Providence Canyon

Georgia in 15 giorni: diario di viaggio sulle tracce di Flannery O’Connor

Ottobre 13, 2023 /

Che cosa vuol dire “fare un viaggio negli Stati Uniti”?
Farsi una settimana a New York?
Un giro della California on the road?
I parchi naturali?
Un coast to coast?

Se un viaggio può voler significare tante cose diverse rispetto al solo macinare chilometri, quel che è certo è che negli Stati Uniti si può decidere di dare tantissimi risvolti differenti a quelle distanze (che lì si misurano in miglia!).

Per questo io e Giuseppe, mio marito, abbiamo deciso di fare il nostro viaggio di nozze in USA, e più precisamente in… Georgia! Sì, quella USA, non quella sotto la Russia.

La ragione che ci ha portato lì, più che turistica, è stata “di cuore”: siamo infatti entrambi affezionati a Flannery O’Connor, una fra le più importanti scrittrici americane del ‘900, che è nata a Savannah nel 1925 e morta a Milledegville nel 1964.

Non è infrequente, penso, fra marito e moglie avere interessi in comune, ma per quanto riguarda la lettura questa consonanza fra me e Giuseppe è stata straordinaria: lui, infatti, legge quasi solo saggi con titoli assurdi, io leggo solo roba “fiction” che lui lascerebbe dopo due pagine. Invece ciò che ha colpito entrambi, di Flannery O’Connor, è stata la capacità di esplorare il mistero senza essere mai banale, di raccontare il male e il bene in modo mai scontato, di essere violenta e benefica come l’acqua ossigenata su una ferita.

Abbiamo pensato che sarebbe stato interessante vedere i luoghi dove visse e respirare un po’ della storia che le aveva plasmato lo sguardo: forse in modo un po’ feticistico, forse anche perché volevamo fare gli “originali” ;). Beh insomma fatto sta che, aiutati dal team di Viaggi USA, abbiamo strutturato un itinerario interamente in Georgia (a parte qualche miglio in Alabama, lo confessiamo, ma solo di passaggio!).

Questo viaggio ci è rimasto veramente nel cuore, perché non è stato “solo” un viaggio di nozze, ma anche un modo per vedere parti di Stati Uniti in genere un po’ ignorate e nascoste, per “ripassare” e toccare con mano pezzi di storia a cui non si pensa tanto spesso, e ovviamente per conoscere ancora meglio la “nostra” Flannery.

Per questo abbiamo deciso di raccontarvi un po’ quello che abbiamo visto, se mai venisse in mente anche a voi di fare un viaggio un po’ “nerd” (non avevamo ancora visto la fantastica serie Stranger Things, che abbiamo recuperato al ritorno, ma sì, anche questa è stata girata in Georgia).

Atlanta

Atlanta GeorgiaTrasporto dall’Aeroporto di Atlanta a Downtown Atlanta

Il nostro viaggio è iniziato in questa metropoli del sud: siamo arrivati verso sera e, per raggiungere il nostro hotel, l’Hyatt Regency, ci siamo avvalsi del transfer tipo “pulmino/taxi” che abbiamo trovato subito fuori. La tariffa ci è sembrata un buon compromesso fra l’incognita di un taxi o di dover aspettare un autobus (30 dollari per due persone). Alcune indicazioni sulle tariffe degli shuttle le trovate qui, mentre questa è la pagina più esaustiva con tutte le principali possibilità di trasporto ad Atlanta Downtown.

L’Hyatt Regency si trova in una delle vie principali del centro di Atlanta (Peachtree Street), e vicinissimo sia a una chiesa cattolica se siete praticanti, sia ad un mall con molti negozi, fra cui uno della catena CVS: questa catena ci ha accompagnato in tutto il nostro viaggio, ricordatevela: in un negozio CVS potete trovare un po’ di tutto, ha un po ’la funzione dei “Carrefour” in centro a Firenze, ovvero di farti trovare generi di prima necessità subito e tutti raggruppati insieme (con le dovute proporzioni: da CVS si trovano anche i farmaci!).

Ovviamente i prezzi non sono bassi, ma come si può immaginare, in centro città non si trovano supermercati, quindi se volete munirvi di acqua frizzante, se avete finito lo shampoo, se avete perso una lente a contatto nell’occhio (#truestory) e vi serve un collirio, se vi va una merenda che non costi molto e sia veloce, se volete portarvela dietro, se volete del vino da portare in hotel: insomma se c’è un imprevisto, se vedete CVS in giro siete salvi.

Cosa abbiamo visitato ad Atlanta

Atlanta Downtown

Atlanta GeorgiaAtlanta è una città strana; ha una storia particolare: distrutta dopo la guerra civile, è risorta dalle sue ceneri come una fenice, ed è stata la città simbolo della lotta dei neri per l’emancipazione. D’altro canto, però, offre anche molte attrazioni di storia più “recente” o di intrattenimento puro.

