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Le Location cinematografiche di Tribeca, SoHo e Nolita

Marzo 28, 2024 /

I nomi dei quartieri tra loro limitrofi Tribeca, SoHo e Nolita sono in realtà degli acronimi: con Tribeca, si intende il “TRIangle BElow CAnal Street”; SoHo, invece, sta per “SOuth-HOuston Street”; Nolita, infine, indica la porzione a “NOrth of LIttle ITAly”. Siamo nella zona sud di Manhattan, insediamento storico della città. Vediamo dunque quali pellicole cinematografiche ci aspettano lungo i vicoli di questi interessanti quartieri di New York.

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Mappa dell’itinerario

Tribeca e il Tribeca Film Festival

eventi new york aprile

L’itinerario proposto di seguito, parte dalla prosperosa ed esclusiva Tribeca. Quest’area di Manhattan ha vissuto negli anni fasi urbane molto eterogenee tra loro: nel periodo in cui la città non aveva ancora assunto il suo nome corrente, qui si estendeva la campagna sui cui sono sorte numerose fattorie ed aziende agricole. Con la rivoluzione delle attività manifatturiere e il massiccio sviluppo del commercio, le case coloniche hanno via via lasciato spazio a magazzini ed industrie.

Dopo una lunga epoca di trasandatezza e abbandono, negli ultimi vent’anni circa, il quartiere ha ricevuto una spinta importante grazie soprattutto all’industria del cinema. Dopo il crollo delle Twin Towers, nel 2002 fu infatti istituito il Tribeca Film Festival per dare un impulso all’area a nord di Ground Zero e, più in generale, per contribuire alla rivitalizzazione e al recupero di Lower Manhattan. Operazione riuscita in grande stile anche grazie al sostanziale contributo dello stimato e adorato Robert De Niro, fra i principali promotori dell’evento nonché figlio prediletto di New York.

Oggi la rassegna, tra le più apprezzate in tutto il mondo, riscuote un grande successo di pubblico e critica ed offre première cinematografiche, musica e spettacoli di intrattenimento che portano in dote un sostanziale indotto economico. Di riflesso, il quartiere, pur mantenendo un’identità tradizionale, si è trasformato ospitando ristoranti di alta cucina, negozi ricercati e bar alla moda. Epicentro indiscusso del cinema della Grande Mela, il quartiere dà alloggio a famosi attori del calibro di Scarlett Johansson, Heather Graham, Mariah Carey, Justin Timberlake, Meryl Streep, Leonardo di Caprio e, naturalmente, allo stesso de Niro.

Ghostbusters, Hitch e In the Cut

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Al numero 14 di North Moore Street sorge la caserma dei Ghostbusters (1) FDNY Ladder 8. Questo edificio, ancora oggi operativo, ha prestato la propria facciata esterna alla commedia fantastica (1984). Dopo essere stati cacciati dalla Columbia University in quanto considerati ricercatori dalle scarsissime potenzialità, i tre acchiappafantasmi scelgono questa ubicazione come sede della centrale operativa.

Nonostante il dott. Egon Spengler (Harold Ramis) sentenzi che ci sia “un grave logoramento di tutte le strutture portanti, impianti idrico ed elettrico del tutto inadeguati alle nostre esigenze e il circondario sembra una zona smilitarizzata”, la pertica per le chiamate di emergenza ancora perfettamente funzionante solletica l’immaginario Ray (Dan Aykroyd).

Attenzione: le sequenze all’interno dell’headquarter, sono state riprese a Los Angeles, in una caserma di pompieri dismessa ed ancora oggi molto utilizzata da Hollywood. La caserma appare anche nella commedia “Hitch” (2005), con Will Smith nella vesti di consulente sentimentale e inguaribile seduttore.

Nell’intricato e sorprendente crime “In the Cut” (2003), il locale per soli uomini (2) The Baby Doll Lounge, al cui piano superiore abita la sorella della protagonista, Frannie Avery (Meg Ryan), si trovava al 34 di White Street. Oggi, al posto del peccaminoso, sinistro e fumoso locale che appare ripetutamente nel film, sorge il “Petrarca”, nota enoteca in cui si possono assaporare eccellenti vini e formaggi provenienti dal Bel Paese.

Posizionandosi proprio sull’angolo tra White Street e Church Street, si può osservare come l’edificio sia rimasto molto affine all’epoca delle riprese. Meg Ryan, interpretando per la prima volta un ruolo erotico, in netto contrasto con la sua intramontabile immagine della “brava ragazza”, ha destato molto scalpore. Nel film, infatti, il rapporto di sesso tra la stessa protagonista ed il detective Giovanni A. Malloy (Mark Ruffalo) ricopre un ruolo centrale nella sceneggiatura.

