Prima di darvi nei dettagli la ricetta originale del tacchino ripieno americano occorre soddisfare una curiosità di molti cuoche/i italiani che vogliono, per un giorno, mettere il grembiule a stelle e strisce: da dove nasce questa tradizione? Perché, all’altezza di fine novembre, tutte le famiglie americane si mettono a tavola intorno a un gigantesco tacchino ben presentato e superbamente farcito?
La risposta in realtà è nota: il giorno in cui si mangia il tacchino ripieno è quello del Ringraziamento (Thanksgiving, per ossequio alla lingua e alla tradizione!), che ha luogo il quarto giovedì del mese di novembre in tutt’America (e il secondo lunedì d’ottobre in Canada). Thanksgiving, celebrata in molti casi anche da Hollywood (vedi foto), è la festa che unisce tutti, dalla famiglia del Presidente a quella del cowboy del ranch texano: ogni americano la percepisce come importante, per varie ragioni… c’è chi ci tiene a rispettare la matrice cristiana della festa, c’è chi la interpreta come una semplice ricorrenza storica e chi invece la celebra come cerimoniale vagamente pagano di ringraziamento per la prosperità del raccolto e della terra.
Indice
- Festa di Thanksgiving: una cena tra nativi e coloni
- Tacchino ripieno del Ringraziamento: un piccolo consiglio
- Tacchino ripieno americano del Ringraziamento: ricetta originale Thanksgiving e variante
- Variante della ricetta: tacchino ripieno di salsiccia
- Altre varianti
- Mentre digerite il tacchino del Ringraziamento… qualche curiosità!
Festa di Thanksgiving: una cena tra nativi e coloni
Secondo la versione più nota e romanzata della tradizione, la festa del Ringraziamento fu celebrata la prima volta a Plymouth (sede della Plimoth Plantation) nel 1621 dai Padri Pellegrini arrivati in New England con la nave Mayflower: costoro avrebbero invitato i nativi a una ricca cena che si dice sia stata a base di tacchino ripieno irrorato con salse agrodolci (la più nota è quella ai cranberries, mirtilli rossi americani), con contorni di patate dolci, purè, zucca, molluschi, ostriche, carne di cervo e altre prelibatezze locali.
Il motivo del convivio era appunto il “ringraziamento” a Dio per il buon raccolto nei primi tempi di insediamento, ed era anche occasione di manifestare reciproca riconoscenza tra nativi e inglesi colonizzatori: i primi godevano dei nuovi prodotti importati dall’Europa, i secondi rendevano grazie per l’aiuto ottenuto nei primi periodi di crisi in Massachusetts – crisi che aveva portato anche numerosi decessi tra le famiglie dei coloni inglesi. Tra l’altro, gli indiani avrebbero insegnato ai padri pellegrini a coltivare il mais, a loro finora sconosciuto.
Tacchino ripieno del Ringraziamento: un piccolo consiglio
Riportiamo di seguito gli ingredienti, le dosi e la procedura per preparare la ricetta americana del tacchino ripieno del Ringraziamento. La prima raccomandazione che vi diamo è quella di ordinare in anticipo dal macellaio (o anche al supermercato) il tacchino già spennato ed eviscerato. Il tacchino prescelto deve essere bello grosso: le dosi americane possono sembrare esagerate, ma indicano circa 700 grammi di tacchino a testa. Un esempio? Una famiglia di 6 persone richiederebbe un tacchino di circa 5 kg!
La ricetta in breve
Ingredienti e Dosi
Per il tacchino
- 1 tacchino grande 5 kg circa
- 230 g di burro a temperatura ambiente
- 3 cucchiai di timo tritato
- 3 cucchiai di prezzemolo tritato
- 1/2 litro di brodo di pollo
- 1/2 litro di vino bianco
- la zesta grattata di un limone
- 3-4 limoni
- 2-3 cipolle
- termometro da carne
Per la Gravy Sauce
- 1 litro di brodo di pollo
- 30 g di farina 00
- timo e rosmarino q.b.
Per la Cranberry Sauce
- 220 g di zucchero
- 250 ml d’acqua
- 350 g di mirtilli rossi americani cranberries
- succo e zesta grattugiata di un’arancia
Preparazione e Procedimento
Per il tacchino
- Preriscaldate il forno a 220°. Nel frattempo fate riscaldare il brodo di pollo a fuoco lento insieme al vino e a metà della quantità di burro indicata. Controllate se il tacchino è ben pulito dalle penne e, nel caso ce ne fossero ancora, bruciatele con un accendino (attenzione! Fatelo in un ambiente ben areato perché l'odore delle penne bruciate non è molto piacevole), poi lavatelo nell'acquaio con acqua fredda, asciugandolo accuratamente con un canovaccio.