Partendo da Peachtree Street, molte di queste ultime si raggiungono a piedi senza troppo disagio: vicino al parco costruito in occasione dei giochi olimpici del 1996 (Centennial Olympic Park), si trovano:

  • Gli Studios della CNN
  • Il National Center for Civil and Human Rights
  • Il World of Coca Cola
  • Il Georgia Aquarium

Queste attrazioni non sono per niente economiche: se si desidera visitarle tutte, è possibile acquistare un pass che comprende anche altre visite (ad esempio alla casa di Margaret Mitchell – l’autrice del romanzo Via col vento –, al Botanical Garden, ecc), ma noi abbiamo deciso di non avvalercene, perché abbiamo visitato solo CNN, Coca Cola e acquario.

Possiamo dirvi la verità? La visita guidata “standard” agli studios della CNN secondo noi non vale i soldi che costa: i particolari che mostrano sono abbastanza, appunto “standard” e non particolarmente emozionanti. Degno di nota, però, lo shop, con gadget di vario interesse (ad esempio, calamite di Via col Vento! Ne abbiamo prese due da mettere sul frigo).

Passiamo al World of Coca Cola: se studiate marketing all’università o comunque vi piace sapere la storia dei brand o della loro comunicazione, probabilmente apprezzerete questa attrazione, nonostante il carattere nettamente sensazionalistico e un po’ infantile dell’esposizione.

Tuttavia, degno di nota anche qui lo shop! È una stanza delle meraviglie per tutti gli amanti delle bibite gassate: alla fine della visita, infatti, è presente una sala piena zeppa di distributori di bevande a marchio Coca cola provenienti da tutti i continenti, da assaggiare GRATIS. Addio! Attenti però al pavimento appiccicoso e a non farvi venire un attacco di diabete lancinante.

Per quanto riguarda l’Acquario: aria condizionata a palla, luci blu, odore di pesce, bambini ovunque. Sappiate che appena entrate questo è quello che vi accoglie. Tuttavia se vi piace la fauna marina troverete pane per i vostri denti. Da notare la presenza dei pesci pagliaccio (“Nemo!”), dei pinguini, delle lontre, e… delle belughe!

Anzi, guardate, il gadget più bello dello shop erano proprio le belughe peluche. Noi ne avevamo comprata una, ma è una breve storia triste: ce l’hanno rubata il giorno stesso. Certo, questo dà l’idea di quanto fosse bella.

Sweet Auburn, Jimmy Carter Center

Atlanta Cosa VedereAbbiamo apprezzato molto di più la parte “storica” della città: in particolare, Auburn street: questa via viene chiamata “Sweet Auburn” perché era la strada simbolo dell’emancipazione dei neri: in essa si trovava infatti la maggior concentrazione di coloro che riuscivano ad avere un lavoro di medio alto livello e riuscivano ad avere un’istruzione.

In Auburn Street si trova anche la casa dove è nato Martin Luther King e la chiesa dove spesso predicava, oltre a un grande monumento memoriale, posto sulla sua tomba, decorato con frasi sulla non violenza e un interessante museo su di lui, contente anche alcuni suoi effetti personali, veloce da visitare.

Da Peachtree si arriva in 20 minuti/mezz’oretta a piedi. è bello percorrere questa strada anche semplicemente per notare alcuni negozi rimasti con la struttura di inizio secolo.

Noi ci siamo rifocillati in una specie di fast food del pesce di nome “Supreme fish delight”, sempre su Auburn Street: non è stato certo un pranzo gourmet ma abbiamo speso il giusto mangiando un pasto abbastanza equilibrato (pesce, riso, verdura).

Ci siamo poi diretti, sempre a piedi, al Jimmy Carter Presidential Library and Museum, un centro di studi e museo fondato dal presidente Jimmy Carter. (La scarpinata è stata lunga ma interessante: in particolare per il frutta bar “Lotta frutta”!).

Il museo ovviamente parla della vita del presidente Jimmy Carter, ed è interessante perché sembra mostrare un vero e proprio “sogno americano”: il figlio di un commerciante di noccioline che diventa ufficiale di marina a 22 anni e capitano di un sottomarino, ma poi decide di continuare la tradizione del padre (agricoltore e politico locale), e ha una carriera veloce e folgorante fino a diventare, appunto, presidente degli USA, con il sostegno di una moglie ambiziosa e bellissima (si ma non pensate a Claire Underwood di House of Cards, anche se i Carter sono stati tra le ispirazioni dell’indimenticabile coppia della serie).

