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Le location cinematografiche di Coney Island e dintorni

Ottobre 12, 2023 /

Coney Island si trova nella porzione più meridionale di Brooklyn. La penisola si presenta non solo come il quartiere del divertimento grazie al popolare luna park, ma anche quello residenziale che ospita un equilibrato ed affascinante crogiolo di etnie che, insieme, formano una comunità da più di trentamila persone. Il nostro itinerario prevede anche lo spostamento verso quartieri meno conosciuti come Homecrest, Bensonhurst e Bay Ridge, per questo, consiglio di utilizzate tutti i mezzi pubblici che la città di New York mette a disposizione.

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Mappa dell’itinerario

Nove settimane e mezzo e He got game

coney island station

Appena usciti dalla principale (1) stazione di Coney Island delle linee metro D-F-N-Q, si sbuca sulla Surf Avenue, l’arteria che brulica di negozi e bancarelle di dolciumi, popcorn, gelati, zucchero filato e ciambelle oltre ai tanti fast food e ristoranti a buon prezzo. C’è un’iconica scena in “Nove settimane e mezzo” (1986), in cui la coppia protagonista esce fuori correndo dalla stazione della metro per passare qualche ora nel quartiere tra passeggiate romantiche, scherzi e tanto divertimento.

Coney Island è un universo che vive il suo massimo splendore durante il caldo periodo estivo in cui si affolla di persone che cercano rifugio nella spensieratezza delle divertenti giostre in salsa retrò o nella rilassatezza della languida spiaggia inebriata della brezza marina dell’oceano.

Nel 1998 Spike Lee, con il vibrante “He got game”, ambientato a Coney Island, con rara maestria porta alla luce, attraverso la sceneggiatura e la fotografia, tanto le attrattive quanto le contraddizioni di questo sobborgo. L’infelice protagonista Jake Shuttlesworth (Danzel Washington) si trova a pagare a caro prezzo gli errori commessi in un difficile, sfortunato e triste passato scontando una pena in un carcere detentivo. La passione e l’attitudine verso il gioco del basket, trasmessa con forza anche a suo figlio Jesus prima di sparire per anni, accorre in suo soccorso.

Il governatore, fanatico tifoso di basket, offre a Jake una riduzione di pena a patto che riesca a convincere l’ormai matura promessa della pallacanestro americana, Jesus Shuttlesworth (Ray Allen), ad unirsi alla sua squadra della Big State University. Così Jake, scortato da due agenti per la custodia cautelare, esce temporaneamente dal carcere per raggiungere e convincere suo figlio che ancora vive e studia a Coney Island. In questa “vacanza” lunga una settimana, Jake viene sistemato in una piccola bettola all’interno di un edificio frequentato da prostitute e individui poco raccomandabili. La finestra del suo appartamento si affaccia sul primo e originale ristorante (2) Nathan’s Famous, all’angolo tra Surf Avenue e Stillwell Avenue. Nello stesso locale, i due agenti che seguono e osservano ogni movimento di Jake sembrano apprezzare le prelibatezze in vendita durante le meritate pause pranzo.

Nathan’s Famous è senz’altro il più famoso fast food della zona; si dice che proprio qui sia stato inventato il primo panino farcito con würstel viennese e condito con ketchup e senape. Nel 1916, l’immigrato polacco Nathan Handwerker iniziò l’attività con una frugale bancarella in cui gli hot dog venivano da lui preparati con un mix segreto di spezie inventato dalla moglie. Nathan’s Famous vanta oggi milioni di fan, forniture in ogni supermercato d’America e ristoranti attivi in mezzo mondo.

Oltrepassando il fast food, si intravedono subito le attrazioni più famose del luna park. Giostre, ottovolanti, go-kart e autoscontri ma, soprattutto, l’emblema del parco divertimenti: la (3) Wonder Wheel, la coloratissima ruota panoramica presente sin dall’inizio del secolo scorso e sulla quale si può scegliere di fare un giro sia con cabine fisse che mobili. Ancora in “He got game” (1998) ritroviamo Jesus Shuttlesworth (Ray Allen) con la sua ragazza Lala (Rosario Dawson) scegliere opportunamente una cabina fissa, non solo per concentrarsi sul panorama…

La ruota delle Meraviglie, Due settimane per innamorarsi e Brooklyn

wonder wheel

Ma la celebre ruota panoramica fa da sfondo, insieme all’epoca d’oro di Coney Island degli anni Cinquanta, anche alle vicende dei protagonisti della recente commedia di Woody Allen “La ruota delle Meraviglie” (2017).

