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Le location cinematografiche dell’Upper East Side

Ottobre 12, 2023 /

L’Upper East side è forse il quartiere più elegante ed esclusivo di tutta l’isola di Manhattan. Copre un’area rettangolare che corre dalla 59th Street alla 96th Street, per il lato lungo, e dalla sponda dell’East River fino a Central Park (5th Avenue), per il lato corto.

In questo distretto c’è la più alta concentrazione di palazzi signorili, boutique prestigiose e residenti facoltosi. Qui passa anche il tratto della 5th Avenue più famoso e maggiormente battuto dai turisti (Museum Mile), poiché costellato da alcuni fra i musei più autorevoli al mondo.

PS: Abbiamo realizzato un ebook gratuito dedicato alle più famose location cinematografiche di New York. Lo puoi trovare a questa pagina.

Mappa dell’itinerario

La Venticinquesima ora

John Finley Walk New York
John Finley Walk

Dal capolavoro assoluto di Spike Lee “La Venticinquesima ora” (2002), Monty Brogan (Edward Norton), il protagonista, sintetizza così, in uno dei più grandiosi monologhi dell’epopea cinematografica, il suo personale punto di vista sulle abitanti del ricco quartiere:

“In culo alle signore dell’Upper East Side, con i loro foulard di Hermès e i loro carciofi di Balducci da 50 dollari; con le loro facce pompate di silicone, truccate, laccate e liftate. Non riuscite a ingannare nessuno, vecchie befane!…”.

Da un’alba all’altra, il film racconta con feroce lucidità e delicata poesia narrativa l’ultimo giorno di libertà del protagonista, vissuto nella paura del domani e nel continuo rimpianto di un passato gettato alle ortiche. Al numero 154 dell’89th Street, tra la 3rd Avenue e la Lexington Avenue, si trova l’(1) abitazione di Monty e Naturelle Riviera (Rosario Dawson), comprata con i cospicui introiti di attività illecite.

Nelle scene iniziali del film, sulle scalinate dell’ingresso, Monty incontra prima Naturelle, che aspetta seduta il suo ritorno a casa, e, successivamente, Kosty (Tony Siragusa), il suo braccio destro, che, nell’attesa del suo arrivo, cerca rozzamente di adescare le benestanti donne di passaggio: ”Vieni qua! Ti faccio fare bambino mezzo russo mezzo nero!… Pieno di belle duonne…”.

Qui siamo nel cuore residenziale della zona, Yorkville. I cittadini che vogliono fare jogging o semplicemente godersi un po’ di verde, possono scegliere tra l’immenso Central Park, a ovest, oltre la 5th Avenue, o il più misurato Carl Schurz Park, che si affaccia sul fiume, ad est.

Per raggiungere quest’ultima pregevole oasi verdeggiante passeggiate lungo uno dei tanti viali alberati che si nascondono tra le grandi Avenue di Manhattan fino ad arrivare sull’East End Avenue, tra l’89th Street e l’88th Street, dove vedrete delle scalinate che si insinuano nel parco.

Alla fine delle stesse, si scorge la (2) Gracie Mansion, villa storica di fine Settecento in stile federal che, da mezzo secolo, è la residenza ufficiale del sindaco di New York. È visitabile, ma occorre prenotare. Nel film “City Hall” (1996), John Pappas (Al Pacino), interpretando proprio le vesti del sindaco di New York, risiede in questa casa.

Entrate nel parco dall’ingresso della 87th Street, e, avanzando lungo il corto viale, vi ritroverete catapultati all’interno della vibrante scena finale del già citato film di Spike Lee. Monty, insieme ai suoi amici di vecchia data Jacob (Philip Seymour Hoffman) e Frank (Barry Pepper), entrambi rimasti al suo fianco per tutta la notte, si congedano in modo inaspettato sotto l’(3) arco del Carl Schurz Park, che vedrete stagliarsi di fronte a voi.

Le panchine su cui siedono alle prime luci dell’alba sono state posizionate appositamente per il film, ma, il lussureggiante slargo che conclude il vialetto cieco è tale e quale. Al centro dello spiazzo, c’è una loggia traboccante di piante floreali che contornano una minuta statua raffigurante Peter Pan. Chi ha molto amato questa scena, apogeo del lungometraggio, avvertirà sicuramente un’intima ed emozionante complicità con il luogo.

