New orleans St Louis Cathedral e piazza

Viaggio nel Dixieland: 15 giorni alla scoperta dell’anima più autentica del Deep South

Aprile 23, 2024 /

Pubblichiamo oggi il bellissimo diario di viaggio di Valeria, che ha macinato km e km con un solo obiettivo: scoprire l’anima più autentica del profondo Sud degli States.

In questo itinerario nella terra di Dixie, Valeria esplora stati quali Georgia, Alabama, Louisiana, Mississippi e Tennessee, venendo a contatto con le radici musicali d’America (il country, il blues e il jazz), il suo distillato più popolare (il Jack Daniel’s), le sue radici storiche (le piantagioni, le ville d’anteguerra e le testimonianze delle lotte per i diritti civili), e inaspettate bellezze naturali (il parco Great Smoky Mountains e la strada panoramica Blue Ridge Parkway).

Mappa dell’itinerario

Da Atlanta a New Orleans

Atlanta

8 Settembre: Partenza

Volo diretto da Milano a New York, quindi scalo e volo interno per Atlanta. Atterriamo attorno alle 19.30, subito accolti dal clima caldo e umido del sud, che ci accompagnerà per i prossimi 15 giorni. Ritiriamo l’auto alla Alamo, Dodge Charger berlina, e ci mettiamo in marcia per il nostro hotel. Siamo troppo stanchi e confusi dal jet lag per pensare di cenare, così ci buttiamo subito a letto.

Hotel: Clarion Inn & Suites Atlanta Downtown, un buon compromesso tra prezzo e vicinanza al centro.

I nostri consigli per dormire ad Atlanta

9 Settembre: Atlanta, Georgia

Atlanta Museo diritti civili - lunch counter
Museo dei diritti civili

Cominciamo dal Martin Luther King Memorial. Qui si trovano la casa di MLK da bambino, la chiesa in cui predicava suo padre, e naturalmente la tomba, un toccante monumento davanti al quale brucia una fiamma eterna.

Cambiamo genere e ci spostiamo in centro, al Museo della Coca-Cola. Uno spazio espositivo divertente e colorato, che racconta la storia della bevanda più famosa del mondo. Oltre a pubblicità, filmati e la cassaforte che contiene la segretissima ricetta, si possono anche assaggiare diversi tipi di bevande gasate. Sono tutte stucchevolmente dolci, ma è impossibile non provarle!

Facciamo una passeggiata al Centennial Park, il parco creato in occasione delle Olimpiadi. Spiccano la statua di Le Coubertin, le fontane dei cinque cerchi olimpici, e il medagliere, con tutti i vincitori delle varie competizioni.

Dedichiamo il pomeriggio al Museo dei Diritti Civili, che esplora la complessa tematica della parità e della segregazione razziale. Storie che mettono i brividi, in particolare, l’esperienza sensoriale del Lunch Counter. Ti siedi sullo sgabello, metti le cuffie e chiudi gli occhi. Sei un nero in un bar per bianchi, cerchi di bere qualcosa seduto al bancone, ma la gente intorno ti insulta, calcia lo sgabello, ti sputa in faccia. Quanto riesci a resistere? Io sono durata 30 secondi, e ne sono uscita molto scossa.

Usciti dal museo facciamo un giro in centro. E’ domenica ed è tutto chiuso, il centro è deserto e non ci piace più di tanto. Passiamo dalla ruota panoramica e andiamo alla sede della CNN. Non faremo il tour all’interno, ma solo un giro nell’immensa hall, piena di negozi e bar.

Abbiamo finito prima del previsto, così andiamo da Walmart per fare scorta in vista del road trip: frigo di polistirolo, bevande, snack, posate di plastica e tutto quello che può tornare utile. Tornati in hotel, predisponiamo il tutto in auto, insieme al programma di viaggio e alla chiavetta USB piena di musica country, siamo pronti a metterci in strada!

Cena a base di hamburger all’ottimo The Vortex.

10 Settembre: Antebellum Trail, Georgia

Milledgeville
Milledgeville

Primo giorno on the road. Oggi esploreremo parte dell’Antebellum Trail, un percorso di 120 km circa che tocca le sette cittadine risparmiate dal generale Sherman nella sua marcia verso Savannah. In queste città è ancora possibile vedere case ed edifici di prima della Guerra Civile, periodo definito “antebellum”.

La prima è Madison, dove facciamo un giro a piedi delle ville, coadiuvati dalla mappa presa al Visitor Center. Alcune sono veramente stupende, di un bianco accecante, con enormi colonnati, e circondate da un lussureggiante giardino. Il caldo e l’umidità sono insopportabili, ma teniamo duro.