Ah, siete fan di Stranger Things? Allora dovete ringraziare anche per questo Jimmy Carter: è stato lui ad aver portato l’industria cinematografica in Georgia (dove, appunto, la serie è stata girata). E difatti nel suo museo c’è anche un’ala piena di cimeli legati a diversi film e produzioni cinematografiche – ad esempio ricordo un sacco di zombie di The Walking Dead. Il museo è circondato da un giardino zen molto ben curato in cui è piacevole passeggiare se non fa troppo caldo.

Bus e metro ad Atlanta: MARTA

A questo punto, se non volete intraprendere un’ora di cammino per tornare a Downtown, o se volete raggiungere un’altra parte della città, vi conviene munirvi di Google Maps e cercare la fermata più vicina di… MARTA: sì, il servizio di trasporto di Atlanta si chiama così. Se prendete la metro ovviamente il biglietto si compra, come in tutte le metro, nei distributori automatici, anche con carta di credito.

Se invece prendete il bus, munitevi di quarti di dollaro: la corsa si paga alla salita, con le monetine.  Se siete un po’ più avventurosi, un altro mezzo di trasporto molto usato ad Atlanta sono i monopattini: ce ne sono principalmente di due marche e sono sparsi per la città, basta scaricare l’app relativa collegando la carta di credito per poterli utilizzare.

Piedmont Park

Se avete un pomeriggio in cui volete semplicemente cazzeggiare e leggere un libro, o camminare, Piedmont Park è perfetto: è enorme, è ben curato, e se a un certo punto uno si rompe le scatole di cazzeggiare dentro ci trova anche il Botanical Garden pieno di impressionanti sculture di fiori (costicchia, però: qui trovate i prezzi).

Inizio on the road per la Georgia!

Per continuare il nostro giro in Georgia abbiamo scelto di noleggiare un’auto; a titolo informativo: in Georgia l’autostrada non si paga! L’unica spesa, oltre quella del noleggio, sarà il carburante, che negli Stati Uniti è molto più economico che da noi.

Noi abbiamo scelto Hertz, e ci hanno dato una Chevrolet Malibu rossa: consumava molto e ogni tanto ci ha allarmato con spie di vario genere (tipo “Change engine oil” già al secondo giorno di guida, o l’avviso delle gomme posteriori sgonfie: però abbiamo sempre trovato persone che ci hanno aiutato a risolvere/tranquillizzarci).

Tenete presente che negli Stati Uniti noleggiano macchine come se non ci fosse un domani, quindi male che vada troverete centri assistenza Hertz ovunque, dove chiedere consiglio. In ogni caso, abbiamo amato alla follia la nostra Malibu, comodissima e spaziosa. (Ovviamente con cambio automatico, munita di porta-bicchieroni di caffè, schermino per manovre incorporato).

Ah, una cosa importante: negli Stati Uniti, o almeno, in Georgia, non esiste la tipica divisione benzina/diesel a cui siamo abituati. Al distributore la benzina viene suddivisa secondo il contenuto di ottani. Al momento del noleggio verrà comunicato quale tipo di carburante dovete inserire (per maggiori info leggete questa guida su come fare benzina in USA).

Stone Mountain Park

Stone Mountain ParkA circa mezz’ora/40 minuti di auto da Atlanta c’è il parco di Stone Mountain: in pratica è un enorme parco naturale dove si paga per entrare con la macchina e parcheggiare, poi all’interno si può semplicemente camminare, svagarsi, fare picnic o prendere parte alle varie altre attrazioni a pagamento (si possono pagare all’interno o possono essere comprese nelle varie opzioni di pagamento del biglietto d’ingresso).

Noi ci siamo stati durante il 4 luglio e abbiamo capito che il parco, per le famiglie del circondario, aveva un po’ la funzione della pineta o della montagna per noi italiani il 15 di agosto, quando il babbo prende su il barbecue e il cocomero, la mamma la borsa termica e ci si mette a grigliare all’aperto con la famiglia.

Al centro del parco c’è un grosso masso di granito su cui si sale con una funivia (a pagamento, se non avete comprato la corrispondente combinazione). Su una parete sono scolpiti quattro famosi soldati confederati. (Ricordiamoci: la Georgia fu uno stato confederato! Ma anche nel caso non ve lo ricordiate, ve lo rimembrano anche i cartelli che ricordano di mettere la cintura di sicurezza.)

Cosa vedere ad AtlantaAh, un’altra chicca per i fan di Stranger Things: la scena della prima stagione dove Mike, Dustin e Lucas camminano sui binari con Eleven travestita con la parrucca bionda è stata girata proprio all’interno di questa riserva naturale.