Un’ultima laconica immagine dello stesso film girata in questo parco è la contemplativa camminata sul lungofiume ad inizio pellicola. Monty sosta in una delle tante panchine con il suo cane (Mr. Doyle) sul (4) John Finley Walk; per raggiungere la passeggiata, girate intorno all’arco seguendo uno dei tanti runners che optano per una corsa con vista sull’East River.

Passeggiate sul lungofiume in direzione sud, fermandovi in prossimità del Roosevelt Lighthouse (faro) che il vostro sguardo incrocerà sulla sinistra. Sedete per un attimo ad ammirare Roosevelt Island che galleggia sulle placide acque dell’East River; sarete disturbati solamente dal passaggio di chiatte operose e dai passi più o meno affannati degli amanti dell’esercizio fisico.

Percorrete la Promenade dedicata a John Finley (emerito professore della Princeton University) in direzione sud fino alla sua conclusione. Dirigendovi verso il centro, lasciato il fiume alle spalle, in prossimità della 2nd Avenue si incominceranno ad intravedere ristoranti ben curati, panetterie e caffetterie ricercate.

Kramer contro Kramer


Al numero 1568 della 2nd Avenue, c’è un’istituzione del cabaret newyorkese, il Comic Strip Live. Da qui sono passati tantissimi attori comici che successivamente hanno compiuto il grande salto dal palco di questo piccolo locale al cinema o alla televisione. Tra le tante celebrità, i cui volti si possono scrutare sui muri del locale, si sono esibiti: Chris Rock, Adam Sandler, Jerry Seinfeld ed Eddy Murphy, solo per citarne alcuni.

Proseguendo sulla 3rd Avenue, al numero 1291 sorge il (5) J.G. Melon, storico locale fondato nel 1972 che deve parte della sua notorietà, oltre ai suoi succulenti hamburger solitamente accompagnati da gustosi Bloody Marys, anche al film “Kramer contro Kramer” (1979).

Infatti, in uno dei tavoli interni, tutti rigorosamente apparecchiati con tovaglie a scacchi bianco e verde, si danno appuntamento Ted Kramer (Dustin Hoffman) e Joanna Kramer (Meryl Streep) per discutere circa il conflitto che li attanaglia da quando lei, snervata dalla prolungata incuranza del marito, decide di andare via di casa rinunciando anche all’amore e al contatto quotidiano con il loro piccolo figlio Billy.

La scena, carica di tensione, riflette appieno la prodigiosa prova della coppia che valse ad entrambi l’Oscar (miglior attore protagonista, lui; miglior attrice non protagonista, lei).

Provate a prendere posto in uno dei tavoli e godere di un pranzo speciale da J.G. Melon, autentica pietra miliare di New York. Tra le molte recensioni ragguardevoli, la guida Michelin descrisse il ristorante con le seguenti parole:

“I posteri ricorderanno J.G. Melon come istituzione newyorkese classica e ambita. Fatti strada in questa grotta incastonata in un accogliente angolo nell’Upper East Side, dove l’atmosfera senza tempo e il personale allegro creano gran parte del suo fascino”.

Il Diavolo veste Prada e Colazione da Tiffany


Ne “Il Diavolo veste Prada” (2006), dove mai poteva essere ubicato l’(6) appartamento di Miranda Presley (Meryl Streep) se non nell’esclusivo Upper East side? L’influente e autoritaria direttrice di Runway, risiede infatti nella magnifica magione al numero 129 della 73rd Street, tra la Lexington e Park Avenue. Andrea (Anne Hathaway) ha il compito di penetrarvi cautamente all’interno e farle recapitare il menabò della rivista.

La successiva tappa cinematografica in cui ci si imbatte proseguendo nell’itinerario segnalato, riguarda un altro leggendario film: “Colazione da Tiffany” (1961). Al numero 169 della 71st Street si trova l’esterno dell’(7) appartamento di Holly Golightly (Audrey Hepburn) e del suo nuovo vicino Paul Varjak (George Peppard).