Seconda tappa Eatonton, più piccola. Anche qui passeggiamo tra le case storiche, ma questa città ci piace meno di Madison.

Continuiamo con Milledgeville, cittadina universitaria definita “la bella del Sud”. Sarà l’atmosfera giovane, i negozi alla moda e i tanti locali, saranno gli edifici in mattoni rossi, ma Milledgeville ci piace davvero tanto. Ogni edificio merita di essere fotografato, non solo le case ma anche i palazzi istituzionali, come il municipio e l’università. Una curiosità: qui visse per alcuni anni Oliver Hardy, il famoso Ollio del celebre duo comico.

Lasciamo Milledgeville per Gray/Old Clinton, due case e un fienile immerso in una fitta vegetazione. Il villaggio non esiste praticamente più.

Ultima tappa Macon, alla quale dedichiamo troppo poco tempo. Ci limitiamo infatti alla visita della Hay House, una splendida dimora storica in stile rinascimentale, costruita in cima a una collina. Una casa molto particolare, visto che già allora disponeva di acqua corrente, cucina all’interno ed illuminazione elettrica.

Ora non ci resta che percorrere i 300 km che ci separano da Montgomery, capitale dell’Alabama.

Il nostro alloggio per stanotte è il favoloso Lattice Inn, una classica casa del sud adibita a b&b e gestita dal meraviglioso Jim. Ci sono solamente due stanze, e Jim ci coccola a dovere.

Per cena, proviamo la carne di Dreamland BBQ.

11 Settembre: da Montgomery a New Orleans

martin luther king church
Chiesa di Martin Luther King

Il nostro amico Jim ci fa trovare una colazione americana a dir poco sontuosa, tutta preparata con le sue mani. E’ piacevole stare a chiacchierare con lui. Parliamo delle differenze tra Italia e USA, di politica, di musica… tutto molto interessante perché sentiamo il parere di una persona che vive in uno dei posti più controversi del Paese, ancora afflitto dalle discriminazioni razziali.

Per prima cosa andiamo a vedere la Casa Bianca della Confederazione. Montgomery fu capitale degli Stati Confederati prima di Richmond (Virginia), e qui visse il Presidente Davis con la propria famiglia. La visita è gratuita.

Passiamo dal Campidoglio e dalla Dexter Avenue King Memorial Baptist Church. Questa importantissima chiesa è il luogo in cui Martin Luther King fece i suoi discorsi più celebri (a parte I Have a Dream, che tenne al Lincoln Memorial di Washington), e organizzò marce e manifestazioni. Arriviamo tardi per il tour guidato, ma la custode decide di farci comunque salire a vedere l’interno della chiesa, una vera gentilezza.

Proseguendo verso il centro ci fermiamo in un altro luogo simbolo, la fermata del bus di Rosa Parks. E’ qui che, nel 1955, la signora Parks si rifiutò di cedere il posto sul bus a un bianco. Il suo arresto diede il via ad una protesta, passata alla storia come “Montgomery bus boycott”.

Prossima tappa il museo dedicato ad Hank Williams, padre fondatore della musica country, morto a soli 30 anni la notte di capodanno del ‘53. Il museo, la statua e la sua tomba nel vicino Oak Wood Cemetery sono una meta obbligata per due amanti della musica country come noi.

Lasciamo Montgomery all’ora di pranzo, ci aspetta una lunga traversata di 500 km fino a New Orleans.

Il nostro alloggio è il Creole Gardens B&B, molto particolare. E’ tutto colorato, con un bel cortiletto interno, e ogni stanza è diversa. Ma, soprattutto, è un ex bordello, sul quale aleggia anche la leggenda di un fantasma.

I parcheggi in centro a New Orleans hanno prezzi folli, così prendiamo un Uber e ci facciamo lasciare in Bourbon Street. Ero così curiosa di vedere questa celeberrima strada, ma purtroppo ne resto molto delusa. Dell’atmosfera bohemienne e decadente resta solo il decadente. Bar per turisti con ragazze seminude e le “lavatrici” di cocktail, negozi di souvenir e di dubbia qualità, piena di gente che vuole venderti qualunque cosa, anche in modo insistente ed aggressivo… decisamente non quello che mi aspettavo.

Fortunatamente, alzando lo sguardo si dimentica tutto questo. I balconcini in ferro battuto decorati con piante e fiori sono un vero spettacolo. In più, basta spostarsi una strada più in là, a Royal Street, Chartres Street, Decatour Street, per trovare un’atmosfera più autentica.

Facciamo la nostra prima cena creola al Gumbo Shop, e poi andiamo in Frenchmen Street, la mecca del Jazz. Qui ci sono tantissimi locali, il più famoso è lo Spotted Cat, dove sembra di tornare agli anni ‘20.