Un’altra cosa che ci ha impressionato di questo 4 luglio americano è stato, il giorno prima, imbattersi in un supermercato carico carico di… fuochi d’artificio. si esatto: in occasione del 4 luglio nascono come funghi punti vendita solo e unicamente di fuochi d’artificio. Si va da confezioni di “stelline” da 1 dollaro fino a veri e propri arsenali da 699 dollari.

Un’ultima piccola nota di colore: se arrivate, come noi, a Stone Mountain la sera prima e avete in programma di andare al parco solo il giorno dopo, e non sapete come passare la serata, noi siamo andati… a pattinare: o meglio, a guardare pattinare, all’All American Skating Center.

A Stone Mountain abbiamo dormito al Days Inn by Wyndham: non è modernissimo come motel ma è comodo perché è proprio sulla strada Stone Mountain Freeway e la colazione è abbondante (noi ci siamo anche preparati i panini da portare al parco). Anzi, al buffet di questo hotel abbiamo pure fatto conoscenza con la mitica piastra da waffle, la cui esistenza ci ha colpito al cuore.

Macon

Georgia top 10
Johnston–Felton–Hay House

Questa cittadina in realtà l’abbiamo prevalentemente sfruttata come luogo di passaggio, tuttavia abbiamo avuto modo di visitare due cose piuttosto simpatiche:

  • Cannonball House: vicino a Macon si sono svolte importanti battaglie della guerra civile americana. Una palla di cannone ha sfiorato questa casa, che è rimasta miracolosamente in piedi. La visita guidata dura una mezz’oretta ed è interessante perché permette di sapere frammenti di storia di una vera famiglia americana che ha vissuto proprio lì fra quelle mura.
  • Johnston-Felton-Hay House: questa è una vera e propria “magione del sud”. Costruita da proprietari ricchissimi, a metà 800, oltre a presentare il tipico “porch”, al suo interno nasconde vere e proprie chicche di arredamento e decorazione, insieme ad un ascensore d’epoca funzionante. La visita ovviamente si paga, ma è molto simpatica e divertente, soprattutto se avete la guida giusta.

Milledgeville

Andalusia Flannery O'ConnorLa strada da Macon a Milledgeville è stato il primo assaggio, per noi, di una modalità di viaggio in macchina molto comune in Georgia, ovvero su lunghe strade dritte, aventi solo una corsia per senso di marcia, fra alberi altissimi con, ogni tanto, una casa in mezzo ad essi, o una chiesa: soprattutto battiste e metodiste. (Non per niente la Georgia fa parte della “Bible Belt”).

Segnaliamo inoltre che a Milledgeville abbiamo mangiato da Captain D, una catena di fast food che serve.. pesce. (Non pensiate che siamo fissati col pesce, l’abbiamo scelta principalmente per la possibilità di ordinare verdura non fritta nel menu, in quantità accettabili).

Il vero scopo per cui eravamo lì, però, ovviamente, non era il fast food ma… la casa dove Flannery O’Connor trascorse gli ultimi mesi della sua vita (Andalusia-The Home of Flannery O’Connor). Si tratta di una fattoria costruita secondo la struttura americana di questa zona, in legno, con basamento e portico; è stata tramutata in un museo, che mostra gli ambienti quotidiani, ovviamente con mobili d’epoca, dove la scrittrice viveva.

Memorabile il frigorifero anni Cinquanta, comprato dalla O’Connor coi ricavi del primo libro e vero emblema della classe media americana di quel tempo. Nella città di Milledgeville si trova anche la tomba, dove è sepolta insieme ai genitori. Da notare che prima della guerra civile MIlledgeville era la capitale della Georgia: dopo però divenne tristemente famosa per essere sede di un importante ospedale psichiatrico.

Da segnalare, a Milledgeville, anche la catena di ristoranti LongHorn SteakHouse: abbiamo trovato carne molto buona!

Savannah

cosa vedere a SavannahSavannah è stata la punta di diamante del nostro viaggio, ci è rimasta nel cuore. Il centro della città è molto “europeo”: con case basse e architettonicamente curate, pieno di negozietti interessanti e posti dove prendersi un buon caffè, oltre che di chiese di ogni genere; vi si trova anche il teatro più antico degli Stati Uniti, e si può anche girarvi in macchina, perché il parcheggio si trova facilmente (anche se si paga).

Poiché è stata una delle prime città pianificate, ha una struttura di strade perpendicolari, intervallate però da molte piazze ben curate, fra cui quella famosa in cui fu girata la scena della panchina di Forrest Gump (ma, sappiatelo: purtroppo la panchina non c’è! Fu aggiunta apposta).

I viali sono inoltre alberati, e dagli alberi pendono delle piante rampicanti tipiche della zona (“Spanish moss”) che danno un aspetto magico quando vi spira il vento fra le fronde. Ma ancora più pittoresco è il lungofiume, dove si possono vedere transitare le navi mangiando in uno dei tanti ristorantini o passeggiando e ammirando i tanti angoli che ricordano tanto racconti gialli e avventurosi.