- Mescolate il burro ammorbidito con il timo, il prezzemolo (se preferite, il rosmarino e la salvia) e la zesta di limone (attenzione! Evitate il bianco del limone, che dà un sapore amarognolo!) accuratamente tritati; aggiungete sale e pepe a seconda dei gusti. Conservate due cucchiai del composto per usarlo successivamente durante la preparazione della salsa Gravy.
- Con quello che rimane del composto di burro e spezie, spalmate la carne dal collo al petto e alle zampe, distaccando delicatamente con le dita la pelle a partire dal collo (attenzione a non romperla!!). Una volta compiuta questa delicata operazione, spalmate l'esterno e l'interno del tacchino e cospargete di sale e pepe.
- Per il ripieno: in una ciotola, condite i limoni e le cipolle - già tagliati precedentemente in 4 spicchi - con sale, pepe e spezie già citate.
- Farcite generosamente il tacchino da entrambe le cavità con tale ripieno, facendo attenzione però a non riempirlo troppo. Per chiudere il tacchino: sollevate la pelle per coprire le due cavità da entrambe le parti. Fissatela con degli stuzzicadenti per evitare che il ripieno fuoriesca durante la cottura. Se la pelle non dovesse essere sufficiente, legate le cosce aiutandovi con lo spago per alimenti o tappate le cavità con metà limone. Ripiegate le ali sotto il tacchino.
- Inserite il tacchino col petto verso l'alto nel forno già caldo e aspettate per 20 minuti. Dopodiché, estraete il tacchino e spennellatene la superficie con il composto di brodo, vino e burro preparato in precedenza (vedi inizio ricetta).
- Portate poi la temperatura a 180° e solo allora reinserite il tacchino, tenendolo poi in cottura per due ore. Ricordate di irrorare sempre con il medesimo composto il tacchino, a intervalli di mezz'ora; se notate che la pelle del tacchino si sta bruciando ricopritela con un poco di alluminio.
- Dopo due ore cominciate a rilevare la temperatura del tacchino inserendo il termometro vicino all'osso della coscia, facendo attenzione a non toccarlo. Portate la temperatura a 75°: questo dovrebbe richiedere un'altra ora di cottura, quindi 3 ore totali, ma dipende dalla grandezza del tacchino.
- Quando ha raggiunto la temperatura, toglietelo dal forno e trasferitelo in un piatto da portata, senza buttare il sugo creatosi durante la cottura. Fate riposare a temperatura ambiente per 20-30 minuti.
Per la Gravy Sauce (salsa per tacchino)
- Versate i succhi di cottura in un contenitore e lasciate riposare per pochi minuti finché i grassi non si separano. Raccogliete quindi il grasso in superficie e mettetelo da parte.
- Nel frattempo fate riscaldare in una padella due cucchiai di burro con un po' di timo, rosmarino e salvia a piacere, insieme a un cucchiaio del grasso del tacchino precedentemente ricavato dai succhi. Aggiungete anche 30 g di farina.
- Mescolate senza mai fermarvi per 5 minuti, fino a ottenere un composto ben dorato. Unite lentamente i succhi di cottura del tacchino sgrassati e portate ad ebollizione continuando a mescolare. Infine unite il brodo a intervalli regolari continuando a mescolare fino a ottenere una consistenza liquida ma densa. Ci vogliono almeno 10 minuti. Infine condite con sale e pepe a vostro gusto.
Per la Cranberry Sauce
- Per preparare la nota salsa ai mirtilli rossi, mettete lo zucchero in un pentolino, scioglietelo con l'acqua finché non bolle.
- A questo punto aggiungete i mirtilli ben lavati con acqua corrente e scaldate a fuoco medio per una durata di 6 minuti circa, togliendo la schiuma che si viene a creare. Incorporate poi anche la zesta grattugiata e il succo dell'arancia, rendendo il composto omogeneo.
- Servite a temperatura ambiente.
Variante della ricetta: tacchino ripieno di salsiccia
Il bello del tacchino ripieno americano è che lo si può farcire di tutto quello che si preferisce: se voi volete fare una versione del tacchino ripieno un po’ meno fedele all’originale ma dal ripieno (stuffing) decisamente più saporito (e calorico), ecco la ricetta di una variante che può fare al caso vostro: l’ingrediente prescelto è la salsiccia! Uno dei pregi è che un ripieno come questo lo si può anche mangiare, mentre quello della versione precedente è pensato principalmente per insaporire la carne e non a tutti piace.