C’è troppa gente e così preferiamo cambiare posto. Facciamo pochi metri ed entriamo in un locale meno affollato, ma con musica di grande qualità. È un sogno essere qui a New Orleans ad ascoltare jazz sorseggiando una birra fresca.

12 Settembre: New Orleans

New Orleans City Park
New Orleans City Park

La giornata inizia con un tour a piedi del Garden District, la zona delle ville signorili e del famoso Lafayette Cemetery. Qui c’è anche la casa utilizzata per la serie tv American Horror Story, nella stagione delle streghe.

Le case e i loro giardini sono spettacolari, un po’ meno le strade e le aree pubbliche in generale. Si vede proprio che la città fatica ancora a rialzarsi dal terribile colpo dell’uragano Katrina. Lasciamo momentaneamente la città per andare a fare il tour del bayou, l’insieme di fiumi, paludi e canali tipico del delta del Mississippi.

Abbiamo scelto il Jean Lafitte Swamp Tours. Il tour in barca è divertente e interessante, i paesaggi sono strepitosi tra gli alligatori e spanish moss. Tutto molto bello, finché la nostra guida non tira fuori da un armadietto un cucciolo di alligatore, imbavagliato, e ci invita a toccarlo, prenderlo in braccio e fare foto.

Una pratica dalla quale ovviamente ci asteniamo, un maltrattamento bello e buono che mi farà andare di traverso il resto del tour. Sappiate, in ogni caso, che i tour del bayou sono tutti così.

New Orleans tour del bayou
Tour del Bayou

Torniamo in città e andiamo al City Park, l’attrazione di New Orleans che mi è piaciuta di più. Pranziamo a base di café au lait e beignets nel suggestivo bar del parco (lo so, caffellatte e paste fritte non sono il massimo con 40 gradi, ma dovevo provarli!) e poi facciamo un giro in questo lussureggiante spazio verde. Enormi querce coperte di spanish moss, piccoli fiumi e canali, ponticelli romantici, sculture all’aria aperta e tempietti. Questo parco è un vero paradiso, e vorremmo non andarcene mai.

Torniamo nel French Quarter, nella speranza che, di giorno Bourbon Street migliori. In realtà, con i bar chiusi e i resti dei bagordi della notte abbandonati in strada, è ancora più squallida che di sera. Paradossalmente, il luogo più iconico di New Orleans è anche quello più brutto.

Arriviamo a piedi fino a Congo Square, dove i neri schiavi si trovavano a fare festa la domenica. Questo è, di diritto, il luogo di nascita del jazz. Torniamo poi indietro fino alla bellissima Jackson Square (foto di copertina). La piazza è dominata dalla Cattedrale di San Luigi, il piccolo parco al centro è circondato da bassi edifici in mattoni con i classici balconcini in ferro battuto, artisti di strada affollano le vie. Sembra quasi di essere a Parigi. In effetti, New Orleans è una città molto europea, quanto ad architettura.

Ci spostiamo lungo il Mississippi, dove c’è una piacevole passeggiata pedonale, visitiamo il French Market e facciamo un po’ di acquisti, poi torniamo in hotel e andiamo a cena al Cheesecake Factory, per noi una specie di pellegrinaggio di ogni viaggio in USA.

I nostri consigli per dormire a New Orleans

Dalle piantagioni della Louisiana a Clarksdale

Oak Alley viale alberato
Oak Alley Plantation

13 Settembre: Le piantagioni di St. Joseph e Oak Alley e le ville di Natchez

Oak Alley baracche schiavi
Oak Alley

Lasciamo New Orleans, che ci ha colpiti per i suoi contrasti, e andiamo a vedere le storiche piantagioni. Non di cotone, giacché il clima qui è troppo caldo e umido. Nelle piantagioni della Louisiana, in realtà, si coltivava la canna da zucchero.

Noi ne visitiamo due, più una da fuori. Se siete interessati ad approfondire la tematica della schiavitù, vi consiglio la Whitney Plantation. Noi non l’abbiamo visitata perché gli orari del tour non combaciavano con il nostro programma, ma è l’unica piantagione dove l’argomento è preso davvero sul serio.

La Evergreen Plantation, che vediamo solo da fuori, compare nel film Django Unchained di Tarantino. Le due piantagioni che visitiamo sono invece la St. Joseph e la più conosciuta Oak Alley.

La St. Joseph è molto interessante perché l’arredamento è autentico, anche se piuttosto spartano. In più, è una piantagione ancora in attività. Ci sono pochi visitatori, il tour guidato è intimo, interattivo ed interessante, anche se si sofferma unicamente sulle vicende della famiglia proprietaria e non sulla vita degli schiavi.