Savannah è famosa anche per essere una “città dei fantasmi”: esiste un tour bus – ma noi l’abbiamo visto solo da fuori – che porta a vedere i luoghi “infestati”, con una guida che racconta le storie tramandate su ognuno di essi.

In centro noi abbiamo visitato la chiesa anglicana (principalmente perché siamo entrati a ficcanasare e ci hanno trascinato in una visita guidata), ma soprattutto la casa d’infanzia di Flannery O’Connor (Flannery O’Connor Childhood Home) sì, ancora lei: penso che ogni tanto ci prendessero per pazzi quando spiegavamo il motivo della nostra visita in Georgia (anche se in realtà erano anche molto contenti e orgogliosi per la loro scrittrice e ci prendevano in simpatia).

La visita è stata deliziosa, grazie a una guida bravissima e simpatica, che ci ha fatto conoscere aneddoti di ogni tipo sulla casa e i suoi abitanti, dimostrando passione per il suo lavoro anche per il fatto che in ogni stanza c’erano candele profumate e fiori freschi, molto amati dalla mamma di Flannery. Da segnalare il fatto che il merchandise oltretutto era molto migliore della tenuta di Andalusia a Milledgeville.

Nelle vicinanze di Savannah c’è anche il Wormsloe Historic Site, di cui è famoso il viale di querce, ottimo per romantiche foto e ipnotico mentre lo si percorre in auto e a piedi. Oltre che per vedere questo viale stupendo, il sito (ovviamente a pagamento) è interessante perché è stato uno dei primi insediamenti coloniali della zona.

Si consiglia una visita guidata per apprezzarne tutte le particolarità, tra cui una riproduzione realistica delle prime case dei coloni, la tomba di Noble Jones (uno dei primi coloni in Georgia), le rovine della più antica struttura ancora in piedi della Georgia e… i mitici granchietti visibili all’interno della tenuta, in una zona paludosa: essi sono muniti di una chela molto più sviluppata dell’altra, e mentre si muovono sembrano danzare.

Addentrarsi nella folta vegetazione mi ha impressionato, perché mi ha fatto ripensare alle avversità che questi coloni hanno dovuto superare per il loro sogno di libertà. In effetti, questo sito in particolare era così difficile che chi arrivava in genere se ne andava anche subito. Solo pochi furono tenaci.

Nello shop si trova anche un piccolo museo sulla vita coloniale della zona; da notare il particolare splatter di una teca in cui sono conservati strumenti chirurgici di fine 700.

Saint Simon Island

Saint Simon IslandVogliamo dire la verità? Diciamola. A Saint Simon Island praticamente abbiamo comprato souvenir, mangiato pesce e passeggiato sul mare. Non abbiamo visitato il bellissimo faro (Saint Simon Island Lighthouse Museum) ma l’abbiamo visto solo da fuori, non abbiamo fatto vita balneare (l’oceano, a tuffarcisi, fa francamente paura), non abbiamo fatto seratine alcoliche, anche se il posto aveva tutta l’aria di offrirne di ottime, perché siamo arrivati tardi e partiti presto. Non abbiamo approfondito, ecco. Quindi se ci andate voi ci direte com’era il posto sotto questi punti di vista.

Però possiamo consigliarvi di fare la camminata che costeggia il mare e parte proprio dal faro, andando verso il centro del villaggio e verso il molo. Qui troverete tante belle panchine romantiche donate da gente che ha amato l’isola: non vi resterà che scegliere la vostra preferita e schiacciare un pisolino o guardare l’orizzonte.

Inutile dire inoltre che comunque anche questo sito è pieno di storia: a Saint Simons era infatti posto Fort Frederica, fondato da Oglethorpe, il padre fondatore della Georgia, come pied à terre fra le colonie spagnole e francesi. Vicino al faro, infatti, un piccolo cannone ricorda che quello era territorio conteso, quando a inizio Settecento i giochi erano ancora aperti e l’America se la contendevano in molti.

Okefenokee Swamp

Okefenokee SwampSe di folta vegetazione non ne avete vista abbastanza al Wormsloe Historic Site, nella riserva di Okefenokee ne avrete anche troppa, se non venite divorati prima dalle zanzare. (Anche se forse noi siamo capitati in un periodo piuttosto sfortunato perché era molto che non pioveva e quindi la stagnazione era ai massimi livelli).

Il sito praticamente consiste in una palude visitabile: all’interno ci sono varie attrazioni ma noi ovviamente siamo arrivati tardi quando mancava poco alla chiusura e soprattutto, come dicevo, c’era poca acqua, quindi, anche volendo, la gita in barca non era effettuabile.

