Siamo nell’eclettica New York City, più precisamente all’89 di East & 42nd Street nel midwest di Manhattan. Questo è l’indirizzo ufficiale della stazione Grand Central Terminal (chiamata anche Grand Central, Grand Central Station, The Terminal e GCT). Non abbiamo nessun biglietto e non dobbiamo neanche acquistarne; siamo qui in veste di visitatori per scoprire un po’ di storia, i volti e le particolarità di questo enorme crocevia dei trasporti di New York.
Indice
Storia e stile architettonico
Il Grand Central Terminal è stato inaugurato il 2 febbraio 1913 e da quel giorno è sempre stato uno dei simboli di New York, uno dei principali punti d’interesse della Grande Mela. Questo complesso non è sorto a caso. Tutto risale all’8 gennaio 1902 quando un treno pendolare che viaggiava dalla contea suburbana di Westchester si scontrò con un altro treno in attesa all’ingresso della stazione; la vista del conducente era stata annebbiata dai “fumi neri” e il disastro causò il decesso di 15 persone.
Questo tragico fatto fece aprire un’inchiesta durante la quale emersero anche dati allarmanti sulla pericolosità dei fumi derivanti dai motori a vapore alimentati a carbone. Di conseguenza vennero attuati piani per proibire l’uso di motori a vapore in città. La famiglia Vanderbilt annunciò di voler realizzare una nuova stazione che avrebbe utilizzato l’elettricità. Il progetto fu realizzato in stile beaux-arts e il livello di pregio artistico che gli fu poi unanimemente riconosciuto gli avrebbe valso il riconoscimento di National Historic Landmark.
L’edificio si nota anche all’esterno per l’imponenza: andate all’angolo fra la 42esima strada e Park Avenue per ammirare uno dei suoi punti più famosi, l’orologio Tiffany “in compagnia” di statue greche che rappresentano Mercurio, simbolo di velocità, Ercole, simbolo di forza, e Minerva, simbolo d’intelletto. Questo orologio ha un diametro di circa 4 metri, ma l’intero gruppo scultoreo, noto come “Glory of Commerce“, raggiunge un’altezza di circa 14,6 metri.
Poi, all’incrocio fra Vanderbilt Avenue e la East 42nd Street troneggia una bald eagle in ghisa, l’aquila dalla testa calva simbolo degli Stati Uniti. Questa statua è una delle due aquile originali che adornavano il predecessore del terminal, la Grand Central Station.
I materiali utilizzati all’interno sono il marmo per le pavimentazioni e il granito per le strutture principali. Il calcare è utilizzato principalmente per la facciata esterna. Da notare i dettagli architettonici del Terminal con foglie di quercia e ghiande, simboli della famiglia Vanderbilt.
Jacqueline Kennedy Onassis fece questa affermazione: Grand Central Terminal stands as an universal symbol between New York’s past and present (Grand Central Terminal si erge come un simbolo universale fra il passato ed il presente di New York). Ma in sostanza che cos’è la GCT? Non è solo un punto in cui confluiscono partenze ed arrivi, è molto di più ed è per questo che è un’attrazione cittadina. Oltre alla sua rilevanza storica e artistica, è un luogo anche per lo shopping, la ristorazione, la cultura e gli eventi. L’edificio è aperto al pubblico tutti i giorni dalle 5:15 del mattino alle 2:00 del mattino successivo. Gli orari dei negozi e dei ristoranti invece variano.
Per quanto riguarda la sua funzione legata ai trasporti, al Grand Central Terminal troviamo una stazione della metropolitana, fermate degli autobus nelle vicinanze e la Metro North Railroad con linee che da New York raggiungono distretti a nord (Hudson + Harlem) e New Haven nel Connecticut, dove si trova l’Università di Yale. Per ragioni pratiche e di sicurezza ogni treno parte un minuto dopo l’orario indicato nel tabellone. Il minuto extra dovrebbe permettere ai passeggeri che vanno di fretta di non perdere il treno oppure di tirare un attimo il fiato e di non dover correre. Questa cosa però fa un po’ sorridere perché ormai lo sanno tutti, o quasi.
Sono presenti molte rampe piuttosto che scale in modo da consentire ai pendolari e ai viaggiatori di muoversi più velocemente verso i binari situati sotto il livello stradale. Come alla stazione King’s Cross di Londra, anche qui c’è un binario particolare; non è il numero 9 e ¾ che conduce alla scuola di magia di Hogwarts ma è comunque un binario che ha una sua storia. E’ il numero 61, un tempo linea privata del presidente Franklin Delano Roosevelt, che collegava l’hotel Waldorf Astoria alla stazione.
Cosa vedere al Grand Central Terminal
Alla Grand Central Terminal si possono fare anche tour autoguidati grazie alla tecnologia di Orpheo USA, un apparecchio che racconta la storia e le caratteristiche della stazione. Il costo è di 9$, 7$ (per senior, militari, studenti e bambini) con una mappa dell’edificio inclusa nel prezzo. I tour sono disponibili in varie lingue, incluso l’italiano e hanno una durata che va da 30 minuti a più di un’ora.
Lo sportello del GCT per i tour, aperto dalle 9 alle 18, è situato nel Main Concourse, il salone principale ed è proprio da qui che iniziamo ad esplorare la Grand Central Terminal notando subito la grande bandiera americana posta pochi giorni dopo l’attentato dell’11 settembre 2001. E’ veramente ampio (84 metri di lunghezza e 37 di larghezza), e in un servizio giornalistico del New York Times è stato ribadito quanto, in una terra dove gli spazi sono abitualmente grandi, questo atrio sia enorme anche per i 750.000 newyorkesi che la frequentano giornalmente.