La Oak Alley è famosa per l’enorme viale di querce, simbolo del Sud. La villa è molto bella, anche se l’arredamento non è originale. La visita è più commerciale e turistica, ma la nostra guida è brava, e si sofferma molto anche sugli schiavi e sulle loro assurde mansioni all’interno della casa.

Per esempio, un ragazzino era incaricato di azionare manualmente un enorme ventilatore in sala da pranzo, fintanto che i commensali erano a tavola. I pranzi potevano durare anche 5-6 ore. Fuori c’è un enorme parco e, oltre al viale alberato, è possibile vedere alcune esposizioni tra cui una mostra sulla schiavitù.

Ci rimettiamo in marcia in direzione Natchez, una piccola cittadina sul Mississippi ricca di storia. Il traffico ci fa arrivare troppo tardi per le visite guidate alle ville antebellum. Siamo però molto fortunati. Passando davanti ad una di esse, la Choctaw Hall, il proprietario ci vede e ci fa entrare, offrendoci un tour della villa più bella e ricca in assoluto, anche meglio delle piantagioni.

Ci godiamo il tramonto da un parco sul Mississippi, e andiamo a cena alla King’s Tavern, un edificio storico. Passiamo poi una magnifica serata in un altro luogo simbolo, l’Under The Hills Saloon. Un tempo era nella zona malfamata di Natchez, tra marinai ubriachi e prostitute. Oggi è un locale dove si suona musica dal vivo quasi tutte le sere.

Attiriamo subito l’attenzione della gente del posto. In particolare un signore sulla sessantina, l’ex sceriffo, che ci prende in simpatia e ci invita al suo tavolo. Ci racconta un sacco di aneddoti sulla storia della città e sulla guerra civile, e vuole sapere tutto sulla vita in Italia. Questa è di gran lunga la serata più bella della vacanza.

Il nostro hotel è la Brandon Hall Plantation, un’affascinante ex piantagione adibita a B&B e location per eventi. E’ immersa in un enorme parco, le stanze sono arredate come un tempo, una più bella dell’altra, così come le aree comuni. Un’esperienza autentica per chi vuole provare il vero Sud.

14 Settembre: Vicksburg, Indianola e Clarksdale (Mississippi)

Vicksburg Memorial Park
Vicksburg Memorial Park

Ci alziamo presto ed esploriamo il nostro splendido hotel e il suo parco. Ci sono anche un laghetto, ed alcuni cerbiatti che pascolano liberi. Resteremmo qui tutto il giorno, ma anche oggi abbiamo un’agenda fitta di cose da vedere, e così dobbiamo andarcene subito dopo l’abbondante colazione.

Risaliamo il Mississippi verso Vicksburg, città sede della più importante battaglia della Guerra Civile. Vicksburg era uno snodo cruciale per lo spostamento di persone e merci lungo il Mississippi; la sua conquista da parte dell’Unione diede un duro colpo ai confederati, ed aprì la strada alla capitolazione finale di Gettysburg.

La storia della città è raccontata dai murales lungo il fiume, che raffigurano la vita quotidiana ed i principali eventi. Il centro è carino, sempre con gli ormai familiari edifici di mattoni rossi e le ville antebellum. Fa però davvero troppo caldo per goderselo, così risaliamo in auto e ci dirigiamo al Vicksburg National Memorial Park.

Situato nel luogo della battaglia, il parco raccoglie reperti e testimonianze della Guerra Civile, così come numerosi memoriali. Interessante la nave da guerra USS Cario, e molto toccante il cimitero, in cima a una collinetta affacciata sul fiume Yazoo.

Lasciamo Vicksburg e proseguiamo verso nord, per la precisione siamo diretti ad Indianola. Quest’anonimo villaggio è la patria di BB King, l’immenso chitarrista blues che seppe conquistare anche il pubblico bianco. Il museo, dove è sepolto, racconta la sua storia, da contadino e lustrascarpe ad artista di fama mondiale, che ha incontrato persino Papa Giovanni Paolo II.

Clarksdale Crossroads
Crossroads

Il viaggio prosegue in direzione Clarksdale, altra cittadina sul Mississippi con forti legami con la musica. Qui nasce la leggenda del chitarrista Robert Johnson, che vendette l’anima al diavolo in cambio di saper suonare la chitarra come nessuno mai. Il punto in cui avvenne lo scambio di chiama Crossroads, ed è indicato da un piccolo memoriale. Robert Johnson morì nel 1938 a soli 27 anni, è quindi il capostipite del “27 club”, termine con cui ci si riferisce ai numerosi artisti venuti a mancare proprio a 27 anni.