Siamo riusciti comunque, pagando il biglietto base, ad assistere a una piccola dimostrazione in cui una ranger ci ha fatto toccare con mano (nel vero senso della parola) un piccolo alligatore, due serpenti e tre specie di tartarughe. Abbiamo poi girato il sito con un trenino, ma purtroppo non abbiamo capito molto di quanto diceva la guida perché gli altoparlanti gracchiavano parecchio ed eravamo intenti a scacciare le bestie volanti.

Tuttavia se siete più amanti della natura selvaggia e dell’avventura di quanto lo siamo noi, sicuramente troverete qualcosa per voi qui. Pare che se si è fortunati, sia possibile incontrare veri alligatori e altre bestiole libere in giro. Anche in questo parco si trova una riproduzione realistica delle prime dimore dei coloni, con il tipico portico e il “basement” utile per non lasciare a contatto il pavimento con il terreno.

Da segnalare lo shop: vi troverete pittoreschi grattaschiena fatti con zampine di alligatore, testine di alligatore, dentini di alligatore, magliette con gli alligatori, spray per le zanzare: molto utili questi ultimi, consiglio l’acquisto e di spruzzarlo prima della visita.

Pebble Hill Plantation

Georgia top 10Dopo aver dormito a Thomasville (Cairo), e aver fatto una buona colazione Best Western, e aver guardato con interesse moltissime pubblicità di antidepressivi e di “carcrash attorneys” nonché meteo che preannunciavano uragani, di buon mattino ci siamo avviati alla Pebble Hill Plantation, non senza prima aver comprato strane confetture da un rivenditore ambulante sulla strada (ci credete che la Georgia è il Peach State, e noi non riuscivamo a trovare rivenditori di marmellata di pesche? ).

La tenuta di Pebble Hill consiste in una grande villa molto amata da chi vi ha abitato e, a quanto sembra, anche da chi attualmente la spiega e la gestisce: la nostra guida sembrava uno spirito del luogo murato vivo dentro alla magione e vivente soltanto in funzione di esaltarne i pregi e il comfort, tipo un maggiordomo di Batman sepolto vivo e imbalsamato dentro casa Wayne (“comfortable” era il mantra con cui spiegava ogni stanza).

Trovare la biglietteria non è stato semplice, date le molte costruzioni e i tanti curati vialetti: per trovarla abbiamo bussato con sussiego a una porta verde munita di batacchio, e da lì siamo stati gentilmente accompagnati a pagare.

Ma tornando alla villa: (si, lo so cosa vi state chiedendo: avete praticamente visitato solo case retrò di vario genere e dimensione? Sì.) essa è affascinante perché gironzolare al suo interno è un po’come curiosare all’interno della stanza dei giochi di qualcuno. Trasuda la voglia di divertirsi e la personalità di chi vi ha abitato, desideroso di accogliere amici e conoscenti in uno spazio… comfortable, appunto, ma innanzitutto “proprio”.

In particolare, la visita guidata permette di scoprire piano piano le sfaccettature di Miss Pansy, ricca signora con la passione per i cavalli e la caccia. Si possono ammirare cani e cavalli dipinti ovunque, una splendida cucina d’epoca con tantissimi servizi di piatti decorati in ogni modo (anche con fagiani e leoni), frigoriferi d’epoca, bagni d’epoca, letti d’epoca, docce d’epoca, sale da pranzo e salotti d’epoca, sale particolari e affrescate, armadi pieni di trofei… insomma, è un po’ come quando si va a sbirciare nei cassetti della nonna, ma in grande.

Da notare al primo piano una mostra di quadri, tra cui… gli “Sparkling turkeys”! Noi pensavamo di aver capito male: cosa c’entravano i tacchini brillanti in una mostra di quadri a tema di caccia? Ebbene era veramente così: uno di questi quadri, raffigurava dei tacchini, appunto, ma dipinti come se fossero coperti di brillantini. Si pensa che il pittore abbia ottenuto questo effetto spargendo polvere di vetro sulla pittura.

Alla fine della visita, siamo stati gentilmente espulsi dal nostro genius loci, che buttandoci fuori si è chiuso la porta alle spalle e la casa è di nuovo tornata a sembrare chiusa come quando siamo arrivati.

Camilla

Dopo la Plantation, in realtà la nostra meta era il Providence Canyon, ma fatto sta che mio marito voleva un caffè e lo voleva immantinente! E allora ci siamo fermati, totalmente a caso, in questa cittadina, in una bakery tipo ingrosso in cui oltretutto il caffè non lo facevano, o almeno non come core business, ma ce l’hanno fatto per cortesia.

