Penn Museum University of Pennsylvania - Philadelphia

Penn Museum a Philadelphia: guida al famoso museo archeologico

Ottobre 26, 2023 /

Il Penn Museum, fondato nel 1887 come Museo di Archeologia e Antropologia dell’Università della Pennsylvania, è tra i maggiori musei archeologici degli Stati Uniti e il principale di questo tipo a Philadelphia. Ospita al suo interno una delle più vaste collezioni d’arte mediorientale al mondo, a cui si aggiungono ricche sezioni dedicate all’archeologia e all’etnografia di tutti i continenti; per in ogni zona del mondo sono stati raccolti durante gli anni reperti ed oggetti dal grande valore storico.

Andiamo quindi a scoprire come organizzarsi al meglio per una visita al Penn Museum.

Dove si trova e come arrivare


Il museo si trova al 3260 South Street, sulla sponda opposta dello Schuylkill River rispetto al centro storico della città. Per arrivarci a piedi dal centro è sufficiente attraversare il ponte di South Street, mentre con i mezzi pubblici si possono prendere le seguenti linee di autobus: 30, 40, 42 e 49. Nelle vicinanze fermano anche quattro linee della metropolitana leggera (Trolley) con la fermata “37th Street”: 11, 13, 34 e 36. Abbiamo dedicato un articolo a come muoversi a Philadelphia: può esserti utile per organizzare al meglio gli spostamenti in città per leggerlo puoi cliccare sul link sottostante.

Come Muoversi a Philadelphia: la nostra guida

Biglietti e orari d’apertura

Penn Museum ingresso
Foto: Windell Oskay

Il museo è aperto dal martedì alla domenica, dalle 10 alle 17. Il biglietto è di 18 $, ma sono previste le seguenti riduzioni: 16 $ per gli over 65 e 13 $ per bambini e ragazzi da 6 a 17 anni. Tieni presente che questo è uno dei musei inclusi nei Pass di Philadelphia, quindi se pensi di visitare vari musei o attrazioni della città, potresti risparmiare acquistando un pass turistico.

Pass Philadelphia: i nostri consigli

Storia del Penn Museum

Penn Museum storia
Foto: Peter Miller

La storia del museo affonda le radici in una importante spedizione archeologica svoltasi alla fine dell’Ottocento, nella quale fu oggetto di scavi l’antica città sumera di Nippur, in una zona dell’Impero Ottomano che oggi fa parte dell’Iraq. Dopo la spedizione William Pepper, lo stesso che ha fondato anche la biblioteca pubblica di Philadelphia, convinse l’Università ad erigere un nuovo edificio, per di più ignifugo, per poterci conservare i reperti portati a casa da questi scavi. Così nel 1887 venne aperto il museo, denominato “The University of Pennsylvania Museum of Archaeology and Anthropology”.

Da quel momento il museo incrementò la propria collezione compiendo numerose spedizioni. In quel periodo infatti era prassi comune per i musei americani ed europei di sponsorizzare scavi nel Vicino Oriente e poi condividere quanto scoperto con il relativo paese. Ad oggi il Penn Museum ha portato a termine oltre 300 spedizioni archeologiche e antropologiche in tutto il mondo.

Nel corso del tempo gli spazi espositivi sono aumentati e l’edificio in sé merita di essere visto. Costruito in un misto fra stile “Arts and Craft” e stile eclettico, è contornato da giardini, fontane e statue. Alcune ali del museo sono state aggiunte in seguito, come la Coxe Memorial Egyptian Wing (dedicata all’ex presidente del consiglio del museo, Eckley Coxe) nel 1929 e l’ala accademica nel 1971.

Cosa vedere al Penn Museum

Il Penn Museum vanta una delle maggiori collezioni al mondo di arte mediorientale e numerosi reperti da tutti i continenti. Nei prossimi paragrafi vedremo più nel dettaglio le singole collezioni, ma oltre alle diverse sezioni del museo, merita una menzione particolare anche la biblioteca.