Il nostro hotel è un anonimo Quality Inn, vecchio sporco e malandato. Da evitare.

Ceniamo in un locale iconico, il Ground Zero, di proprietà di Morgan Freeman. Anche questo è una mezza delusione, il posto è nuovo, ma si vuole dare una finta aria vissuta. In più, ci chiedono 10$ a testa per la musica dal vivo, anche se ceniamo qui (normalmente paghi solo se non consumi).

Da Memphis a Nashville

Memphis Beale Street
Memphis Beale Street

15 Settembre: Memphis

Memphis tomba di Elvis
Tomba di Elvis

Cominciamo con un rapido giro di Clarksdale. A parte qualche murales carino, la città è piuttosto brutta e povera. Vive prevalentemente del legame con la musica, ma è evidente che ci sono parecchie difficoltà economiche, i negozi sono quasi tutti sprangati.

Oggi è finalmente il giorno in cui incontreremo il Re. Ci dirigiamo spediti a Memphis, dove resteremo due notti. Abbiamo prenotato un hotel adiacente a Graceland, così da essere più comodi per la visita.

La villa è su un lato della strada, visitabile solo con tour guidato, mentre dall’altra parte c’è tutto il museo dedicato a Elvis, un complesso enorme che vedremo più tardi. Abbiamo prenotato il primo tour della giornata per la villa, dove ci accompagnano con la navetta anche se ci sarebbe solo da attraversare la strada.

Graceland è perfettamente in stile con il personaggio di Elvis. Esagerata, colorata, eclettica e anche parecchio kitsch. Le stanze sono tutte a tema, quella più famosa è la Jungle Room, arredata con una spessa moquette verde, totem in legno, poltrone pelose e piante rampicanti. La tomba di Elvis è sul retro, vicino alla piscina. Si vede che il Re è molto amato, pur a 40 anni dalla scomparsa. Ancora oggi, le persone depositano sulla lapide fiori e piccoli oggetti, alcuni si raccolgono in preghiera.

Passiamo il resto della mattinata ad esplorare il gelido museo. L’aria condizionata è insostenibile, e dobbiamo uscire spesso all’aperto per recuperare la sensibilità degli arti. Vediamo tutto, dalle auto ai costumi agli innumerevoli riconoscimenti, e anche gli approfondimenti su Memphis e sull’influenza di Elvis sui musicisti moderni.

Dopo un veloce pranzo da Subway andiamo a vedere il piccolo ma fondamentale Sun Studios. Tutti i più grandi musicisti dell’epoca sono passati da qui, da Elvis a Johnny Cash a Jerry Lee Lewis, e la lista è molto lunga. Si visitano solo due stanze, ma profondamente intrise della storia del rock’n’roll. C’è ancora il pianoforte suonato in occasione del “million dollar quartet”, una breve sessione improvvisata il 4 dicembre 1956, quando Elvis, Johnny Cash, Carl Perkins e Jerry Lee Lewis si trovarono per caso insieme negli Studios.

Ci spostiamo in centro. Partiamo dal Peabody Hotel e lungo la Main Street attraversiamo l’ex quartiere del mercato di cotone, scendendo infine al Tom Lee Park, una piacevole area verde sul Mississippi.

Ceniamo al Gus’s World Famous Fried Chicken, un ristorante/rosticceria semplice e spartano dove mangiamo un eccezionale pollo fritto, accompagnato dai contorni tipici del sud, come la cole slaw e i fagioli.

Dopo cena andiamo in Beale Street. Ogni edificio ospita un bar con musica dal vivo, vorremmo provarli tutti! Ma in realtà non ne abbiamo bisogno. Proprio in fondo alla strada c’è un maxischermo, che trasmette il concerto che si sta tenendo nel teatro lì accanto. Passiamo una magnifica serata ballando e cantando in strada, con il finale da urlo dei fuochi d’artificio.

16 Settembre: Memphis

Memphis Lorraine Motel
Lorraine Motel

Oltre a Elvis, c’è un altro personaggio che ha fatto la storia di Memphis, purtroppo perché qui ha trovato la sua fine.

Torniamo a parlare di Martin Luther King, assassinato fuori dalla sua stanza del Lorraine Motel la sera del 4 aprile 1968. Il Motel oggi ospita il Civil Rights Museum, dove arriviamo ancora prima che apra.

La temperatura polare all’interno non ci impedisce di passare un paio d’ore a studiare ed analizzare la questione razziale, dalla già citata protesta di Montgomery alle marce di Selma, dai vergognosi disordini di Birmingham fino a scuole, università e locali separati per bianchi e neri. Ingiustizie che, seppur oggi illegali, permangono nella mentalità di qualcuno.

