Storia di San Francisco

Storia di San Francisco: dalle origini ai giorni nostri

Novembre 17, 2022 /

La città di San Francisco è sicuramente una delle più affascinanti di tutti gli Stati Uniti. La sua posizione, le sue iconiche attrazioni come il Golden Gate Bridge, le Cable Car e la prigione di Alcatraz sono entrate infatti nell’immaginario collettivo di tutti noi. La sua storia però non è stata sempre lineare e priva di imprevisti e, i suoi abitanti, hanno più volte dovuto far fronte a eventi catastrofici causati non soltanto dalla natura.

Andiamo quindi a scoprire, in modo sintetico, quali sono stati i principali avvenimenti che hanno plasmato la città per farla diventare la metropoli che tutti conosciamo.

Le prime esplorazioni degli Europei

L’area della baia di San Francisco, prima dell’arrivo dei primi europei, era stata abitata per migliaia di anni dalle popolazioni indigene locali. In modo particolare si fanno risalire a quest’area la presenza di almeno quattro distinte tribù: gli Yokut, i Wintun, i Miwok e gli Ohlone. Quest’ultimi erano i più numerosi (si stima che stanziassero in questa zona più di 10.000 persone appartenenti a questa tribù) e, riuniti in villaggi di piccole dimensioni, si estendevano lungo tutta la penisola fino alla zona in cui oggi si trovano Monterey e il Big Sur.

I primi europei a mettere ufficialmente piede, non tanto in California, ma in questa zona in particolare furono gli spagnoli e, per la precisione, i membri della cosiddetta “Spedizione Portorola” che, partita dalla Bassa California, arrivò nella zona della baia nel novembre 1769.

Il fatto che l’area di San Francisco sia stata esplorata per la prima volta via terra e non via mare potrebbe suscitare qualche perplessità ed è d’obbligo una precisazione per spiegare questo fatto quanto mai curioso.

Prima della Spedizione Portorola c’erano state molte altre missioni esplorative proprio via mare, ma la zona non fu mai esplorata a fondo e, se qualcuno ha familiarità con il clima di San Francisco, potrà intuirne il motivo. La fitta nebbia che per molti giorni durante l’anno avvolge la baia non permise infatti di rivelare mai con chiarezza cosa si celasse nell’entroterra rendendo l’area difficilmente navigabile.

Un’esploratore che si imbatté proprio nel problema che abbiamo descritto fu il portoghese Juan Rodríguez Cabrillo che nel 1542, pur essendo il primo europeo ad esplorare le coste della California, non riuscì ad approfondire la conoscenza proprio a causa di questo fenomeno.

Si dovette quindi attendere fino al 5 agosto 1775 perché una nave approdasse all’interno della Baia superando il punto in cui oggi si trova il Golden Gate Bridge. Questa impresa fu compiuta dallo spagnolo Juan Manuel de Ayala che comandava la nave San Carlos.

La costruzione della Missione e del Presidio

Mission dolores San FranciscoLa spedizione di Portorola, oltre ad esplorare la zona, aveva reclamato le terre per conto della corona spagnola e il territorio della futura San Francisco faceva quindi parte del Vicereame della Nuova Spagna.

Sette anni dopo: il 9 ottobre 1976, fu fondata dal missionario francescano Padre Francisco Palóu la Misión San Francisco de Asís (conosciuta anche con il nome di Missione Dolores). Questa entrava quindi a far parte di tutta quella rete di missioni lungo la costa della California conosciuta con il nome di Camino Real, ideata e realizzata per la maggior parte da San Junipero Serra.

La missione esiste ancora oggi ed è l’edificio esistente più antico di tutta San Francisco.

Parallelamente alla costruzione della Missione venne anche edificato un forte militare chiamato El Presidio Real de San Francisco per controllare questa zona di frontiera. Oggi in quest’area sorge il Parco del Presidio che è una delle attrazioni naturali più interessanti della città da visitare.

Trovandosi alla cosiddetta “periferia dell’impero” spagnolo i rifornimenti per i militari di stanza al forte erano scarsi e poco frequenti (gli storici sostengono che arrivasse una sola nave all’anno nella migliore delle ipotesi), per questo si rese necessaria la costruzione di altre due strutture fortificate.

Nel 1794 vennero così edificati il Castillo de San Joaquin, dove sorge oggi Fort Point, e la Bateria de Yerba Buena nell’attuale Fort Mason. Alcuni dei cannoni che si trovavano in queste installazioni militari sono tutt’ora conservate all’interno del Parco del Presidio.

Dall’impero spagnolo agli Stati Uniti

San Francisco StoriaNel 1804 la corona spagnola decise di creare due amministrazioni distinte per governare la zona: una per l’Alta California e una per la provincia della Baja California. Ma questo tipo di governo non ebbe una vita molto lunga dato che nel 1810 iniziò la guerra di indipendenza messicana, e nel 1821 entrambe le province entrarono sotto la giurisdizione messicana. Monterey divenne quindi la capitale dell’Alta California.