Il litorale che si affaccia sull’oceano Atlantico è lungo circa cinque chilometri e comprende, oltre alla famosa (4) Coney Island Beach, anche le spiagge di Brighton Beach e Manhattan Beach.

Quella di Coney Island rimane la spiaggia prediletta dagli abitanti di New York per rilassarsi qualche ora di fronte all’oceano. L’arenile appare molto chiaramente nella commedia romantica “Two weeks notice – Due settimane per innamorarsi” (2002) dove, Lucy Kelson (Sandra Bullock), brillante avvocatessa ambientalista, si presenta all’imprenditore George Wade (Hugh Grant), intenzionata ad impedire la costruzione dei nuovi condomini della Wade Corporation che danneggerebbero parte della bellezza del litorale.

Anche nella pellicola “Brooklyn” (2015), l’affollata spiaggia di Coney Island viene ripresa quando la timida impiegata irlandese Eilis Lacey (Saoirse Ronan) si concede una gita al mare in compagnia dell’idraulico italiano Tony Fiorello (Emory Cohen), del quale si innamora.

Il lungomare che collega le spiagge attigue di Coney Island e Brighton Beach prende il nome di Riegelmann Boardwalk, in onore dell’ex Presidente del distretto di Brooklyn, Edward J. Riegelmann, che promosse e guidò la sua costruzione fino all’inaugurazione del 1923. Lungo la passerella in legno di circa quattro chilometri, si susseguono un’infinità negozi, caffè, fast food e attrazioni turistiche che vanno dal New York Aquarium fino all’MCU Park, stadio dei Brooklyn Cyclones, squadra che milita in una serie minore di baseball. Tra i tanti ristoranti presenti, (5) Ruby’s Bar & Grill è il locale in cui, ne “La ruota delle Meraviglie” (2017), Ginny Rannell (Kate Winslet) lavora come cameriera.

Il ristorante sito al civico 1213 del Boardwalk, è stato scelto da Woody Allen, perché, essendo in attività dal 1934, rappresenta una pietra miliare della zona. Oltre alle prelibatezze che offre, è l’unico posto dove si possa camminare “sotto” il lungomare, in quanto il soffitto è costruito con le stesse assi di legno originali anni ’20 di cui è fatto il lungomare stesso.

Il leggendario proprietario Ruby Jacobs, rilasciando un’intervista, disse:

Coney Island è l’elisir della vita. Sono stato intervistato una volta e il ragazzo mi ha chiesto quale fosse il cibo migliore nel mio ristorante. Gli ho detto di girarsi, ammirare l’oceano e fare un respiro profondo. Quello è il miglior cibo che posso offrire.

Le pellicole girate sul Riegelmann Boardwalk

Riegelmann Boardwalk

Il (6) Riegelmann Boardwalk è stato immortalato in numerose scene di tanti altri film. In “Demolition – Amare e vivere” (2015), lo sfortunato e ancora sconvolto Davis Mitchell (Jake Gyllenhaal) si dà appuntamento con Karen Moreno (Naomi Watts) davanti al Ford Amphitheatre, spazio all’aperto per intrattenimento inaugurato nel 2016, all’altezza del numero 3052 sul lato ovest.

In “Nove settimane e mezzo” (1986), John (Mickey Rourke) ed Elizabeth (Kim Basinger), passeggiando romanticamente sul lungomare ovest, incontrano un gruppo di ragazzini che, in cambio di qualche dollaro, si offrono di far loro ascoltare un accenno della colonna sonora de “Lo squalo” eseguita con sgradevoli flatulenze.

Il lungomare desolato e gli impermeabili indossati dai protagonisti indicano che queste sequenze siano state girate in una stagione diversa da quella estiva. In effetti, Coney Island nel periodo invernale subisce un radicale cambiamento rispetto all’alta stagione, lasciando così ai residenti la possibilità di godersi appieno l’intera area senza un’esagerata ressa.