Nel 1900 venne acquisita la biblioteca personale di Daniel Garrison Brinton, professore di archeologia e linguistica americana, che conteneva circa 4100 volumi, principalmente su etnologia e linguistica dei nativi americani. Fu la base di partenza per creare la biblioteca del museo, che è cresciuta fino ad avere oltre 145 mila libri. Mentre ti trovi al museo, non dimenticare di farci un giro, ne vale la pena.

Collezione irachena e mediorientale

Penn Museum collezione irachena
“Ariete in un boschetto” dall’antica città di Ur. Foto: Peter Miller

Quella proveniente dall’Iraq e in generale dall’area mediorientale è senza ombra di dubbio la collezione più importante del museo. Ospita infatti i reperti degli scavi che l’Università della Pennsylvania ha fatto insieme al British Museum di Londra sulle Tombe Reali di Ur, la celebre città-stato sumera in Mesopotamia.

Tra i reperti si contano numerosi oggetti intarsiati con oro e pietre preziose, oltre a particolari strumenti musicali come una bellissima lira adornata con una testa di toro. Molto bella la statuetta rappresentante un ariete in un boschetto, che è la metà di una coppia (l’altro pezzo si trova nel British Museum di Londra).

Nella parte di questa sezione dedicata ai babilonesi troviamo quasi trentamila tavolette d’argilla con iscrizioni in sumero e in accadico cuneiforme. Oltre ad essere una delle maggiori collezioni di questo tipo, conta il maggior numero di tavolette scolastiche e composizioni letterarie sumere al mondo.

Collezione egizia e africana

Penn Museum collezione egizia
Foto: Peter Miller

Un’altra ala del museo da visitare assolutamente è quella della collezione egizia. Mummie, statue e oggetti di diverso tipo sono conservati in queste stanze, oltre ad alcuni elementi architettonici. Ci sono per esempio grandi colonne di pietra scolpite e anche una sfinge di Ramesse II. Questo colosso di granito pesante 13 tonnellate risale al 1200 a.C. e arriva dal palazzo del faraone Merenptah.

I reperti esposti coprono tutta la storia dell’antico Egitto e arrivano principalmente dagli scavi effettuati dal museo. Il Penn Museum ha infatti prima finanziato l’Egypt Exploration Fund (l’organizzazione britannica che è stata responsabile degli scavi in tutto l’Egitto) e poi dal 1898 eseguito numerosi scavi propri. Ci sono poi una serie di manufatti acquistati e altri donati da diversi benefattori.

Oltre all’Egitto, anche altri paesi africani sono ben rappresentati, in particolare quelli della parte centro-meridionale del continente. Quella del Penn Museum è tra le più ampie collezioni d’arte africana in America. Non si tratta solo di opere d’arte, ma anche e soprattutto di oggetti che rappresentano la base di un approfondito studio etnografico svolto su diverse aree culturali africane. Oggi nel museo si contano 15000 oggetti etnografici e 5000 archeologici.

Una parte sostanziosa della collezione è arrivata qui nel 1912, acquistata da mercanti d’arte inglesi e tedeschi: si trattava per lo più di oggetti che l’etnografo tedesco Leo Frobenius aveva raccolto nella Repubblica Democratica del Congo (allora Congo Belga). Altri reperti arrivano invece dai missionari che hanno operato in vari stati africani all’inizio del Novecento.

Collezione mediterranea ed europea

Penn Museum collezione mediterranea
Foto: Peter Miller

Il Vecchio Continente è ben rappresentato nel museo, con pezzi preistorici dal Paleolitico, Neolitico ed Età del Bronzo, ma anche con importanti reperti del periodo romano e di quello medievale.

Oltre all’Europa, tutto il bacino del Mediterraneo è rappresentato in abbondanza. Sono 34000 gli oggetti etruschi, greci, ciprioti, romani e di altri antichi popoli mediterranei. Questa sezione del museo è stata creata principalmente grazie a scavi promossi dal museo prima della Seconda guerra mondiale.