Dopo questa toccante visita torniamo al Tom Lee Park sul Mississippi, per mettere piede in Arkansas. Dall’altra parte del fiume, infatti, si cambia stato. Percorriamo il Memphis-Arkansas Bridge, da cui si ha una bella visuale sullo skyline di Memphis, fino ad arrivare sull’altro lato. Tocchiamo con le nostre scarpe il suolo dell’Arkanas, ma non c’è molto altro da fare qui.

Torniamo in centro per pranzo, e poi di nuovo al Peabody Hotel, visto che ieri siamo arrivati troppo tardi per vedere le anatre. Sin dagli anni ‘30, lo storico hotel ospita 5 anatre, che dalle 11 alle 17 popolano la zona della fontana nella hall, e sono un’attrazione molto popolare.

Facciamo un giro in Beale Street, che di pomeriggio è abbastanza triste, e alla statua commemorativa di Elvis. Entriamo anche al Rock & Soul Museum, anche se è un po’ ripetitivo dopo essere già stati a Indianola, Graceland e Sun Studios. Visto che (stranamente) abbiamo tempo, ne approfittiamo per fare il bucato e un po’ di spesa al supermercato.

Ceniamo a base di carne al barbecue al ristorante Central BBQ, dove servono costine rigorosamente senza salsa, e poi tentiamo di replicare l’ottima serata di ieri in Beale Street. Purtroppo oggi non ci sono eventi, e l’atmosfera è un po’ più fiacca.

Tutti gli alloggi disponibili a Memphis

17 Settembre: Nashville

Nashville Broadway
Nashville Broadway

Lasciamo Memphis di buon’ora e partiamo subito per Nashville, che dista circa 350 km. La prima tappa della giornata è in realtà fuori città, a Hendersonville. Si tratta del Memory Garden and Funeral Home, il cimitero dove sono sepolti Johnny Cash e June Carter. Per due appassionati di musica country, questo è un vero pellegrinaggio.

Dopo aver portato i nostri omaggi a Johnny & June, andiamo a fare il check-in nel nostro hotel, l’ottimo Club Hotel. Un po’ fuori dal centro, ma in compenso vicino al Grand Ole Opry, dove andremo domani.

Andiamo subito in centro e al Johnny Cash Museum. Decisamente più piccolo di quello di Elvis, è un concentrato della storia, e delle opere del grandissimo cantante country, la cui vita è stata raccontata anche nel film “Walk the Line – quando l’amore brucia l’anima”. Sono esposti abiti, riconoscimenti e testi autografi delle sue canzoni, oltre a reperti della sua villa sul lago, distrutta da un incendio.

Nashville Johnny Cash Museum
Johnny Cash Museum

Facciamo quindi un tour a piedi del centro, dalla strada principale, la Broadway, passando da Fort Nashboro e sù fino al Campidoglio e al Bicentennial Park. Nel tornare ci fermiamo a vedere da fuori il Ryman Auditorium.

Per cena, ovviamente scegliamo un locale di musica country, il Wildhorse saloon. Il cibo è appena decente, ma in compenso si alternano sessioni di musica dal vivo a sessioni di ballo, a cui ovviamente partecipiamo (in realtà, balliamo country da anni).

Dopo cena facciamo il giro dei locali della Broadway. Ogni palazzina ospita un bar/ristorante con musica dal vivo, per lo più di proprietà dei pezzi grossi del country come Alan Jackson, Blake Shelton e Dierks Bentley. Ed il bello è che l’ingresso è sempre gratuito, anche senza consumazione.

Alla fine ci fermiamo al Luke Bryan’s 32, proprietà dell’omonimo cantate. Ascoltiamo un po’ di musica, balliamo, ma soprattutto ci godiamo il panorama dalla terrazza all’ultimo piano. L’ennesima serata indimenticabile di questo viaggio, in cui ad ogni tappa lascio un pezzetto di cuore.

18 Settembre: Nashville

Nashville
Nashville Skyline

Giornata interamente dedicata a Nashville e al country.

Cominciamo dal Centennial Park, fuori dal centro in zona università. Il parco è stato creato nel 1876 per l’esposizione internazionale del centenario dell’indipendenza. Tra le numerose attrazioni spicca la copia del Partenone, che celebra l’importanza di Nashville come città universitaria. Un monumento piuttosto pacchiano, che però si inserisce bene nel contesto. Vicino al laghetto c’è anche un memoriale alle suffragette.

Ci riportiamo in centro, alla Country Music Hall of Fame, il museo dedicato alla musica country di ieri e di oggi. Per noi è ovviamente super interessante. Attraverso costumi, strumenti musicali, brani ascoltabili e pannelli informativi, ripercorre la storia di questo genere, dagli albori fino ai giorni nostri, culminando nella “rotunda”, lo spazio circolare che racchiude le effigi dei più grandi cantanti country della storia.

