“Cosa credete che facciamo qui in mezzo al deserto? Si tratta di soldi. È il risultato finale di tutte le insegne luminose, dei viaggi omaggio, di tutto lo champagne, le suite d’albergo gratuite, tutte le donnine e tutte le bevute: è stato tutto organizzato solo per beccarci i vostri soldi. È questa la verità su Las Vegas.”
Las Vegas viene presentata così da Sam “Asso” Rothstein (Robert De Niro), nel capolavoro di Martin Scorsese, “Casinò” (1995). In effetti, la città del Nevada rappresenta l’eccesso, il luogo in cui tutti i vizi possono essere soddisfatti. I film ambientati nella città del peccato richiamano alla memoria i tavoli di blackjack, gli strip-tease, le slot machines, gli hotel di lusso e miliardi di luci sfavillanti. La città che sorge nel deserto del Mojave è celebre per essere la capitale mondiale del kitsch, anche se, talmente folle ed esagerato, da lasciare a bocca aperta.
Le Location di Downtown Las Vegas
“(…) e poi un giorno gli viene una grande idea; costruire una città in mezzo al deserto, nel posto dove sostavano i soldati in viaggio verso il pacifico. Quel ragazzo si chiamava Moe Green. E la città che lui inventò si chiama Las Vegas. Quello era un grand’uomo; aveva fantasia e coraggio, e non c’è neanche una targa o una strada o una statua che lo ricordi nella sua città. (…)”.
Questa la versione romanzata di Hyman Roth (Lee Strasberg) che, ne “Il Padrino – parte II” (1974), fa luce sulla nascita della “Sin City”. Nella realtà storica, a metà del 1800 venne a crearsi un primo insediamento nei pressi di ciò che oggi viene considerato il Downtown di Las Vegas, quartiere del gioco d’azzardo prima che fosse creata la “Strip”. Il centro cittadino ospita una grande varietà di hotel, grattacieli commerciali, edifici storici, istituzioni governative, nonché centri culturali.
Proprio fra questi ultimi il (1) Neon Museum, è dedito alla raccolta, alla conservazione, allo studio e all’esposizione dei cimeli più iconici che si sono succeduti negli anni. Il Visitors Center del museo si trova all’interno della storica hall de “La Concha Motel”. Questo caratteristico edificio a forma di conchiglia è apparso nel già citato film di Scorsese; nel motel dalla struttura curvilinea e sinuosa, lo spietato gangster Nicky Santoro (Joe Pesci), si incontra segretamente con la splendida Ginger McKenna (Sharon Stone), assoluta protagonista femminile della pellicola.
Nel terzo capitolo del 2013 della trilogia di “Una notte da Leoni”, l’incontenibile Mr. Leslie Chow (Ken Jeong) atterra con il suo paracadute sul tetto della limousine guidata dall’apparentemente calmo e riflessivo Stuart Price (Ed Helms). Stu, con il parabrezza oscurato dalla tela del paracadute, svolta davanti al (2) California Hotel & Casino, sull’incrocio tra la East Ogden Ave e North Main Street, per terminare la corsa contro un idrante tra il vecchio (3) Las Vegas Club Hotel & Casino (demolito tra il 2017 e il 2018) e il maestoso ingresso della (6) Fremont Street Experience, celebre strada pedonale coperta.
Dall’altro lato della strada, il povero Mr. Chow, dopo l’impatto, si ritrova disteso supino a terra sul limitare del piazzale del (4) Plaza Hotel & Casino. Questa struttura, sfodera un ingresso con una scintillante tettoia che appare anche nello psichedelico film di Terry Gilliam, “Paura e delirio a Las Vegas” (1998).
I protagonisti della pellicola, Raoul Duke (Johnny Depp) e Dr. Gonzo (Benicio del Toro), grandi consumatori di sostanze psicotrope, salutano il loro arrivo a Las Vegas parcheggiando la propria cabriolet proprio davanti al glorioso hotel e casinò. A rendere ancor più sfarzoso l’ingresso del Plaza, è il ristorante (5) Oscar’s Steakhouse, i cui interni appaiono durante la breve cena riparatrice tra Sam “Asso” Rothstein e Ginger McKenna in “Casinò” (1995).
La parte superiore del loggione, che spunta come un fungo sul piazzale lungo la South Main Street, è completamente costruita in vetro trasparente, e, sedendosi nello stesso tavolo in cui i due attori sono stati fatti accomodare nella scena del film, si può godere di una vista privilegiata sul grande arco di Fremont Street. Di questo iconico ristorante, in cui servono principalmente succulente pietanze per veri intenditori di carne, una rivista di settore scrive: “The approach to food and service at this gorgeous restaurant is the same as Oscar’s approach to life: eat, drink and have fun!”.