Qui si trovano la biglietteria, la macchina automatica che dispensa i ticket, il tabellone degli orari e un grande orologio opalescente a 4 facce che pare valga circa 10 milioni di dollari, ubicato proprio sopra il punto informazioni. Denominato Booth Clock, questo orologio è considerato da molti un vero e proprio simbolo cittadino, dove gli stessi newyorkesi si ritrovano scambiandosi le parole “Meet me at the clock” (incontrami all’orologio).
Mentre siamo qui osserviamo lo Zodiac Ceiling, il soffitto color celeste con le dodici costellazioni dipinte, foglie d’oro e più di 2.500 stelle di cui 59 illuminate a luci led. Sapevate che questa raffigurazione è stata dipinta al contrario? Quello che viene reputato un errore è stato scoperto da un pendolare appassionato di astronomia. E quando si vedono “nasi all’insù” è perché questa particolarità rende ancor più interessante l’opera sapientemente restaurata negli anni ’90.
Un’altra particolarità: è stata lasciata una macchia scura di tabacco in ricordo delle condizioni in cui si trovava il soffitto dopo decenni di fumo all’interno dell’edificio. Poi, nel 1957 è accaduto un fatto ancor più curioso; a seguito del lancio dello Sputnik da parte dell’Unione Sovietica, nella grande hall del terminal gli americani hanno prontamente posizionato un missile per dimostrare che sapevano stare al passo con i “rivali”, ma la cosa buffa è che non era stato calcolato se il soffitto fosse sufficientemente alto per ospitarlo ed infatti non lo era. Ecco perché, a testimonianza di questa clamorosa gaffe è stato lasciato il foro che si è creato in corrispondenza della punta del razzo.
Uscendo dal salone principale, accanto all’Oyster Bar & Restaurant si trova uno dei punti più particolari: la Whispering Gallery, una galleria ad archi che crea un fenomeno acustico che permette di bisbigliare e di farsi sentire da chi si trova nel lato opposto dell’arco; fare questo esperimento con gli amici è diventato una pratica comune.
Tramite il Vanderbilt Passage, situato dentro al Main Concourse Level della stazione, si accede all’One Vanderbilt, l’attiguo futuristico grattacielo che, alla fine del 2021, ha aperto al pubblico una nuovissima piattaforma di osservazione: il SUMMIT One Vanderbilt. Se volete fare due passi tra le nuvole di Manhattan e provare le sue numerose esperienze immersive, beh, non pensateci due volte!
Dove mangiare
Diverse sono le opzioni per un pasto, dagli spuntini ai fast food passando per ristoranti di alto livello; il Dining Concourse ad esempio è un’intera zona dedicata alla ristorazione e la scelta è varia, visto che spazia dalla cucina indiana di Cafè Spice ai cibi giapponesi di Shiro of Japan, dalle pietanze messicane di La Chula ai gelati di Jacques Torres (e ovviamente non manca l’ormai onnipresente Starbucks). Un consiglio personale: assaggiate i cupcake, le cheescake e i budini alla banana di Magnolia Bakery.
Per un pasto raffinato c’è da scegliere fra 5 ristoranti: cucina del nord Italia di Cipriani Dolci, specialità di pesce dell’Oyster Bar & Restaurant (uno dei ristoranti più particolari di New York!), cucina nordica di Agern, piatti americani e cocktail del raffinato The Campbell Bar e infine il Michael Jordan’s The Stake House con carne, pesce, dessert, piatti classici ed anche una spettacolare vista sulla hall, le grandi finestre, l’orologio e le costellazioni. Il nome del locale è un tributo all’ex giocatore NBA dei Chicago Bulls.
Ma la parte migliore è il Grand Central Market, un mercato di prodotti freschi e preparati di ogni tipo, da frutta a verdura, da salumi a dolci fatti in casa, troverete sicuramente qualcosa di adatto alle vostre papille gustative!
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Eventi e shopping
Nella Grand Central Terminal si svolgono anche eventi speciali come il mercato di Natale (Holiday Fair) nella Vanderbilt Hall. Non è difficile immaginare l’atmosfera che si crea! Per conoscere tutte le manifestazioni che si svolgono al GCT si può consultare il sito ufficiale. Qui non manca quasi niente; c’è anche il negozio del New York Transit Museum, un affascinante museo di Brooklyn dedicato alla storia della metropolitana di New York.
All’interno della stazione troverete inoltre anche molti negozi, fra cui Apple Store, Rite Aid, Hudson News, L’Occitane, Banana Republic, un posto fra i tanti in cui fare un po’ di un po’ alternativo dove fare shopping a New York.
Dove dormire in zona
La zona nei pressi della stazione è uno dei punti più centrali di New York, siamo a 10 minuti a piedi da Times Square e al quartiere dei teatri, dove vi consiglio di non perdervi un musical di Broadway, e a pochi passi dalla New York Public Library e da Bryant Park; trovare un alloggio in zona non è certo difficile, gli alberghi sono tanti e i servizi non vi mancheranno. Vi raccomando di leggere i nostri consigli su dove dormire in zona Times Square e Theater District.
Il Grand Central Terminal è stato protagonista di alcune scene di film. Il cartone Madagascar della Dreamworks Animation, Spiderman, Superman (la cui città Metropolis è effettivamente più simile a New York che alla Metropolis dell’Illinois!), Man in Black con l’attore Will Smith e Il giro del mondo in 80 giorni con Jackie Chan.
Il via-vai e il movimento di migliaia di persone sono solo un aspetto di ciò che questo edificio rappresenta e ha da offrire. E’ un luogo che merita di essere visitato e in cui trascorre un po’ di tempo per coglierne la sua classe innata, usufruire dei tanti servizi e conoscere le sue storie, anche quella della demolizione evitata nel 1970. È un’esperienza da provare e da ricordare.