Fu in questo periodo che per la prima volta l’area urbana di San Francisco iniziò lentamente a svilupparsi. Nel 1835 infatti, grazie all’opera dell’imprenditore inglese William Richardson, un piccolo nucleo di abitazioni venne costruito vicino alla missione. Questo primo vero e proprio insediamento prese il nome di Yerba Buena e, durante i successivi anni, iniziò a crescere lentamente intorno alla piazza che sarebbe stata chiamata Portsmouth Square.

Ma la pace non sarebbe durata a lungo visto che dopo poco più di 20 anni un altro conflitto armato decise definitivamente le sorti di questa zona. Nel 1846 scoppiò infatti la guerra fra il Messico e gli Stati Uniti.

il 15 giugno del 1846, a seguito dell’annessione del Texas agli Stati Untiti, una trentina di coloni americani che vivevano in questa zona della California organizzarono una rivolta e conquistarono una piccola guarnigione messicana di stanza a Sonoma dichiarando l’indipendenza e la nascita della Repubblica della California.

Nello stesso periodo l’esercito e la marina americana invasero militarmente la zona e, in breve tempo, sbaragliarono le impreparate e sparute truppe dell’esercito messicano. Gli indipendentisti californiani decisero quindi di sostenere le forze armate statunitensi.

L’insediamento di Yerba Buena venne reclamato dal capitano della marina americana John B. Montgomery, e il 7 luglio 1846 la bandiera a stelle strisce sventolò a Portsmouth Square. Un’incisone che ricorda l’evento si può trovare ancora oggi in un angolo dell’edifico conosciuto come Bank of Italy Building al 552 Montgomery Street. A seguito di un’ordinanza del 30 gennaio 1847 la città cambiò definitivamente in San Francisco.

L’esercito messicano non venne surclassato soltanto in California ma praticamente ovunque e il 2 febbraio del 1948, dopo neanche due anni dall’inizio delle ostilità, con il Trattato di Guadalupe Hidalgo furono stilati i termini della resa.

Gli Stati Uniti entravano quindi in possesso del Texas, di quelli che oggi sono la California, Utah, Nevada, New Mexico e la gran parte del territorio che un giorno sarebbe diventato Arizona, Oklahoma. Kansas, Wyoming e Colorado.

Gli anni della corsa all’oro

Storia San FranciscoNonostante la felice posizione geografica, sia da un punto di vista militare che commerciale, San Francisco rimase un piccolo e quasi insignificante insediamento fino a quella che sarebbe stata conosciuta come la febbre dell’oro.

La Gold Rush Californiana iniziò nel 1848 e durante gli anni successivi la popolazione di San Francisco passò dalle poco più di 300 persone del 1848 agli oltre 25.000 nel 1849 facendola diventare la città più importante e popolosa di tutta la West Coast.

Una curiosità legata a questo avvenimento è che la squadra di football della città si chiama San Francisco 49ers proprio come riferimento all’anno in cui i cercatori d’oro dettero il via alla vera e propria Gold Rush nella zona.

Durante questo frenetico periodo il porto di San Francisco si riempì di relitti di navi abbandonate a se stesse dall’equipaggio che aveva preferito dedicarsi alla ricerca dell’oro una volta attraccato. Il numero era così ingente da mettere a repentaglio la sicurezza e l’efficienza del porto. Fu così deciso di distruggerle e di utilizzare il legname ricavato per l’ampliamento dello stesso.

San Francisco però non era attrezzata per far fronte alle esigenze di una popolazione in così rapida crescita, gli approvvigionamenti di cibo e, soprattutto, di acqua potabile erano difficoltosi già in condizioni normali, e adesso il problema venne esasperato. Inoltre una serie di incendi (ben sette in pochi anni) contribuirono a peggiorare la già precaria situazione.

In modo particolare un incendio avvenuto il 3 maggio 1851 distrusse quasi completamente la città causando danni per 12 milioni di dollari. Nonostante questo l’afflusso delle persone non diminuì e in poco tempo la città fu ricostruita in tempi rapidi.

Durante la seconda metà dell’800 ci fu inoltre la creazione e l’implementazione di una delle attrazioni più note di San Francisco: le cable cars. Le strade della città infatti, a causa della conformazione del terreno, erano molto ripide e, durante i giorni di pioggia, si riempivano di fango rendendole impossibili da percorrere, provocando numerosi e mortali incidenti. Per cercare di ovviare a questo problema prima di tutto si provò gradualmente a livellarle e ricoprirle di assi in modo da rendere più agevole il percorso.

Non si riuscì comunque a risolvere più di tanto il problema, fino a quando nel 1873 venne testato con successo dalla collina di Nob Hill il primo sistema di cable car. Negli anni successivi fino al 1890 vennero istituite ben 23 linee finché non vennero gradualmente sostituite dai primi tram elettrici. Le linee di cable cars rimasero quindi attive soltanto sulle vie più ripide e, nel 1912 se ne contavano soltanto 8.