Rientrando a piedi dopo aver consumato la celeberrima colazione davanti al negozio Tiffany & Co, si accorge di aver smarrito le chiavi di casa. È quindi costretta a suonare al vicino di casa, l’”ometto” giapponese, il quale, dopo aver aperto il portone, la redarguisce verbalmente dall’alto della tromba delle scale:

Mrs. Golightly: io protesto! (…) Lei perdute anche l’altro giorno, e lei continuare sempre suonare mio campanello! (…) Lei disturbare, allora faccia fare ancora chiave!”. La divina Audrey ribatte candidamente: “Ma non servirebbe a niente, le perdo tutte!”.

La massiccia porta verde e le scale in pietra sono ancora molto simili a come si vedono nel film.

Serendipity, Una Sirena a Manhattan e Nove Settimane e ½

Bloomingdale's new york
Bloomingdale’s

Scendete verso la zona di Lenox Hill scegliendo di proseguire sulla 3rd Avenue o spostandovi sulla parallela Lexington Avenue. Incrociando la 60th Street incontrerete (8) Bloomingdale’s, il tempio dello shopping della zona. I grandi magazzini occupano un intero isolato a Lexington tra la 59th e la 60th. Alcune scene di tante produzioni hollywoodiane sono state girate tra i suoi reparti.

Nel film “Serendipity” (2001), ad esempio, Jonathan Trager (John Cusack) e Sara Thomas (Kate Beckinsale) si incontrano nel reparto accessori intenzionati all’acquisto di guanti per i rispettivi partner, quando, un normale shopping prenatalizio si trasforma in un’ode romantica. Anche, Allen Bauer (Tom Hanks) e Madison (Daryl Hannah) si intrufolano nel centro commerciale nella commedia “Splash – Una Sirena a Manhattan” (1984), diretto da Ron Howard e completamente girato nella Grande Mela.

Un’ultima pellicola da menzionare, sempre legata a questo grande centro commerciale, è “Nove Settimane e ½ (1989). Le folli fantasie alla base della passionale storia d’amore tra John Gray (Mickey Rourke) ed Elizabeth McGraw (Kim Basinger), passano anche dal furto di un pendolo nel reparto gioielleria ed un finto acquisto di un letto matrimoniale nel reparto arredamento.

Dedicate qualche momento allo shopping; Bloomingdale’s è sicuramente uno dei luoghi più adeguati dell’intera città. Tra i suoi reparti si possono trovare, oltre alle grandi firme del mondo dell’abbigliamento, anche bigiotterie, negozi di accessori e di articoli per la casa.

Un giorno… per caso e ancora Serendipity


Qualche passo ancora sulla 60th Street e troverete il (9) Serendipity 3, al civico 225. Entrare in questo bizzarro ristorante è come entrare nel paese delle meraviglie. Lampadari art decò di differenti forme e misure sono appesi in modo disparato sul soffitto di entrambi i piani e, alle pareti, sono disseminati orologi giganteschi con tantissimi oblò a specchio.

Un tripudio di colori, merletti e chincaglierie. È un luogo pieno di stravaganze e frequentato sin dagli anni ’50 da tanti artisti e celebrità: da Marilyn Monroe, Andy Warhol e Grace Kelly fino a Melanie Griffith, Ron Howard, Beyoncé e Kim Kardashian. I punti di forza del ricco menù del ristorante sono i nutrienti, super-calorici e giganteschi dessert: la “Frrrozen Hot Chocolate” è leggendaria; la sua ricetta la si può trovare nel libro Sweet Serendipity venduto allo store dello stesso ristorante. Il locale grazie alla sua storia gloriosa tanto quanto i suoi gelati e dessert, è stato teatro di alcune famose produzioni del cinema.

L’interno del locale appare in “Un giorno… per caso” (1996), con George Clooney e Michelle Pfeiffer. La commedia sentimentale narra l’incrocio delle vite dei due genitori Melanie Parker (Michelle Pfeiffer) e Jack Taylor (George Clooney), entrambi single con un figlio a carico e impegnati lavoratori. Il titolo originale deriva dalla canzone omonima del 1963 “One Fine Day” dei The Chiffons, presente nella colonna sonora del film stesso. Ovviamente, nel ristorante Serendipity 3, non poteva non essere stato girato anche l’omonimo “Serendipity” (2001); il ristorante è infatti luogo centrale della storia d’amore tra Jonathan e Sara. Chiedete dello “star table” se volete sedervi proprio dove sono state girate le scene interne al locale.