Nashville Country Music Hall of Fame
Country Music Hall of Fame

Dopo pranzo ci dedichiamo un po’ allo shopping, siamo a Nashville e non possiamo tornare a casa senza dei nuovi stivali! Torniamo in hotel a sistemarci, io indosso subito gli stivali appena acquistati, in vista della serata al Grand Ole Opry. Prima, però, facciamo una capatina da Cooter’s, il museo di Hazzard, dove compriamo anche qualche souvenir a tema e facciamo una foto alla mitica auto General Lee.

Alle 19 inizia lo spettacolo al Grand Ole Opry, il tempio della musica country che ospita spettacoli dal vivo e radiofonici. Ad ogni serata si esibiscono 5-6 artisti, alcuni grandi nomi e qualche nuova proposta. Oggi è una occasione speciale, ci sarà infatti l’investitura di Justin Lynch a membro ufficiale del Grand Ole Opry, un importante riconoscimento che conferisce anche ai cantati alcuni diritti speciali.

La serata è favolosa e abbiamo l’opportunità di vedere dal vivo cantanti che in Italia non si vedranno mai, molto emozionante. Terminiamo la giornata tornando alla Broadway, stasera cambiamo locale e andiamo all’Ole Red, il pub di Blake Shelton.

Tutti gli alloggi disponibili a Nashville

Jack Daniel’s, Great Smoky Mountains e Blue Ridge Parkway

Great Smoky Mountains National Park
Great Smoky Mountains National Park

19 Settembre: Lynchburg, Chattanooga e Lookout Mountain

Chattanooga Point Park
Chattanooga Point Park

Colazione e via, subito in partenza verso Lynchburg, luogo di nascita del Jack Daniel’s. Per un paradosso della storia, il whisky più conosciuto al mondo è prodotto in una dry county, ovvero una contea dove è vietata la vendita di alcolici.

Il paesaggio attorno a Lynchburg è realmente come ce lo immaginavamo: fienili rossi, bianchi steccati ed immensi prati verdi. Anche qui abbiamo prenotato visita alla distilleria. I posti sono limitati ed è bene prendere il biglietto in anticipo. Abbiamo scelto il tour senza assaggi, dopo dobbiamo guidare.

Il tour della distilleria è interessante, il nostro accompagnatore è molto preparato e ci racconta tanti aneddoti, tra cui quello legato alla morte di Jack Daniel. Uomo molto irascibile, un giorno si arrabbiò perché non riusciva ad aprire la cassaforte, dandole un forte calcio e facendosi male al piede. La ferita si infettò causando una setticemia, e la fine della vita dell’imprenditore.

Terminato il tour facciamo un giro e qualche acquisto nel minuscolo centro di Lynchburg, e ci rimettiamo in marcia verso Chattanooga. La città, al confine con la Georgia, si affaccia sul Tennessee River, ed è famosa per una battaglia della Guerra Civile. Il nostro hotel è il River View Inn, un romantico b&b con una terrazza panoramica su un’ansa del fiume.

Dopo esserci sistemati andiamo subito a visitare Lookout Mountain, che si trova in Georgia. È una cittadina benestante, con ville stratosferiche costruite sul fianco della collina. La nostra destinazione è il Rock City Garden, un parco con un percorso a piedi tra enormi massi di granito, ponti tibetani, e sculture decisamente kitsch.

E’ più che altro una meta per famiglie con bambini, noi infatti restiamo un po’ delusi. Le uniche attrazioni degne di nota sono le cascate, ed il punto panoramico “see seven states”, dal quale è possibile vedere ben 7 stati, nelle giornate limpide, e ammesso che siate in grado di distinguerli.

Andiamo in centro per la cena, stasera pizza al Community Pie, su consiglio di un amico. Dopo cena facciamo una passeggiata fino al lungofiume, la città è davvero carina.

20 Settembre: Gatlinburg e Great Smoky Mountains

Great Smoky Mountains NP
Great Smoky Mountains National Park

Come già detto, a Chattanooga si è combattuta un’importante battaglia della Guerra Civile, sulle colline dove oggi si trova Point Park. Visitiamo il piccolo museo, il parco e i memoriali, godendoci la splendida vista sul fiume.

Prima di andarcene, torniamo in centro per vedere il Chattanooga Choo Choo. La vecchia stazione è stata convertita in un hotel, nel quale si può dormire in vagoni appositamente attrezzati. Tutti possono però passare dalla hall e andare ai binari per ammirare il Choo Choo Train, il treno a vapore che ispirò la canzone del 1941 della Glenn Miller Orchestra.