Quando la ragazzina che faceva la commessa ha saputo che eravamo italiani e in luna di miele, ha detto che la settimana dopo sarebbe stata a Firenze, e ci ha regalato dei biscottini da mangiare col caffè (“lady fingers”) e ci ha fatto assaggiare il pecan butter fatto da loro (il burro di noci pecan). Poverina, le abbiamo fatto perdere un sacco di tempo in chiacchiere.

Providence Canyon

providence canyon

Se non siete dei patiti del trekking e fate anche a meno di esplorare TUTTE le diramazioni del canyon a piedi, e dunque non avete bisogno del centro visite e informazioni, andateci al tramonto, o comunque nelle ultime ore del giorno: è un posto molto bello e c’è una grande pace e un grande silenzio (anche se, comunque, se riuscite a prendere una mappa prima che chiuda non fa male).

Si paga il parcheggio (poco) e poi il canyon si può ammirare sia dal parco sovrastante, dove ci sono le staccionate a cui affacciarsi, sia scendendovi dentro, seguendo i sentieri ben segnati. Noi abbiamo visto da dentro solo il primo canyon e in un’ora si fa. Considerate ovviamente che il cammino consiste in una iniziale lunga discesa che poi dovete risalire, e che la terra è rossa: quindi scegliete bene le scarpe da utilizzare.

La storia del canyon è un po’ triste: esso non si è originato in modo naturale ma a seguito di cattive tecniche di coltivazione che hanno impoverito il terreno. Tuttavia è un luogo pieno di fascino e colori sgargianti, e addirittura ospita una specie di azalea che fiorisce solo in questa regione. Noi abbiamo anche avvistato un “cardinal” e vari scoiattoli.

Providence Cemetery; piccola parentesi creepy

Questo cimitero si trova sulla strada poco prima di arrivare al canyon, e ricorda il tempo in cui qui c’era un centro abitato. Nessuno più seppellisce i propri morti in questo piccolo appezzamento, tuttavia visitarlo è interessante: qualcuno ha avuto cura di segnalare le tombe di alcuni soldati confederati; una piccola testimonianza che asserisce che quegli uomini sono esistiti davvero, non sono solo parole sui libri di storia.

Comunque, se anche a voi piace l’atmosfera un po’ da “Spoon River”, girare per le lunghe strade di campagna della Georgia vi darà molte soddisfazioni: i piccoli e grandi cimiteri sono frequentissimi, con di fianco spesso la loro brava chiesetta metodista o battista (Jesus loves you!).

Sosta a Columbus

Columbus GeorgiaColumbus si trova sulle rive del fiume Chattanochee, vicino al confine con l’Alabama, e ha avuto anch’essa un suo ruolo durante la guerra civile. In verità noi più che per la sua storia ci siamo passati per vedere una mostra di Bo Bartlett: se vi piace il genere, passate, è molto bello vedere i suoi quadri dal vivo. Abbiamo cenato in un ristorante italiano che si chiamava “Mabella”, dove fanno una cheesecake OTTIMA (ce l’aveva segnalato la commessa della bakery di Camilla).

Il cameriere poi è stato gentile e ci ha consigliato un ventaglio di posti dove fare colazione, dato che non ce l’avevamo compresa nel pernotto, e noi abbiamo scelto Ruth Ann’s Resaturant, un posto molto “southern”, dove abbiamo ordinato un enorme pancake a testa e una cobble di pesche di dimensioni abnormi che non siamo riusciti a finire. Nel mentre che attendevamo di digerire, osservavamo gli avventori e molti di loro erano soldati con le proprie famiglie o fidanzate, probabilmente in visita.

Warm Springs Historic District – Little White House

Little White HouseIn questo sito storico si trova la “Piccola Casa Bianca” dove è morto Franklin Delano Roosevelt, lasciando incompiuto il suo famoso ritratto, e il centro di riabilitazione dove si curava con le sorgenti di acqua calda.

Dopo aver pagato il biglietto, prima di entrare nella Piccola Casa Bianca, si viene condotti in un museo su Roosevelt, in cui è conservata l’auto conformata apposta per essere guidata da lui, nonostante il suo handicap, e una serie di bastoni da passeggio a lui donati. I ranger del posto sono molto disponibili a rispondere alle vostre domande e chiacchierano volentieri.

La piccola casa bianca si trova a pochi metri: è rimasta con l’arredamento d’epoca; la stessa camera dove Roosevelt è morto è rimasta intatta. Insomma, se vi interessa la figura di questo presidente non potete non passare di qui.

Dahlonega – Amicalola Falls

Amicalola FallsDahlonega è una cittadina nel nord della Georgia che fu una delle sedi in cui la corsa all’oro fu più agguerrita. Il suo nome viene dalla lingua dei Cherokee, che avevano il proprio territorio nelle vicinanze. I dintorni della cittadina, data la conformazione montagnosa, sono perfetti per trekking a contatto con la natura.

