Se il vostro viaggio on the road vi sta portando dall’Arizona alla California, non dimenticate che lo stato che vi ha regalato meraviglie come la Monument Valley, l’Horseshoe Bend o l’Antelope Canyon riuscirà a sorprendervi fino alla fine. Sì, perché quando, dopo l’uscita dal Grand Canyon, pensate di aver visto tutto e vi state progressivamente avvicinando alla rovente desolazione del Mojave Desert, ecco che, a ridosso del confine con il Golden State, a pochi chilometri da Kingman, l’Arizona vi regalerà una vera e propria meraviglia fuori dal tempo: Oatman!
Indice
Cos’è Oatman?
Oatman è una segreta e minuscola cittadina intrappolata tra le Black Mountains che svettano sul Mojave Desert: poco più di mezzo secolo fa era un’ottima base strategica per i minatori (ci sono ancora un paio di miniere attive) e per i cercatori d’oro, come del resto moltissimi altri antichi nuclei cittadini che, da un momento all’altro, sono diventati ghost town, vedi l’esempio di Bodie. Ma cos’è che differenzia Oatman da tutte queste piccole cittadine-museo, disabitate e polverose?
Molto semplice: potremmo dire che il centinaio di abitanti rimasti attivi a Oatman non si arrende al quel destino che vorrebbe che la città degradasse in una ghost town: essi resistono strenuamente nella loro battaglia contro il tempo che divora le tradizioni.
Troverete vecchi negozi con insegne cadenti lungo i due lati di una strada stretta e polverosa, i marciapiedi che appaiono come pedane scricchiolanti delimitate da staccionate di legno tarlate, piccoli mercatini installati sotto ai gazebo, con pittoreschi “yankee” autoctoni spaparanzati sulle loro sedie, che parlano a voce alta mentre fabbricano ninnoli, aggeggi e ricordini da vendere agli avventori. Sotto alle assi dei “camminatoi” di legno lievemente sopraelevati che si trovano ai lati della strada, certamente si nasconde qualche serpentello.
Cosa vedere a Oatman, città di burros, minatori e cowboy
Una delle caratteristiche più simpatiche di Oatman è sicuramente la presenza di un branco di burros sparsi per il breve tratto della Main Street. I burros sono niente meno che dei piccoli asini, che certamente hanno perso tutta quanta la “selvaticità”, da quando se ne vanno sù e giù per il paese, inseguendo i turisti per mendicare, a suon di piccole musate sulla schiena, un po’ di “burro chow”, il cibo di cui vanno matti, disponibile in ogni negozietto di Oatman.
Simpatici quanto ruffiani, questi asinelli sono la vera attrazione di Oatman, anzi, a giudicare dalla non-chalance con cui si aggirano per il paese, sembra quasi che ne siano gli incontrastati padroni, specialmente quando ignorano bellamente le rare macchine che passano, fino a creare brevi e impensabili momenti di traffico. E guai a suonare il clacson, potreste essere rimproverati dagli abitanti: del resto, questi asinelli sono protetti dallo US Department of the Interior.
Quasi alla fine del centro abitato, su un lato di una piazzetta molto hippie, troverete anche la minuta ricostruzione di una miniera, nella quale potrete entrare e fare due passi (di numero!) nell’oscurità, sperimentando, in piccolo, la claustrofobica esperienza dei minatori. Inoltre, non dimenticate di passare da Oatman tra le 13.30 e le 15.30, perché, nel caso contrario, potreste perdervi gli spettacoli di beneficenza dei Ghost Rider Gunfighters, attori-cowboy che inscenano dialoghi epici e realistici duelli con le pistole in mezzo alla strada, tra gli asinelli.
Dove mangiare a Oatman: l’albergo di Clark Gable and Carole Lombard
Non vi ci vorrà molto tempo a percorrere tutto il paese: arrivati in fondo potrete tornare indietro e visitare l’unico, storico albergo del paese, l’Oatman Hotel. Cos’avrà mai di particolare questo vecchio edificio costruito all’inizio del secolo scorso, oltre a essere sopravvissuto a un terribile incendio nel 1921? Le particolarità sono due: la prima è di interesse storico/cinematografico, in quanto, il 18 marzo 1939, Clark Gable e Carole Lombard, dopo il matrimonio nella vicina Kingman, sono venuti a passare la loro luna di miele proprio nelle stanze di questo alberghetto, prima di ritirarsi nella loro casa a Encino, Los Angeles.
Vedrete che non mancano certo le foto della coppia di divi sparse qua e là nella hall. Ma se guardate bene, noterete anche un altro importante ospite dell’albergo, ed è questo il secondo motivo di interesse. Si dice infatti che, nelle stanze dell’hotel, si aggiri il bonario fantasma Oatie.
Se avete fame, entrate nell’attigua sala ristorante, le cui pareti – ma anche i soffitti e tutto quello che era tappezzabile – sono ricoperte da migliaia e migliaia di banconote da un dollaro (con su scritte dediche e ricordi), alcune delle quali davvero datate: i gestori parlano di un totale di 100.000 $, ovvero quanto basterebbe per chiudere baracca e burattini! Mangiatevi un ottimo doppio hamburger di bufalo con patatine, ascoltate il cowboy che suona e canta musica country dal vivo anche a pranzo, e attaccate la vostra banconota, se trovate un posto libero!
Come arrivare a Oatman: la Route “Bloody” 66
Se non vi bastassero tutti questi validi motivi per fare un salto a Oatman, ve ne diamo uno che vi convincerà sicuramente. La Oatman Road, l’impervia strada che si inerpica tra le montagne e le brulle sterpaglie del Mojave Desert per una decina di miglia, altro non è che un tratto della celeberrima Route 66, e non basta: è un tratto così pericoloso da meritarsi il nome di Bloody 66!
Nel caso la vostra tappa precedente sia stata il Grand Canyon o Flagstaff, potreste aver cavalcato la sicura Route 40 in direzione Kingman. Ma, se proprio non avete saputo resistere al fascino tutto americano della 66, l’avrete già imboccata all’altezza di Seligman, non molte miglia dopo Williams. Ok, è la 66, ma niente in confronto all’ultimo tratto di strada quando, arrivati nei pressi dell’aeroporto di Kingman, svolterete verso la Oatman Road.
È da qui, che comincia la vera Bloody 66: 10 miglia appassionanti di strada stretta e rabberciata, senza nemmeno l’ombra di un guard rail. 10 miglia che vi sembreranno non finire mai, tra curve killer, pompe di benzina old-style, baracche e prefabbricati, strapiombi e paesaggi desertici: un percorso indimenticabile che vi consegnerà improvvisamente a Oatman, al tempo andato dei cowboy e della febbre dell’oro.