Cocktail


Imboccando la 1st Avenue, al numero 1152, troverete il mitico (10) Baker Street Pub, dove potrete anche cenare ma, soprattutto, assaporare tanti cocktails!

In questo locale sono state riprese numerose scene di “Cocktail” (1988) la cui storia è incentrata sull’ambizione del giovane Brian Flanagan (Tom Cruise) che si candida per diventare l’apprendista barista del più esperto Douglas ‘Doug’ Coughlin (Bryan Brown):

“Sei nelle Upper East Side, la capitale mondiale in fatto di locali… il meglio del meglio! Pensi di potertela cavare giovane Flanagan? “.

Dopo un veloce ma faticoso rodaggio, la nuova coppia di bartenders si esibisce quotidianamente con enorme successo, perché: “(…) Non c’è modo migliore di arrivare in alto, che stare dietro 90 centimetri di mogano!”. I due deliziano gli avventori facendo giochi di prestigio con gli strumenti del mestiere: shakers, bottiglie di liquori e tanto ghiaccio. La loro fama accresce sempre più e il bar dell’Upper East Side diventa un’istituzione soprattutto per le attraenti, annoiate e ricche donne delle Grande Mela.

La struttura del bar è rimasta identica al film. Qualche rinnovamento non impedisce di rivivere nella propria mente le scene del cult anni ’80 e di immaginare che a servire il drink ordinato al banco siano proprio Brian o Doug dopo aver parafrasato una poesia a sfondo alcolico.

Tanti hanno sognato di essere un “Brian Flanagan”, affascinante seduttore e disinvolto re della notte e della movida newyorkese. Legge di Coughlin: “Qualsiasi cosa, è sempre qualcosa di meglio!”.

Mamma ho riperso l’aereo, Donnie Brasco e Terapia d’urto

Queensboro Bridge
Queensboro Bridge

Dalla 1st Avenue, all’incrocio con la 60th Street, si può osservare il sontuoso e imponente (11) Queensboro Bridge. Questo gioiello ingegneristico, immortalato in tantissimi film, collega l’isola di Manhattan al Queens. Fra i tanti film girati a 40 metri d’altezza sul fiume si possono ricordare: “Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito New York” (1992), “Donnie Brasco” (1997) e “Terapia d’urto” (2003).

Nel primo, il piccolo Kevin McCallister (Macaulay Culkin), per nulla intimorito di essere atterrato in una località diversa da quella della sua famiglia, attraversa baldanzosamente questo ponte a bordo di un taxi per poter raggiungere Manhattan, galvanizzato all’idea di passare qualche giorno di vacanza da solo.

Nel gangster-movie “Donnie Brasco”, i due protagonisti, il mafioso Benjamin “Lefty” Ruggiero (Al Pacino) e l’infiltrato Joseph D. Pistone/Donnie Brasco (Johnny Depp), percorrono il ponte diretti ad un appuntamento con alcuni capi dell’organizzazione. Lefty durante il tragitto cerca nervosamente di spiegare a Donnie che:

“In Cosa Nostra se uno ti convoca, sei vivo quando entri e sei morto quando esci… ed è il tuo migliore amico a liquidarti! (…)” … “Che te lo dico a fare!!”.

In “Terapia d’urto”, il Dr. Buddy Rydell (Jack Nicholson), tirando pericolosamente il freno a mano, inchioda l’automobile del suo assistito David “Dave” Buznik (Adam Sandler) nel bel mezzo del ponte. Lo psichiatra pretende, a scopo terapeutico, che il povero Dave canti insieme a lui una canzone tratta da “West Side Story”.

Scappo dalla città, Spider-Man e Leon

Roosevelt Island Tramway
Roosevelt Island Tramway

Accanto al Queensboro Bridge, viaggia parallela e sospesa la (12) Roosevelt Island Tramway, funivia che collega l’omonima isola a Manhattan. La teleferica è stata immortalata nelle sequenze di almeno tre celebri film: “Scappo dalla città – La vita l’amore e le vacche” (1991), “Spider-Man” (2002) e “Leon” (1994).