Le pellicole di Cortlandt Alley

Cortlandt Alley

Proprio sul confine tra Tribaca e SoHo, c’è una stretta via, (3) Cortlandt Alley, che richiama fortemente l’immaginario newyorkese di una strada spoglia, isolata e vagamente infernale con un sottosuolo che sembra ribollire alla vista dei numerosi tombini fumanti. Sovente le produzioni hanno utilizzato questa location per girare scene tipicamente underground. E’ il caso di film come “Mr. Crocodile Dundee” (1986), “I Puffi” (2011), “Above the shadows” (2019), “Annie – La felicità è contagiosa” (2014) o “Kate and Leopold” (2001). Cortland Alley appare anche in una delle sequenze iniziali del cult erotico anni ottanta “9 Settimane e ½” (1986). Elizabeth McGraw (Kim Basinger), viene irretita da alcuni uomini distratti dal suo fugace passaggio nella via.

SoHo

SoHo New York cosa Vedere

Oltrepassato il vitale e dinamico crogiolo di Canal Street, brulicante di negozi di abbigliamento, fast food e negozi di souvenir a basso costo, si entra nel quartiere di SoHo, riconosciuto come “storico” nel 1973. Il quartiere, è stato, fin dai primi decenni dello scorso secolo, un’area esclusivamente industriale. Con il tempo il degrado prese il sopravvento tanto da far guadagnare al distretto lo spregevole appellativo di “Hell’s Hundred miles” (cento acri di inferno).

Così come molte altre zone di Manhattan, SoHo è stata degnamente riqualificata soprattutto grazie al contributo di numerosi imprenditori indipendenti che hanno adottato questo luogo come avamposto per le tante esposizioni artistiche davvero raffinate. Il quartiere è riuscito ad emergere grazie ad importanti atelier di moda e gallerie d’arte che puntano tutto sul talento di artigiani locali e dei loro prodotti unici. Le etichette di tendenza richiamano ogni anno frotte di maniaci dello shopping.

I Guardiani del destino, Big e Il Principe delle Maree

Sull’angolo tra (4) Howard Street e Crosby Street, il rampante uomo politico David Norris (Matt Damon), dopo un faticoso inseguimento, riesce a braccare l’affascinante Elise Sellas (Emily Blunt) proprio davanti ad un massiccio condominio storico che ha la peculiarità di essere di colore nero pece, a livello strada, e rosso fuoco nello sviluppo dei piani sovrastanti. Il protagonista de “I Guardiani del destino” (2011), costretto a lottare per conquistare una donna, ben presto capisce che: “L’amore non si sceglie, l’amore ti sceglie… ciò che puoi fare è soltanto scegliere di amare”.

Nella mitica commedia che ha definitivamente lanciato il talento di Tom Hanks, “Big” (1988), Josh Baskin, cresciuto di una trentina d’anni in una notte soltanto, è costretto a dividersi dalla propria famiglia e trasferirsi nella city. Coadiuvato dall’amico inseparabile Billy Kopecki (Jared Rushton), riesce a trovare un appartamento nel cuore di SoHo.

Lo spazioso (5) loft di Josh, arredato in pieno stile pre-adolescenziale con oggetti ludici quali un flipper elettronico, un tappeto elastico ed un canestro da basket, è ospitato all’interno di un tipico ed elegante edifico in ghisa al civico 83 di Grand Street. Sempre nello stesso quartiere, l’arrivista e antipatico rivale della storia, Paul Davenport (John Heard), sfida Josh in un match uno contro uno sul (6) Campo di Paddleball sito all’angolo tra Thompson Street & Spring Street. La sfida si conclude con una puerile scazzottata. Il campo è ancora nelle stesse condizioni della pellicola e, intorno alle recinzioni, le panchine di legno sono ancora lì, all’ombra di ampi fogliami che riparano dalla calura estiva.

Ne “Il Principe delle Maree” (1991), Tom Wingo (Nick Nolte), trasferitosi dal Sud a New York per dare ausilio e conforto alla sorella, è solito acquistare del pane fresco presso la bottega (7) Vesuvio Bakery, al numero 160 di Prince Street.