Noi in particolare siamo andati alle Amicalola Falls: queste cascate distano solo una mezz’oretta di macchina da Dahlonega e sono una vera e propria boccata d’aria fresca, soprattutto se, come me, vi siete abbuffati di beef sticks. Il parco che contiene le cascate è grande e ci sono molti sentieri, noi ci siamo accontentati di salire fino in cima al punto panoramico, dove inizia la cascata appunto.

I gradini da salire per arrivare in cima sono molti ma non è niente di tremendo (non fatevi spaventare dai cartelli esasperanti), e soprattutto sono ben definiti e senza sconnessioni, quindi la salita è comoda e anche la discesa.

Per quanto riguarda la cittadina di Dahlonega, è molto carina e possiede vari locali interessanti per passare una serata piacevole; mi ha colpito in particolare per la sua atmosfera il Crimson Moon, proprio in centro. Questo locale presenta inoltre un ottimo programma di musica live. Se siete dei patiti dei dolciumi, nelle immediate vicinanze si trovano una Fudge Factory e un Ice Cream Parlour.

Segnalo anche, per un ottimo pranzetto monoporzione senza esagerare, il Picnic cafè and dessertery. Se invece una sera avete parecchia fame e volete spendere realtivamente poco, c’è un ristorante messicano nelle vicinanze del centro che serve porzioni mastodontiche e un ottimo margarita.

Aeroporto di Atlanta: back home!

Se il vostro volo di ritorno parte da Atlanta, dopo aver lasciato la macchina riflettete se il vostro scalo, se ne avete uno, sarà negli Stati Uniti o altrove: perché se sarà negli Stati Uniti, dovrete dirigervi verso il “Domestic Terminal”, che è da tutt’altra parte rispetto a quello internazionale. Certo, se si sbaglia non muore nessuno, anche perché i collegamenti sono veloci, ma è comunque una perdita di tempo.

Breve postilla sugli hotel

Durante il nostro viaggio noi abbiamo dormito prevalentemente in hotel appartenenti alle grandi catene: Best Western, Hyatt, Marriott, Days Inn by Windham. Tendenzialmente ci siamo trovati molto bene, e dove c’era la colazione compresa era abbondante e buona.

L’unico hotel che ci sentiamo di sconsigliare in toto è stato quello in cui abbiamo dormito a Columbus (Motel 6 Columbus – Downtown), che abbiamo scelto perché era molto molto economico, ma una volta arrivati l’impressione non era delle migliori e ricorderemo sempre la lotta mortale ingaggiata con la blatta uscita da dietro un mobile.

Breve postilla sulle catene in franchising del cibo

Se avete già viaggiato negli Stati Uniti, probabilmente sapete la grande varietà di marche di franchising di fast food e ristoranti che si può trovare. Se invece è la prima volta, proviamo a raccontarvi brevemente la nostra esperienza:

  • Waffle House: mangi molto, poco sano. Fritto parecchio. Il caffè lo fanno solo caldo.
  • KFC: spendi poco, ma non sempre di qualità.
  • Captain D: molto pesce, molte verdure, riso. Salsine interessanti.
  • Applebees: spendicchi, mangicchi.
  • Longhorn Steakhouse: spendicchi, mangi bene.
  • Starbucks: non ha bisogno di presentazioni, aggiungo solo che se ci stai dentro parecchie ore e vuoi più caffè, se riempi il bicchiere e basta, senza ri-comprare altra plastica, il refill costa solo 50 centesimi. Per spendere poco e mettere in pancia anche qualcosa di solido, ottimi i bagels con il Philadelphia.

Dove comprare l’acqua… e le ciliegie

Parlando di Atlanta, ho tessuto le lodi di CVS: si, però solo ad Atlanta. Quando esci dalla città, per comprare generi alimentari e non farmaceutici ti conviene andare al supermercato oppure dai piccoli rivenditori, che costano un po’ di più ma comunque meno di CVS. Una scoperta mi ha molto soddisfatto: da Walmart a inizio luglio le ciliegie sono buone e costano relativamente poco.

Chiese cattoliche? No problem

Se ti serve una chiesa cattolica, basta una piccola ricerca su internet e se ne trovano. Noi, almeno, le abbiamo trovate sia ad Atlanta, che a Milledgeville, che a Savannah, che a Dahlonega.


Un Consiglio Importante:
Ricordati l’assicurazione sanitaria, non farla potrebbe rovinarti la vacanza in USA! Se non sai come orientarti nella scelta puoi leggere la nostra guida: Assicurazione USA: come scegliere la polizza migliore?

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Chiara Musco

Solido background classico, testa "in cloud", una grande curiosità è mia croce e delizia

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