Se volete provare l’esperienza unica di sorvolare e, letteralmente, incunearvi fra i grattaceli di Manhattan, fate un giro andata e ritorno su questo efficiente collegamento in attività dal 1976: la fermata a Manhattan si trova sull’incrocio tra la 60th Street e la 2nd Avenue.

Nella spassosa commedia, il cui nome originale è City Slickers (tradotto in italiano suonerebbe più o meno come “fighetti di città”), Mitch Robbins (Billy Cristal) è solito utilizzare la cabinovia per recarsi quotidianamente e infelicemente in ufficio. Nell’action movie invece, il supereroe Marvel si fionda sul ponte nel tentativo di effettuare un doppio recupero: salvare, sia le vite di alcuni ragazzini intrappolati nella cabina, sia quella della bella Mary Jane Watson (Kirsten Dunst).

Infine, nel capolavoro di Luc Besson, la piccola Mathilda (Natalie Portman), sale sull’originale mezzo di trasporto in compagnia dei suoi soli pensieri.

L’itinerario deve chiudersi omaggiando un newyorkese doc. Un regista e attore che attraverso i suoi capolavori ha raccontato e mostrato le mille facce della sua città natale: Woody Allen.

Manhattan

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Locandina di Manhattan

Il tour nell’Upper East side finisce perciò con l’iconica locandina di “Manhattan” (1979) in cui si intravedono i due interpreti, Isaac Davis (Woody Allen) e Mary Wilke (Diane Keaton), seduti di spalle sulla (13) panchina di fronte al fiume solcato dal Queensboro Bridge.

La divertente commedia, lineare ed immersa nel consueto romanticismo “alleniano”, si apre con una sequenza di immagini della Grande Mela; la voce fuori campo, quella del protagonista Isaac Davis, detto Ike, recita uno dei possibili incipit del libro che sta scrivendo: “Lui adora New York City (…)”.

“Manhattan” (1979) espone e dona lustro a Manhattan, protagonista assoluta del film. Qui emerge una complicità unica tra il racconto e la metropoli, la cui straordinaria fotografia ne costituisce la malta. Woody Allen disse:

E’ la mia visione romantica e personale della vita a Manhattan. Mi piace pensare che se tra cent’anni la gente lo vedrà, imparerà qualcosa di cos’era la vita in città negli anni Settanta.

Allen decise di girare in bianco e nero perché, come lui stesso afferma: “Forse è una reminiscenza di vecchie fotografie, film, libri e tutto quel genere di cose. Ma è così che mi ricordo New York.”.

Quella panchina forse non è esattamente la stessa, anzi, prima del film, di panchine, non ce n’erano affatto; la magia del luogo però, è rimasta intatta. Siamo a Sutton Square, Upper East Side (parte conclusiva della 58th Street). Andateci di sera, o di notte, ancor meglio, quando, proprio su quella famosa seduta, alcune coppie si scambiano smancerie.

Il Queensboro Bridge lo troverete illuminato di fronte a voi. Le sue luci sfavillanti riflesse nell’acqua dell’East River scalderanno il vostro cuore. Rimanete rilassati qualche minuto godendovi quell’angolo pacifico nel cuore della sempre frenetica Manhattan. Ripensate magari ai tombini fumanti, ai grattaceli, agli edifici, ai parchi e alle caffetterie che avete incontrato lungo il tragitto odierno. Tutti elementi che si animano e rivivono nella mente dopo averli raccolti e archiviati negli anni attraverso il piccolo o il grande schermo.

Leggi tutti gli altri itinerari cinematografici

Tour dei Film a New York

Se invece di programmare un itinerario in autonomia preferite affidarvi a una visita guidata che vi accompagni per circa 3 ore lungo i principali set cinematografici di New York con tanto di aneddoti e curiosità da "dietro le quinte" potete dare un'occhiata a questo tour:

Tour delle location cinematografiche di New York


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Ivan Tronconi

Appassionato di cinema, innamorato di viaggi on the road e in costante ricerca di fughe alternative nel continente Americano.

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