Un piccolo assaggio dell’interno della celebre Fremont Street lo si può osservare nella sequenza della commedia “Last Vegas” (2013), in cui, il pensionato e vedovo Paddy Colson (Robert De Niro), si intrattiene con l’amica Diana Boyle (Mary Steenburgen), conosciuta la sera prima con i suoi compagni di sventura presso il (7) Binion’s Hotel Casino.
I quattro amici, Billy Garson (Michael Douglas), Archie Clayton (Morgan Freeman), Sam Harris (Kevin Kline), oltre allo stesso Paddy, si catapultano in ricordo dei bei tempi nella storica struttura di Downtown non appena atterrati a Las Vegas. Pur rimanendo delusi nel vedere come il posto sia cambiato dopo numerosi restyling, essi rimangono ammaliati dalla performance della cantante (“Non più di primo pelo”) Diana Boyle, che, finita l’esibizione, si intrattiene con gli avventori per un drink.
A Las Vegas possono capitare esperienze di ogni sorta; tuttavia, unica e mitica, è quella raccontata nella trama del primo e impareggiabile “Una Notte da Leoni” (2009), in cui si susseguono spassose gag sempre in equilibrio tra l’oltraggiosa spudoratezza e la geniale irriverenza. A bordo della Mercedes cabrio d’epoca, proprio all’esterno dell’ (8) Atomic Liquors, bar al 917 di East Fremont Street, i tre disperati protagonisti, Phil (Bradley Cooper), Stu (Ed Helms) e Alan (Zach Galifianakis), vengono urtati dal grande Suv di Mr Chow. A seguito dell’impatto, la rovinosa caduta dell’insegna a neon raffigurante una siluette femminile del celebre locale, causa poi anche la distruzione del tettuccio dell’automobile. L’Atomic Liquors, si vanta di essere il primo bar ad aver ottenuto la licenza per la vendita legale di liquori in città e, ancora oggi, continua a servire ricercata birra artigianale.
Las Vegas è anche famosa per i matrimoni lampo. La location più famosa è sicuramente la (9) Graceland Wedding Chapel, apparsa in una sequenza di “Paura e delirio a Las Vegas” (1998). In questa cappella, in attività da da molti anni, potrebbe essere “Elvis Presley” in carne e ossa a celebrare, dal pomposo altare, la funzione laica per le coppie che non sempre si presentano in uno stato di piena lucidità.
Le Location della Strip
Oggi, il cuore di Las Vegas è Las Vegas Boulevard, immenso viale scintillante di luci al neon, meglio conosciuta come “The Strip”. La parte più a sud di questa strada, lunga circa sei chilometri, è affollata di nuovi resort a tema, che, nella maggior parte dei casi, racchiudono nel proprio interno stanze d’albergo, casinò, piscine, teatri, cinema, ristoranti e negozi di ogni sorta. Nella notte, passeggiando lungo questo mondo fantastico, caratterizzato da strutture da un design davvero creativo, capita di vedere contemporaneamente monumenti come la Tour Eiffel, la Statua della Libertà o il campanile di San Marco. Ovviamente, qualsivoglia pellicola ambientata nella capitale mondiale dell’intrattenimento, ha come sfondo alcuni di questi splendidi complessi.
Prima di percorrere la Strip, al civico 3000 di Paradise Road, sorge il (10) Westgate Las Vegas Resort & Casino, ex-Hilton Hotel, teatro della competizione mondiale di braccio di ferro in “Over The Top”. Nel cult movie del 1987, il protagonista Lincoln Hawk (Sylvester Stallone), cerca di ottenere il ricco premio in denaro aggiudicandosi il titolo di campione davanti agli occhi del figlio Michael “Mike” Hawk (David Mendenhall), faticosamente riconquistato dopo aver vinto diffidenza e rancore pregresso.
È davvero un peccato non poter più entrare nella casa da gioco più film-friendly di tutta Las Vegas: il (11) Riviera Hotel & Casino, storico hotel sulla strip tristemente demolito nel 2016. Soprattutto all’interno delle sale di questo casinò sono state girate una sequela impressionante di pellicole, quali, ad esempio: “Casinò”, “Rain Man”, “Una Notte da Leoni”, “Ocaean’s Eleven”, “Austin Powers – Il Controspione”, “21”, “Paura e delirio a Las Vegas” e “Jason Bourne“.