Nel film “He got game” (1998), Spike Lee sceglie di ambientare il fulcro della vicenda negli affollati caseggiati circoscritti tra la 29th Street e la 32nd Street, sempre sul lato ovest della penisola. Questi austeri e slanciati condomini, pur affacciati sull’oceano, sono ben lontani dalle luci sfavillanti del luna park, vero motore economico del quartiere.

I campi di basket comunali del (7) Nautilus playground, tra il cemento e la sabbia, sono il bene più prezioso per i ragazzi che abitano questi popolari progetti abitativi. Jake Shuttlesworth (Danze Washington) impone con grande severità ed eccessivo fanatismo allenamenti di basket quotidiani al figlio Jesus fin dalla tenera età, spronandolo anche verbalmente: “siamo io e te… e Micheal Jordan; gli unici al mondo che giocano… tutti gli altri dormono!”. E ancora: ” Non farti mai vedere debole. Se manchi il canestro devi fare dieci flessioni!”. Ed è proprio sullo stesso campo che i due si ritrovano dopo anni duellando ancora in un avvincente uno contro uno, dove il livore, la sofferenza e l’amore sono i sentimenti opposti che accendono e animano la sfida.

Little Odessa

Nella vicina Brighton Beach, non molto rappresentata nel mondo del cinema, è stato interamente girato il drammatico “Little Odessa” (1994), vincitore a Venezia del Leone d’argento per la miglior regia di James Gray. La (8) casa degli Shapira, in cui abita la famiglia del killer della mafia russa Joshua Shapira (Tim Roth), il quale viene richiamato a portare a termine un nuovo compito nel quartiere dopo un prolungato esilio, si trova al 3091 di Brighton 5th Street.

Nonostante i grandi dispiaceri provocati alla famiglia di origine russa e religione Ebraica, Joshua giova ancora di un legame molto forte con il fratello adolescente Reuben (Edward Furlong). Il titolo del film si ispira alla massiccia immigrazione di sovietici nella zona a partire dalla metà degli anni ’70; erano per lo più cittadini russi e ucraini di origine ebraica. In questa nuova “Piccola Odessa” aprirono un grande numero di imprese, negozi, ristoranti, club, uffici e banche, dalle scritte in cirillico.

Bronx e Il Padrino

A dispetto del nome, il film “Bronx” (1993) è stato girato principalmente tra Astoria, nel Queens, e Homecrest, a Brooklyn, qualche miglio a nord di Brighton Beach. Scritto da Chazz Palminteri e diretto da Robert De Niro, il retto e onesto conducente di autobus, Lorenzo Aniello (Robert De Niro), lotta coraggiosamente contro Sonny (Chazz Palminteri), boss italo-americano del quartiere, per impedire al proprio unico figlio Calogero Aniello di seguire le facili orme della malavita.

Una volta cresciuto, Calogero detto “C” (Lillo Brancato), riesce a mantenere buoni rapporti sia con il padre sia con il Boss. Innamorato di Jane, una ragazza di colore, si trova però a dover affrontare l’ingiustificabile guerra tra bande rivali che si manifesta già al primo incontro con la ragazza. Calogero, infatti, è costretto a fermarsi in prossimità di un sottopassaggio della metro, qualche passo più indietro rispetto alla casa della ragazza, per tenersi alla larga dal bar frequentato da una gang di neri pronta a cacciare il bianco fuori dal quartiere.

Il sottopassaggio si trova sull’incrocio tra la (9) Gravesend Neck Road e la East 16th Street. Nel primo film della trilogia de “Il Padrino” (1972), nella lussuosa e ordinata East 5th Street, si trova la (10) villa di Clemenza (Richard S. Castellano), al numero 1999. Questo prezioso esponente della Famiglia Corleone è amico di Don Vito (Marlon Brando) fin dai tempi in cui i due emigranti italiani si incontrarono a New York in giovane età per uno scambio di favori. Uscendo di casa per “sistemare” l’autista di Don Vito Corleone, la moglie di Clemenza ricorda lui di prendere i cannoli prima del suo ritorno.

Nel gangster-movie capolavoro di Francis Ford Coppola, non si deduce dove quei cannoli vengano acquistati. Forse in una delle tante pasticcerie siciliane nella Little Italy di Brooklyn, nel quartiere di Bensonhurst, non molto distante da Homecrest.