Nel ricco menù, trovano spazio non solo le più classiche forme di pane nostrano, ma anche tipici prodotti da Street Food come “Panzarotti” (nel passaggio atlantico la “e” si è evidentemente trasformata in una “a”), focaccia, grissini o panini con insaccati. Il negozio produce anche prodotti di pasticceria e offre, in accompagnamento, bevande calde. Il film, nonostante abbia riscosso enorme successo al box office e guadagnato ben sette nomination agli Oscar, non riuscì a fregiarsi di alcuna statuetta dell’Academy Award.

Highlander, L’amore infedele e Ghost

Oltre all’appartamento di Josh Baskin in “Big” (1988), altri famosi loft di SoHo, tutti di spaziose dimensioni interne e ricavati nei tipici palazzi in ghisa della zona, sono stati immortalati in alcune importanti sequenze cinematografiche. In “Highlander” (1986), il (8) loft di Connor MacLeod (Christopher Lambert) è sito al numero 73 di Greene Street. L’edificio, adornato da un colonnato classico, negli ultimi anni è stato tinteggiato di colori diversi passando dal grigio fino all’attuale color panna e, il negozio che ospita a livello strada, cambia sovente gestione e destinazione d’uso.

L’(9) appartamento di Paul Martel (Oliver Martinez) nel film “L’amore infedele” (2002), si trova non molto distante, al 70 di Mercer Street, nel centro del quartiere. Purtroppo l’edificio stesso, insieme a quelli adiacenti, è stato ristrutturato negli anni che sono seguiti alle riprese e la strada ha perso un po’ di quel fascino bohémien che il regista Adrian Lyne ha voluto trasmettere attraverso la location scelta.

La porta d’ingresso, attraversata per la prima volta da Connie Summer (Diane Lane) per concedersi una tregua da un vento impetuoso ed incessante, è ancora molto simile a quella del film. Per convincerla ad entrare nel palazzo, l’affascinante commerciante di libri Paul giura: “Non sono un serial killer! Parola d’onore!

L’(10) appartamento di Sam e Molly, tenera e sfortunata coppia protagonista del grande classico “Ghost” (1990), si trova al terzo piano dell’elegante fabbricato sito al numero 102 di Prince Street. Il manager di banca Sam Wheat (Patrick Swayze) e la scultrice Molly Jensen (Demi Moore) decidono di andare a vivere insieme e, grazie soprattutto al contributo creativo dell’artista, ristrutturano in grande stile il vecchio e abbandonato magazzino trasformandolo in un’incantevole abitazione.

Purtroppo gli eventi della storia d’amore assumono una tragica piega quando Sam viene sfortunatamente ucciso da un malvivente. Il protagonista subisce così un doloroso e inaspettato distacco e si rende subito conto che darebbe qualunque cosa per poterla “toccare ancora una volta”. L’(11) assassinio di Sam avviene presso Crosby Street, nel tratto che corre tra Spring Street e Prince Street. Negli anni, il processo di miglioramento e abbellimento di questa sezione urbana di SoHo ne ha sfumato i contorni desolati e malfamati che il regista Jerry Zucker ha voluto inserire come cornice dell’evento cardine della storia fantastica.

9 Settimane e 1/2 e i Puffi

In questa iper-creativa parte di Manhattan non poteva mancare un chiaro riferimento cinematografico all’arte stessa che richiama ogni giorno numerosi e appassionati collezionisti da tutto il mondo. In “9 Settimane e ½” (1986), Elizabeth McGraw (Kim Basinger) lavora infatti nella (12) Spring Street Gallery.

Il luogo prestato al cinema per le riprese del film si trova al 101 di Spring Street e, nella realtà, sin dal 1968 è presidiato da Donald Judd, uno dei più eminenti artisti dello scorso secolo. Egli fu uno dei primi a trasferirsi nella zona industriale abbandonata, in seguito nota come SoHo, che, in breve tempo, divenne un prolifico rifugio per artisti, scrittori, musicisti e attivisti.

Lo spazio senza barriere architettoniche gestito dalla no-profit Judd Foundation è utilizzato per mostre temporanee, incontri della comunità e spettacoli. Il piccolo esercito di puffi, capitanato dal Grande Puffo in persona, entra nell’emporio magico alla ricerca di un incantesimo che possa far loro tornare nel villaggio scappando via dalla Grande Mela.

Nel mondo reale, il bazar della magia che appare ne “I Puffi” (2011), è il famoso negozio (13) Housing Works Bookstore Cafe, al civico 126 di Crosby Street. Questo spazio, che apparentemente sembra essere solo una graziosa libreria congiunta ad un bar raffinato, fa parte di un’associazione, la Housing works, che ha come missione la fornitura gratuita e volontaria di servizi “salvavita” per le persone più in difficoltà.