Nel 1951 vennero completamente soppiantate dall’utilizzo dei moderni autobus, ma nel 1952, grazie all’enorme sostegno dei residenti, furono riaperte le tre linee che esistono ancora oggi.

la tragedia e la rinascita di inizio ‘900

La storia di San FranciscoOrmai San Francisco era un agglomerato urbano in forte ascesa, un porto fremente di attività e uno dei motori dell’economia americana. Il nuovo secolo però iniziò con una tragedia che rischiò di compromettere lo sviluppo e l’esistenza stessa della città.

Il 18 aprile del 1906 ebbe luogo un terremoto di 7.8 gradi della scala Richter che causò 3.000 vittime (il più grande numero di morti per cause naturali della storia della California), distrusse l’80% degli edifici di San Francisco e rese senza una casa in cui abitare quasi la metà della popolazione.

Al terremoto seguì inoltre un incendio che restò indomato per giorni e giorni e rese necessario un piano di evacuazione per portare in salvo le persone verso l’altra sponda della Baia. Uno dei simboli di questa lotta contro il fuoco si può osservare ancora oggi all’angolo di Dolores Park (per la precisione a Church St. and 20th St), dove si trova un grande idrante dorato.

La storia narra che questo fu l’unico idrante di tutta San Francisco a funzionare durante l’incendio, e si attribuisce a questo il fatto che l’intero quartiere di Mission District sia stato salvato dalle fiamme. Il 18 aprile di ogni anno questo idrante viene ridipinto di color oro per ricordare l’evento.

Simbolo della rinascita della città sarà l’Esposizione internazionale Panama-Pacifico di San Francisco che si svolse in città nel 1915.

Durante la Grande Depressione San Francisco continuò a prosperare, e fu proprio in questo periodo che si ultimò la costruzione di due infrastrutture fondamentali per la città come il Bay Dridge e, soprattutto, il Golden Gate Bridge che aprì al traffico nel 1937. Per festeggiare questi due eventi San Francisco ospitò la Golden Gate Exposition i cui spazi espositivi vennero ricavati costruendo l’isola artificiale di Treasure Island.

Gli anni della Seconda Guerra Mondiale contribuirono a incrementare l’importanza della città sia da un punto di vista militare (visto il conflitto che si stava combattendo nel Pacifico) che industriale.

Dal dopoguerra ai giorni nostri

City Lights Bookstore

Una volta conclusa la guerra una nuova ondata immigratoria fece aumentare nuovamente la popolazione e, negli anni ’50, San Francisco divenne il punto di riferimento della controcultura americana. Epicentro di questo fu il quartiere di North Beach e in modo particolare la libreria City Lights Bookstore dove nacque la Beat Generation.

Il decennio successivo fu dominato culturalmente, dal movimento hippie e dalle violente proteste contro la guerra del Vietnam. Ma anche a livello musicale San Francisco divenne un luogo di aggregazione e un trampolino di lancio notevole per gruppi entrati nella storia del rock come i Jefferson Airplane, i Grateful Dead e Janis Joplin.

Nel 1971 un gruppo di nativi americani occupò l’isola di Alcatraz reclamando la proprietà del terreno, dal momento che dal 1963 non veniva più utilizzata come prigione. L’intenzione era quella di fondare un centro culturale per sensibilizzare la popolazione contro le politiche adottate dal governo federale nei confronti dei nativi.

Ma gli anni ’70 furono anche anni di estrema violenza che portarono San Francisco alla ribalta delle cronache nazionali, i casi più eclatanti furono due. Nel settembre del 1975 ci fu un attentato contro il Presidente degli Stati Uniti Gerald Ford e, nel novembre del 1978, il sindaco George Moscone e il consigliere comunale Harvey Milk vennero uccisi.

Milk era noto per essere stato il primo politico apertamente omosessuale ad essere eletto ad una carica pubblica; la sua morte, e la pena di soli 5 anni di prigione per l’assassino, provocò un’ondata di sdegno a partire dal quartiere di Castro che dagli anni ’40 era il punto di riferimento della comunità omosessuale.

Dianne Feinstein, il primo sindaco donna della città, riuscì a riportare un po’ di stabilità in una San Francisco profondamente colpita da questi episodi.

Gli anni ’70 furono anche il periodo in cui ci fu una decisa modernizzazione delle infrastrutture cittadine; ad esempio venne completata la metropolitana e la Bay Area Rapid Transit e costruito il grattacielo più caratteristico della città: la Transamerica Pyramid.

Nel 1989 si verificò un altro terribile sisma conosciuto come il Terremoto di Loma Prieta di magnitudo 6.9 che causò più di 60 morti, migliaia di sfollati oltre che ingenti danni alle infrastrutture fra cui anche il Bay Bridge che collassò in un punto. Una delle conseguenze dal terremoto è che la vecchia Embarcadero Freeway , ormai danneggiata, venne completamente demolita e si progettò un rinnovamento radicale di tutta la zona.

Durante gli anni seguenti la popolazione di San Francisco non crebbe molto, tanto da essere superata da quella di San Jose che, grazie alla presenza delle numerose industrie informatiche della Silicon Valley, diventò la città più popolosa della zona.

Video documentario

 


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Filippo Nardelli
Filippo Nardelli

Laureato in Storia dell’America del Nord e da sempre innamorato degli Stati Uniti.

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