La Febbre del sabato sera, La Venticinquesima ora e Little Men

Verrazano-Narrows bridge

Proprio nei quartieri di Bensonhurst e Bay Ridge, un certo Tony Manero (John Travolta) si muoveva con la disinvoltura di un divo forte del suo talento per il ballo e la conquista di belle ragazze. Questi quartieri non sono certo le mete turistiche più gettonate di New York, eppure quelle strade così metropolitane, spartane e démodé richiamano nella mente dei più appassionati cinefili, emozioni totalizzanti.

La Febbre del Sabato sera” (1977) non ha avuto solo il merito di lanciare la carriera di John Travolta e la straripante disco-music, ma anche di portare in scena il disagio e la voglia di riscatto dei figli dei tanti immigrati che si riversavano a fiumi verso gli ultimi spazi liberi nelle periferie delle grandi città americane.

Durante la lunga sequenza iniziale sulle note di Stayin’ Alive, Tony percorre con passo sicuro e molleggiato l’86th Street, via commerciale incorniciata dalla ferrovia sopraelevata e puntellata dalle vissute serrande dei negozi. Mentre tante attività che appaiono nel film sono scomparse o hanno cambiato gestione, (11) Lenny’s Pizza sopravvive da oltre quarant’anni, al numero 1969 dell’86th Street. Qui Tony si ferma per prendere due tranci di margherita appena sfornati e poggiati uno sopra l’altro.

A onore del vero, il successo della pizzeria non è legato solamente a quello parallelo del film ed al merchandising che è seguito negli anni a venire, ma anche ai gustosi tranci di pizza che vengono preparati a ritmo industriale. La (12) villetta dei Manero, famiglia di origine italiana, è ancora visibile al numero 221 delle 79th Street nel quartiere di Bay Ridge. Lo stabile a due piani, pur essendo stato parzialmente ristrutturato, possiede ancora le sembianze della classica abitazione accogliente e calorosa del ceto medio americano.

Sempre a Bay Ridge, al 9715 della 3rd Avenue, c’è il pub (13) Kitty Kiernans, divenuto una pietra miliare per la comunità del quartiere grazie anche alla fortunata apparizione, nelle vesti di Brogan’s, ne “La Venticinquesima ora” (2002) di Spike Lee. Dall’ingresso del locale si gode di una vista spettacolare sul Verrazzano-Narrows bridge.

L’interno del locale, in autentico stile irlandese, si è rivelato una scelta perfetta per un film ambientato in una comunità irlandese-americana. È qui che Monty Brogan (Edward Norton) si sfoga nella vibrante e rabbiosa invettiva scandita contro tutta New York e i suoi gretti abitanti. Ma il monologo si conclude con l’autoaccusa: “No… No, in culo a te, Montgomery Brogan. Avevi tutto e l’hai buttato via, brutta testa di cazzo!” Come afferma infatti l’attore Edward Norton in merito al film: “È una parabola sulle scelte sbagliate, sul rimorso e il rammarico di aver buttato via una vita promettente”.

Il (14) Verrazano-Narrows bridge appare anche in lontananza nel delizioso film “Little Men” (2016), quando Brian Jardine (Greg Kinnear) è costretto a soccorrere il figlio Jake caduto con i pattini a rotelle. Ancora ne “La Febbre del Sabato sera” (1977), l’assoluto protagonista Tony Manero, è solito combinare stupidi scherzi con gli amici camminando in equilibrio sul bordo del ponte stesso che rappresenta anche l’affollatissimo punto di partenza della maratona di New York.

Da una delle tante panchine della (15) Bay Ridge Promenade, all’interno dello Shore Road Park, è facile rimanere impressionati dalla vista del collegamento sospeso che unisce i boroughs di Staten Island a Brooklyn; in compagnia di Karen Lynn Gorney, l’attrice che impersona Stephanie Mangano, ancora un giovane John Travolta trascorre alcuni momenti piacevoli fra chiacchiere e tenerezze.

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Tour dei Film a New York

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Tour delle location cinematografiche di New York


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Ivan Tronconi

Appassionato di cinema, innamorato di viaggi on the road e in costante ricerca di fughe alternative nel continente Americano.

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