Relativamente a quest’ultimo film, i produttori hanno colto al volo l’opportunità di facilitare il già pianificato smantellamento della struttura dell’Hotel con una spettacolare sequenza di inseguimenti d’auto per le strade della città, culminante con l’abbattimento delle slot machines posizionate nel ventre del casinò e distrutte per sempre da un blindato della polizia.
All’altezza del civico 2985, il lounge bar (12) Peppermill Las Vegas, non solo compare nel film “Casinò”, in cui viene ambientata una delle prime cene romantiche tra Asso e Ginger, ma appare anche in TV nelle serie “CSI: Las Vegas” e “The Holly Madison Show”, nonché nei recenti video musicali delle canzoni “Feeling it Coming Back” di Carlos Santana e “Another Lonely Night” di Adam Lambert. Il Peppermill, locale dall’atmosfera fascinosa in cui vengono preparati drink ricercati e squisiti dessert, è una tappa imperdibile sulla Strip di Las Vegas.
In una performance che gli valse l’oscar come miglior attore protagonista, Nicholas Cage, nei panni di Ben Sanderson, interpreta il ruolo di un uomo problematico e alcolizzato recatosi a Las Vegas determinato a bere fino alla morte. In “Via da Las Vegas” (1995), il lato cupo e squallido della città è stato brillantemente esposto dal regista Mike Figgis, il quale ha affermato che, la mancanza di budget, ha contribuito ad accrescere l’autenticità nel film stesso: senza soldi o permessi, chiudere la Strip non era un’opzione, così, le scene notturne per le strade della città, sono mostrate in tutta la loro realtà.
Nelle tante sequenze in esterna, appaino, sullo sfondo dei mezzi primi piani ai protagonisti, hotel come: il (13) Circus Circus, con il gigantesco e gaudente “Clown Lucky” che invita i passanti ad entrare per godersi numeri da circo e attrazioni da luna park nell’ammezzato sopra il casinò (l’interno del casinò compare in una scena del film “Paura e delirio a Las Vegas”); il (14) Flamingo la cui facciata è caratterizzata dall’inconfondibile piuma al neon rosa e arancione, che, data la lunga permanenza, è diventata uno dei simboli maggiormente riconoscibili della strada; l’(23) Excalibur, con le caratteristiche e inconfondibili torrette in stile medievale inglese.
Il (15) Caesar Palace, costruito nel 1966, oltre ad essere uno degli hotel più conosciuti della città, è una location centrale nella saga di “Una notte da Leoni”. L’interno del Caesar appare infatti in molteplici sequenze della commedia del regista Todd Phillips: la lobby dell’albergo, adornata da numerosi mosaici sulle pareti e da copie di statue romane sparse qua e là, viene mostrata con molta cura durante il check-in dei protagonisti; la piscina dell’hotel, luogo in cui Phil, Stu e Alan cercano di riprendersi la mattina dopo l’hangover, richiama le antiche terme costruite dai romani; il tetto, il cui accesso è purtroppo severamente vietato, è il posto in cui tutto inizia e tutto finisce… anche se: “Quello che succede a Las Vegas resta a Las Vegas… (…a parte l’herpes: quello torna insieme a te!)”.
Il piazzale d’ingresso compare sia nelle scene iniziali, all’arrivo del “branco” a Las Vegas, che in quelle finali, quando il Dott. Stu, si congeda dalla sua novella sposa Jade (Heather Graham). Sempre nello stesso punto, il geniale protagonista di “Rain Man – L’uomo della pioggia” (1988), Raymond Babbitt (Dustin Hoffman), riesce finalmente a “guidare piano nel viale d’ingresso” la Buick Roadmaster del 1949, gioiello di famiglia ereditata dal fratello Charlie (Tom Cruise).
Di fronte a tutta questa opulenza, molti hanno tentato, sia nella realtà che nella finzione, di compiere una rapina in uno dei tanti casinò colmi zeppi di denaro contante. Nel remake “Ocean’s Eleven” (2001), Reuben Tishkoff (Elliott Gould), tenta di dissuadere Daniel Ocean (George Clooney) e Rusty Ryan (Brad Pitt), con il seguente monito:
“Nessuno ci ha mai provato? C’hanno provato! Qualcuno c’è anche andato vicino. Volete sapere le tre rapine più riuscite nella storia di Las Vegas? Terzo posto, medaglia di bronzo: Mezzocollo acchiappa una cassa a mano allo Horseshoe, arriva più vicino alla porta di chiunque altro prima di lui; secondo posto – fra le rapine più riuscite: al Flamingo nel ’73. Questo addirittura ha preso una boccata d’aria fresca prima che lo prendessero. Dopo ha respirato con il polmone artificiale per tre settimane; grupie di merda! E al primo posto in assoluto quello che si è avvicinato di più a rapinare un casinò di Las Vegas è stato uno che ci ha provato nell’87: venne – prese – vinsero loro.”.