Fin dalla fondazione del museo, tutto il mondo classico è stato tenuto in alta considerazione dall’Università della Pennsylvania, come d’altronde da tutte le università americane. A cavallo tra Ottocento e Novecento ci fu infatti un vero e proprio boom di interesse per tutto ciò che riguardava l’antichità classica mediterranea, dall’architettura alle lingue.

Collezione americana

Penn Museum collezione americana
Foto: Laura Blanchard

Il continente americano è rappresentato in tre sezioni: Nord America, Mesoamerica e Sud America. L’America settentrionale è rappresentata da ben 120000 pezzi archeologici e 40000 etnografici, che arrivano dal territorio degli Stati Uniti, del Canada e di alcune isole dei Caraibi.

I primi scavi partirono proprio nei dintorni di Philadelphia, in Pennsylvania e New Jersey. Oggi il museo contiene reperti che arrivano da 45 dei 50 stati USA e i due iniziali, insieme a Texas, New Mexico e Alaska, costituiscono la base più solida della collezione.

Nella parte relativa all’America Centrale, ci sono oggetti che arrivano dal Messico e da quasi tutti gli stati centroamericani. Gli scavi in questo territorio cominciarono alla fine dell’Ottocento nella penisola messicana dello Yucatan e fra le altre cose hanno riportato alla luce importanti ceramiche azteche.

Dal Sud America arrivano invece reperti delle culture che hanno popolato il continente e che rappresentano buona parte dei paesi attuali. La prima spedizione fu quella del 1895 al Lago Titicaca, fra Perù e Bolivia, seguita da altri studi in questi paesi, ma anche nella foresta amazzonica in Brasile e Guyana e poi in Venezuela e Colombia, fino a zone dell’area andina

Collezione asiatica e oceaniana

Penn Museum collezione asiatica
Foto: Megan Rosenbloom

Interessante anche la collezione asiatica, che ospita oltre 25000 oggetti da diversi paesi del continente. Questa collezione però è utilizzata più dal punto di vista della ricerca che dell’esposizione museale. Solo una piccola percentuale degli oggetti vengono esposti, a rotazione, mentre la maggioranza sono usati per la ricerca universitaria.

Il paese più rappresentato è la Cina, dalla quale arrivano sculture, oggetti e dipinti dalle dinastie Shang e Zhou, ma anche reperti dell’epoca neolitica. La parte più interessante della sezione è probabilmente quella delle sculture buddiste cinesi. Non mancano poi opere e reperti dal Giappone e da alcuni paesi del sud-est asiatico, in primo luogo dalla Thailandia.

Anche la collezione che riguarda l’Oceania è ricca di reperti e conta oltre 22000 pezzi. Borneo, Sumatra ed Isole Caroline sono stati i primi luoghi da cui il museo ha acquisito il materiale, ma pian piano il numero dei pezzi è aumentato con acquisizioni da Australia, Papua Nuova Guinea e altri stati.

Dove dormire nei dintorni

Il museo si trova nell’Università della Philadelphia e cercare un alloggio nel quartiere universitario è una buona idea. Siamo al di là del fiume Schuykill rispetto al centro storico della città: abbastanza vicino per visitarla, ma allo stesso tempo fuori dai quartieri più turistici e, di conseguenza, più costosi.

Se cerchi un hotel di livello alto, ti consiglio l’Hilton The Inn at Penn, oppure The Study at University City, entrambi a quattro stelle e davvero buoni. Come alternativa a tre stelle, consiglio lo Sheraton Philadelphia University City Hotel, mentre fra gli appartamenti suggerisco quelli di Sonder The Sloan, ben organizzati e adatti a due o a quattro persone.

Se invece vuoi conoscere tutti i nostri consigli sulle zone della città in cui cercare un alloggio puoi cliccare sul link sottostante.

Dormire a Philadelphia: i nostri consigli


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Andrea Cuminatto

Giornalista e viaggiatore. Parlo spagnolo, inglese e sto imparando il russo. Più che vedere i luoghi, amo conoscere chi li abita.

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