diminuiscono drasticamente. Inoltre, durante la notte si inizia a vedere l’aurora boreale. Un ottimo mese per venire.

Settembre è l’ultimo mese da considerare per una visita. Le condizioni sono simili ad agosto e i colori della foresta diventano sempre più autunnali. A settembre, ma già anche in agosto, c’è solitamente una grossa la presenza di cacciatori.

Cose da sapere prima di partire

Gates of the Arctic - Preparazione

Ormai è abbastanza chiaro: siamo nel bel mezzo del nulla. Se questo vuol dire avere davanti a sé la bellezza mozzafiato di una natura davvero incontaminata, allo stesso tempo è anche sinonimo di zero servizi. Bisogna quindi cavarsela da soli e dunque è fondamentale arrivare ben preparati. Ecco un po’ di cose che bisogna tenere di conto.

Orari, biglietti e Visitor center

Il parco non ha orari di accesso e non è previsto nessun biglietto, anche perché non essendoci neanche una strada, non ci può essere neppure un cancello da passare o il casotto di un ranger che controlli i biglietti. Ci sono però alcuni piccoli centri visitatori a cui poter fare riferimento, che seguono orari precisi.

  • Fairbanks Alaska Public Lands Information Center. All’ufficio turistico di Fairbanks si possono reperire diverse informazioni utili. Dato che quasi tutti i viaggiatori che si recano al parco passano da questa città, questo visitor center è solitamente una tappa fissa. È aperto tutto l’anno dal lunedì al sabato dalle 8 alle 17.
  • Arctic Interagency Visitor Center. Questo è il piccolo ufficio di Coldfoot, aperto solo in estate, ogni giorno dalle 12 alle 20.
  • Bettles Ranger Station and Visitor Center. L’ufficio dei ranger di Battles ha anche un piccolo centro visitatori, aperto solo in estate.
  • Anaktuvuk Pass Ranger Station. L’ufficio dei ranger di Anaktuvuk è aperto da aprile a settembre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17.30.

Cibo, mappe e rete telefonica

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La prima questione da porsi è: che cosa mangerò mentre sono nel parco? Se non ci sono strade né abitazioni, figuriamoci s’è c’è un supermercato o un ristorante. Ecco perché bisogna mettere nello zaino tutto il cibo necessario, magari prediligendo pasti disidratati e un fornellino da campeggio. Inoltre, per poter bere acqua ovunque senza rischi, consiglio sempre di portarsi dietro un purificatore portatile, si trovano online a pochi euro.

La seconda domanda che tutti si fanno: avrò linea al telefono quando sarò nel parco? La risposta è no. Ecco perché avere una mappa e magari un dispositivo GPS è fondamentale per non perdersi.

Abbigliamento e attrezzatura

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Nello zaino ci sono cose che bisogna assolutamente portare mentre si visita un parco di questo tipo. Innanzitutto l’abbigliamento da trekking, ma anche un cambio comodo per quando ci si ferma la sera. Ovviamente tutto l’occorrente per il pernottamento, a partire da tenda e sacco a pelo.

Come dicevo sopra, in estate le ore di luce sono molte e spesso il sole si fa sentire. Un cappello e un paio di occhiali da sole sono praticamente obbligatori da queste parti. Non dimenticare scarponi impermeabili e ghette, e magari stivali di gomma. Oltre al clima imprevedibile, bisogna infatti considerare la necessità di guadare dei torrenti ed è importante poterlo fare a piedi asciutti. Senza contare, ma è quasi scontato, una giacca impermeabile.

Infine, ricorda che ci si trova nella terra degli orsi. Ovunque in Alaska è facile acquistare uno spray per orsi, che può servire in caso di emergenza. E per diminuire i rischi è fondamentale avere anche un contenitore ermetico per il cibo, così da non attrarre gli orsi verso le tue riserve.

Trekking nel Gates of the Arctic National Park

Scorri per vedere tutte le immagini

Data l’enormità di questo parco e considerata l’assenza di vie di comunicazione al suo interno, inclusi i sentieri, è difficile definire i percorsi trekking che si possono fare. Ciascun escursionista infatti può improvvisare a seconda del proprio interesse e delle proprie possibilità. Ecco però alcune idee.

Se si parte da Anaktuvuk Pass, si può esplorare la zona del John River e del North Fork Koyukuk River. Un percorso battuto è quello che va dalla Dalton Highway fino ad Anaktuvuk Pass. Lungo il North Fork Koyukuk River si trovano anche i veri e propri “Gates of the Arctic”, i monti tra cui passa il fiume e da cui ha preso il nome l’intero parco. Tra le zone più facilmente accessibili dalla Dalton Highway c’è inoltre quella del Kuyuktuvuk Creek, che può essere seguito arrivando all’Oolah Pass.

Altri monti davvero belli sono gli Arrigetch Peaks: altissime vette di granito che rispecchiano perfettamente il proprio nome inupiat, che significa “dita della mano tesa”. Per raggiungerli si deve arrivare in idrovolante fino al Circle Lake e da qui seguire prima il corso dell’Alatna National Wild & Scenic River e poi quello dell’Arrigetch Creek.

Esistono anche tour operator che organizzano escursioni guidate. I principali sono elencati qui, insieme ai servizi di aerotaxi.

Kayak e Pack Raft sui fiumi del parco

Gates of the Arctic canoa kayak packraft

Un’alternativa al trekking è quella di spostarsi via acqua su uno dei fiumi principali del parco. Oltre ai classici canoa e kayak, qui è spesso usato il pack raft. Si tratta di un piccolo gommone gonfiabile, facilmente trasportabile e con il quale si può pagaiare sui fiumi del parco coprendo anche lunghe distanze.

A questa pagina del sito ufficiale si può vedere sia una mappa dei fiumi, sia una descrizione dei singoli corsi d’acqua per capire su quali muoversi e con che modalità.

Dove dormire vicino al parco

Gates of the Arctic - Dove dormire

Dentro al parco, lo abbiamo già visto, l’unica possibilità di pernottamento è portarsi una tenda e campeggiare. Prima di arrivare al parco però è necessario trovare un alloggio a Fairbanks. Se stai organizzando un viaggio del genere, probabilmente cercherai soluzioni spartane, come un ostello: il Billie’s Backpackers Hostel è la soluzione perfetta. Offre sia il dormitorio sia le camere doppie e singole, con giardino e salone comune. Un’altra soluzione che spesso è più conveniente degli alberghi, sono gli appartamenti e case in affitto, che a Fairbanks sono abbondanti.

Tutti gli alloggi a Fairbanks


Un Consiglio Importante:
Ricordati l’assicurazione sanitaria, non farla potrebbe rovinarti la vacanza in USA! Se non sai come orientarti nella scelta puoi leggere la nostra guida: Assicurazione USA: come scegliere la polizza migliore?

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andrea cuminatto
Andrea Cuminatto

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita.

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