Tuttavia, il geniale e inimitabile piano ideato dalla banda per svaligiare il cavò del (16) Bellagio, non può essere abrogato. Costruito nel 1998, questo lussuoso Hotel possiede un hall decorata con fiori di vetro creati dall’artista Dale Chihuly e un’area di fronte all’ingresso occupata in gran parte da un immenso specchio d’acqua che richiama la deliziosa omonima cittadina italiana placidamente affacciata sul lago di Como. Tanto è lo spazio a disposizione che la passeggiata perimetrale lungo le sponde prende il nome di Riverwalk. Questo è un punto privilegiato che permette, proprio come fanno gli undici complici di Ocean dopo aver portato a termine il colpo, di osservare da vicino lo spettacolo dei getti d’acqua che si muovono ed esplodono a ritmo di musica, formando spettacolari coreografie.
Mr Chow, in “Una notte da Leoni – part 3” (2013), come già citato accennato all’inizio del capitolo, prima di atterrare sul tetto della Limousine di Stu, si gode Las Vegas dall’alto del suo paracadute, stonando a squarciagola il famoso verso “I believe I can fly, I believe I can touch the sky”. Nella lunga sequenza, il pazzo malvivente, sorvola sia le fontane del Bellagio, sia la riproduzione della Tour Eiffel, simbolo del (17) Paris Las Vegas, storico hotel & casinò della Strip.
Come detto, i grandi resort, sono delle città nelle città, e offrono anche spettacoli musicali e teatrali di alto livello ospitando le performance dei migliori artisti nazionali e internazionali. Il grande teatro (18) Jubilee!, dell’hotel Bally’s, è apparso nel film “Casinò”: su questo palco, il protagonista conduce il suo talk show televisivo, intrattenendo nel contempo anche il pubblico in sala durante le riprese.
Nel film “21” (2008) viene narrata la storia di alcuni matematici della prestigiosa Università di Harward che, lavorando in gruppo e praticando il conteggio delle carte, ogni weekend sbancano i tavoli di blackjack con il motto portafortuna: “Ventuno vittoria; grande baldoria.”.
Il gruppo di colleghi, capitanati dal professore Mickey Rosa (Kevin Spacey), è solito operare presso il (19) Planet Hollywood Resort and Casino, catena alberghiera presente anche in altre parti del mondo. Molteplici infatti sono le sequenze girate all’interno del casinò dove appaiono tutti gli elementi più distintivi della sala da gioco.
Tra i tanti altri resort apparsi come location cinematografiche: l’(20) ARIA Resort & Casino, in cui gli anziani amici di “Last Vegas” (2013) soggiornano durante la loro gita nella città del peccato; l’(21) MGM Grand Las Vegas, il cui palazzetto appare in “Oceans’ Eleven” (2001) per un incontro di boxe; il (22) Tropicana Resort & Casino, il cui ingresso si intravede nel “Il Padrino” (1972) un attimo prima che Michael Corleone (Al Pacino) presenti “un’offerta che non si può rifiutare” a Moe Green per rilevare il suo casinò; il (24) Luxor Hotel la cui piramide appare dietro alla protagonista di “Showgirl” (1995), Nomi Malone (Elizabeth Berkley), mentre siede su una panchina.
Ultimo punto da segnalare nella zona della Strip, il (25) Parking Lot che si trova al 93 di Eeast Mandalay Bay Road, in cui, Mr. Chow, sempre nell’esilarante “Una notte da Leoni” (2009), salta fuori completamente nudo dal bagagliaio della macchina e sorprende i tre amici colpendoli ripetutamente con una spranga di metallo. Prima di fuggire di corsa i direzione della città, l’ancora sconosciuto asiatico, brutalizzato e deriso la notte precedente.
La nostra guida ai migliori alberghi della Strip
Le location nei dintorni di Las Vegas
Molti sono i luoghi di interesse che circondano la città più popolare dello Stato del Nevada. “Somewhere outside Las Vegas”, ad esempio, è la scritta che appare in sovraimpressione nell’immagine di apertura della commedia demenziale “Austin Powers – Il controspione” (1997). Lo scorcio scenografico che si può osservare è quello della (26) Valley of Fire. Qui, in un covo segreto sotterraneo, il Dott. Male (Mike Mayers), eterno nemico dell’omonimo protagonista del film, giustizia alcuni dei più letali assassini del pianeta, rei di non aver saputo porre la parola fine alle vita dell’elettrica e vivace spia britannica.