Ingredienti
- 360 g di pangrattato
- 8 fette di pane bianco sminuzzato finemente
- 2 cucchiai di burro
- 480 ml di brodo di pollo
- 1 cipolla bianca di grandi dimensioni
- 2 gambi di sedano
- 1 cucchiaino di salvia essiccata
- 1 cucchiaino di rosmarino essiccato
- 1 cucchiaino di timo essiccato
- sale e pepe a piacere
- 450 g di salsiccia
Procedimento
1) In una padella, con il fornello a fiamma alta, fate rosolare con mezzo bicchiere d’acqua le salsicce precedentemente sbriciolate, così che possano perdere il grasso in eccesso. Non appena la carne sarà ben rosolata, trasferite le salsicce in un piatto (facendo attenzione che si siano ben asciugate dal loro stesso grasso) e coprite con un foglio di pellicola per far sì che non si disperda il calore.
2) Mettete a riscaldare a fiamma bassa il brodo di pollo in un pentolino. Potete preparare il brodo in casa, o se non avete abbastanza tempo, potete usare il dado o acquistare il prodotto già preparato.
3) Prendete un’altra padella: attenzione! Deve essere abbastanza capiente da contenere tutti gli ingredienti previsti dalla ricetta. Mettete il burro e fatelo sciogliere a fiamma bassa. Non appena il burro sarà diventato liquido, aggiungete il sedano e la cipolla, precedentemente tagliati a piccoli cubetti.
4) Fate soffriggere il battuto di sedano e cipolla finché quest’ultima non risulterà trasparente; se necessario, aggiungete un po’ d’acqua per evitare che il battuto si bruci. A questo punto aggiungete al soffritto il pangrattato e il brodo di pollo: quest’ultimo ci sarà d’aiuto affinché il composto non si asciughi troppo ed eviterà che sia troppo liquido.
5) A questo punto incorporate al soffritto tutte le spezie e aggiungete la salsiccia insieme al pane sbriciolato in piccoli pezzi. Una volta amalgamato, lasciate riposare il composto. Attenzione! Se il ripieno risulta troppo asciutto aggiungete altro brodo; se, al contrario, risulta troppo bagnato, aggiungete altro pane.
6) Per la farcitura, la chiusura e la cottura del tacchino, seguite dal punto 5) in poi della ricetta originale precedentemente illustrata. Unica differenza: se non riuscite a chiudere le cavità, al posto del mezzo limone, utilizzate un pezzo di pane bianco.
Altre varianti
Ecco alcune particolari varianti del ripieno: sugli stati della East Coast si farcisce il tacchino con le ostriche; in altri stati si usa il mais, e non è raro che venga utilizzato anche un prodotto locale come il riso selvatico (wild rice). Altri ripieni molto in voga (anche in Europa) sono le castagne, le prugne e la frutta secca in genere – oltre al maiale già citato.
Mentre digerite il tacchino del Ringraziamento… qualche curiosità!
Dopo avervi segnalato la ricetta originale del tacchino ripieno americano, vi raccontiamo giusto un paio di ultime curiosità sul Thanksgiving, o spigolature, come le chiama la Settimana Enigmistica.
- Si stima che durante il giorno del Ringraziamento, negli Stati Uniti d’America vengano cucinati circa 40-45 milioni di tacchini: un tacchinicidio!
- Anche il presidente degli Stati Uniti banchetta alla Casa Bianca con il tacchino ripieno… ma la consuetudine più curiosa è quella della Grazia presidenziale dei tacchini. La tradizione è piuttosto recente (1947, pare, con Truman): il presidente concede una grazia a un tacchino durante un’apposita cerimonia rituale. Da un’idea di Obama, i fortunati pennuti sono diventati due: dopo la grazia vengono mandati a Disneyland Los Angeles, dove sono incaricati di aprire la celebre parata sulla Main Street, prima di finire nella “pacchia” dei ranch di Frontierland.
- Il primo presidente a indire i festeggiamenti nazionali del giorno del Ringraziamento fu George Washington nel 1789 (era il 26 novembre, proprio come nell’anno corrente 2016!).
- Nel 1863 il presidente Lincoln decretò la cadenza annuale della festività (quarto giovedì di novembre).
- Una versione un po’ meno pacifica della tradizione vuole che alla cena di Ringraziamento i coloni abbiano invitato solamente il capo Massasoit della tribù dei Wampanoag, per un evento che somigliava più a una negoziazione di pace che a un’occasione di festa. Si dice che Massasoit si sia presentato invece con l’intera tribù, spiazzando i coloni inglesi… un po’ come quando alla cena di famiglia si presenta senza preavviso anche il biscugino con tutti i suoi parenti!