La sopravvivenza economica deriva da attività commerciali come librerie e bar appunto, ma anche da negozi dell’usato e molto altro. Delle altre attività l’associazione scrive sul proprio sito web: “Molte sere della settimana organizziamo eventi a basso costo e proponiamo un’eccezionale gamma di libri, film e musica. Siamo orgogliosi di essere un ottimo posto da visitare, incontrare amici, rilassarsi, leggere, scrivere e fare acquisti!

Lasciamo SoHo per Nolita, ultima tappa dell’itinerario proposto in questa sezione meridionale dell’isola di Manhattan.

Nolita

shopping nolita

Si tratta di un pugno di isolati a nord di Little Italy, fra le cui strade è cresciuto, fra i tanti italo-americani, anche Martin Scorsese. Nolita si è guadagnato la nomea di quartiere trendy e chic perché costellato da numerose boutique, caffetterie, bistrò e inserito in uno dei contesti più storici ed affascinanti di tutta New York.

Seppur l’unica vera e propria  attrazione sia Patrick’s Old Cathedral, il quartiere è ideale per una rilassante passeggiata tra i viali alberati e ben curati. La principale strada residenziale che attraversa il quartiere è la stessa Elizabeth Street, mentre la palma di quella più commerciale spetta a Mott Street

Leggi la nostra guida su come visitare Nolita e Lower East Side

Mean Street e Il Padrino

St. Patrick’s Old Cathedral

Il famoso e pluripremiato regista Scorsese, descrive le feroci strade del suo quartiere nel film “Mean Street – Domenica in chiesa, lunedì all’inferno” (1973).

Il regista stesso serviva messa nella basilica (14) Old St. Patrick’s Cathedral, sita al 263 di Mulberry Street e che, ovviamente, appare in una sequenza nel film di natura fortemente autobiografica. L’interno della Cattedrale, in stile italo-irlandese e costruita in marmo, viene rappresentato anche ne “Il Padrino” (1972) di Francis Ford Coppola, in occasione della celebrazione del battesimo del nipote di Michael Corleone (Al Pacino).

Nel tratto di Elizabeth Street compreso tra Prince Street e East Hudson Street (intorno al civico 228), avviene l’(15) assassinio di Joey Zasa (Joe Mantegna) nel celebre “Il Padrino – Parte III” (1990), per mano di Vincent Mancini/Corleone (Andy Garcia). La produzione, per riprodurre una tipica festa rionale italiana traboccante di zeppole, calzoni e salsicce nostrane, scelse proprio questo tratto di strada di Nolita.

Melinda e Melinda, Tutto può cambiare e Limitless

Al civico 242 di Mott Street, sorge il (16) Cafe Gitane, caffetteria in stile europeo apparsa nelle commedie “Melinda e Melinda” (2004) di Woody Allen, e “Tutto può cambiare” (2013) con Mark Ruffalo nei panni di un produttore musicale che si trova a dover ricominciare la sua vita professionale dal principio dopo aver affrontato una serie di insuccessi.

Seduto su una panchina del (17) DeSalvio Playground, Eddie Morra (Bradley Cooper) in “Limitless”, film di fantascienza del 2011, compone una serie di numeri telefonici trovati sulla rubrica del suo spacciatore di NZT. Capisce allora come quelle pillole, che conferiscono immediata lucidità e infinite capacità intellettive, possano avere dei pesanti effetti collaterali in caso di prolungata astinenza.

DeSalvio Playground, inaugurato il 15 dicembre 1955 e dedicato a due generazioni di leader della comunità italo-americana, oggi dispone di attrezzature da gioco con i colori della bandiera italiana, un semi-campo da basket, panchine e tavoli da gioco. Nel 1997, il parco giochi, all’angolo tra Spring Street e Mulberry Street, ha ospitato i campionati di bocce dell’intera città di New York.

Leggi tutti gli altri itinerari cinematografici

Tour dei Film a New York

Se invece di programmare un itinerario in autonomia preferite affidarvi a una visita guidata che vi accompagni per circa 3 ore lungo i principali set cinematografici di New York con tanto di aneddoti e curiosità da "dietro le quinte" potete dare un'occhiata a questo tour:

Tour delle location cinematografiche di New York


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Ivan Tronconi
Ivan Tronconi

Appassionato di cinema, innamorato di viaggi on the road e in costante ricerca di fughe alternative nel continente Americano.

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