Questo parco statale, di grande interesse geologico, è contraddistinto dalle formazioni rocciose di arenaria che, quando bruciate dal sole, si mostrano in tutta la loro intensa e accesa tonalità di rosso. La Valle del Fuoco, si può comodamente raggiungere da Las Vegas in meno di un’ora, e, data la sua posizione strategica, può costituire anche una tappa intermedia quando ci si reca o si arriva dallo Zion National Park.
Altro spettacolo naturale di deserto e rocce è il (27) Red Rock Canyon, che appare in alcune sequenze del cult movie “Paura e delirio a Las Vegas” (1998). Anche questa meraviglia nazionale, che si trova alle porte ad ovest di Sin City, è raggiungibile in circa mezz’ora.
La maggior parte dei visitatori sceglie di addentrarsi fra i suoi canyon di roccia rossa attraverso la comoda Scenic drive, che fa tappa in gran parte dei principali punti di interesse. Ai piedi del Parco Nazionale sorge il nuovissimo hotel (28) Red Rock Casino Resort and Spa, davvero suggestivo per lo stile moderno, l’eccezionale vista sulle montagne e l’immensa piscina. Nel film “21” (2008), i ragazzi, nei momenti di meritato svago e relax, si godono la Sandbar Pool, con i sui comodi lettini, il servizio personalizzato e la presenza di un bar sempre ben fornito.
Nel leggendario film di formazione “Into the wild” (2007), scritto e diretto da Sean Penn, Chris McCandless (Emile Hirsch) soddisfa il suo disperato bisogno di libertà andando per strada: “E la strada ha sempre portato a ovest.” Nelle prime battute del viaggio la sua auto viene colpita da un’alluvione improvvisa vicino al (29) Lake Mead. Abbandona l’auto e si accampa sulla riva del lago.
In quel luogo, Chris, non solo lascia la sua macchina, ma cambia anche il suo vero nome con quello di Alexander Supertramp. Il bacino artificiale più grande degli Stati Uniti si forma grazie al lavoro della (30) Diga di Hoover, costruita lungo il corso del fiume Colorado. Questa incredibile opera ingegneristica in calcestruzzo è principalmente un colossale impianto di produzione di energia idroelettrica di vitale importanza per la sfavillante ed elettrica Las Vegas. Con il suo fedele kayak, Chris passa anche sulla cresta della diga, prima di terminare la sua corsa nelle terre selvagge dell’Alaska.
Sam “Asso” Rothstein (Robert De Niro) e l’amico boss Nicky Santoro (Joe Pesci), a causa delle continue intemperanze di quest’ultimo, sono costretti a vedersi di nascosto alla (31) Idle Spurs Tavern, locale buio e tenebroso disperso nel deserto a sud di Las Vegas. Il dive-bar si trova esattamente al 1650 di Quartz Avenue nella sperduta cittadina di Sandy Valley. Qui si servono semplici hamburger e patatine fritte 24 ore al giorno, ma, la location merita davvero una visita perché è senz’altro: “The best place to rest your spurs!” (il posto migliore per riposare i tuoi speroni).
In viaggio da Los Angeles verso Las Vegas per festeggiare l’addio al celibato di Doug (Justin Bartha), i quattro di “Una notte da Leoni” (2009) fanno un pausa presso la (32) stazione di servizio Chevron, al numero 1 di Goodsprings Road nella cittadina di Jean. Qui, Alan (Zach Galifianakis), insulta gratuitamente un anziano signore di passaggio che altro non voleva che ammirare l’automobile d’epoca dei ragazzi.
“Ci sono un fottìo di buche nel deserto, e in quelle buche ci sono sepolti un fottìo di problemi. Solo che lo devi fare bene. Insomma devi aver già scavato la buca prima di presentarti con un pacco nel porta bagagli, se no si parla di scavare per mezz’ora, quarantacinque minuti, e chi lo sa chi si può presentare nel frattempo. In quattro e quattr’otto ti tocca scavare altre buche e, cazzo, ci puoi restare tutta la notte!”.
Così Nicky Santoro (Joe Pesci) spiega come risolvere problemi in “Casinò” (1995). Ed è così che, quando lo stesso Nicky, invita Asso ad incontrarlo da solo al (33) Jean Dry Lake Beds, quest’ultimo non si sente completamente a suo agio… Il famoso lago essiccato, viene utilizzato sovente per girare le classiche scene in cui, nel deserto appena fuori da Las Vegas, si combinano omicidi, scambi e incontri.