Lasciamo Chattanooga e arriviamo a Gatlinburg, alle porte del Great Smoky Mountains National Park. Incredibilmente, questo è ogni anno il parco nazionale più visitato degli Stati Uniti, più del Grand Canyon o dello Yellowstone.

Gatlinburg è una specie di parco divertimenti per turisti, piena di negozi di souvenir e attrazioni come il labirinto degli specchi e il minigolf. E’ già tutto addobbato per Halloween. A noi interessa soprattutto il parco, dopo tante città abbiamo voglia di natura. Il Great Smoky Mountains è effettivamente molto affollato, la strada per Cades Cove è lunga, lenta e trafficata.

Ci fermiamo nei pressi del campeggio per fare un primo percorso di trekking, il Cades Cove Nature Trail, che onestamente non è nulla di speciale, molto simile ai nostri boschi. Percorriamo allora in auto la strada panoramica Cades Cove Loop Road, ma anche questa non ci soddisfa. I panorami sono belli, ma ripetitivi, in più c’è troppa gente e anche fermarsi a fare foto diventa problematico.

Cambiamo allora zona e andiamo a prendere il Roaring Form Motor Trail, una strada di circa 20 km in mezzo ai boschi, dalla quale si dipanano diversi sentieri.

Non abbiamo molto tempo e ne scegliamo uno solo, il Noah “Bud” Ogle Nature Trail. Il percorso è molto semplice e passa dalla Ogle Farm, in insediamento del 1879 con fattoria in legno e fienile, costruito da Noah Ogle, detto Bud. Più avanti, oltre il ruscello, si arriva al mulino usato per macinare il granoturco.

Riprendiamo l’auto e terminiamo il percorso, fermandoci nei punti più interessanti, quando vediamo qualche vecchia fattoria o bei punti panoramici. Ci godiamo il tramonto sulle montagne insieme a un piccolo gruppo di giovani amish.

Torniamo in città e ci concediamo una gustosa cena messicana da No Way Jose’s, dove gentilmente ci concedono di prendere una birra nonostante siamo muniti solo di carta d’identità italiana. Tentiamo la fortuna anche al negozio della Moonshine, ma qui ci va male, senza passaporto non possiamo fare gli assaggi di whisky, né comprarlo. Stupidamente, abbiamo lasciato il passaporto in hotel.

21 Settembre: Great Smoky Mountains National Park e Blue Ridge Parkway

Blue Ridge Parkway
Blue Ridge Parkway

Entriamo nel parco la mattina presto e seguiamo la strada panoramica US-441 S. Siamo a circa 2000 metri e fa freddo, ma dopo tutto il caldo patito in questa vacanza non ci lamentiamo.

Ci fermiamo a fare foto in alcuni punti panoramici, come il Carlos Campell Overlook, Chimney Top e Morton Overlook, e poi parcheggiamo all’imbocco del sentiero per Clingsman Dome.

Il percorso, in salita, porta ad una brutta piattaforma panoramica in cemento, dalla quale però si gode uno splendido panorama sulle foreste e le montagne. Le nuvole sulle cime dei monti sembrano vapore, sarà per questo che si chiamano Smoky Mountains.

Il prossimo stop è il Mingus Mill Trail, un percorso breve e semplicissimo dal quale si arriva ad un mulino del 1886, all’interno del quale c’è una dimostrazione della produzione della farina di mais.

Proseguiamo fino all’Oconaluftee Visitor Center. Da qui noi lasceremo il parco, ma prima abbiamo ancora tempo per una veloce camminata. Dall’ufficio turistico prendiamo il sentiero che costeggia il fiume e arriva fino a Cherokee. Non abbiamo tempo per completarlo, camminiamo fino a dove ce la sentiamo e poi torniamo indietro.

Usciamo dal Great Smoky Mountains ed imbocchiamo la Blue Ridge Parkway, una delle strade panoramiche più frequentate degli Stati Uniti, lunga ben 750 km. Noi ne percorreremo circa 150, dall’inizio fino a Pisgah Access, perché poi dovremo scendere fino ad Athens.

La strada è piena di punti panoramici, tutti con splendide visuali sui boschi e sui profili blu delle montagne, effetto ottico dal quale la strada prende il nome. Il problema è che sono davvero troppi, ogni 500-800 metri, e questo ci manda presto in confusione. E’ evidente che non possiamo vederli tutti, ma come scegliere?

Proviamo prima a farne uno ogni tre, ma anche così non funziona, è un continuo spegnere la macchina, scendere, fare foto, risalire… Decidiamo allora di fermarci solo quando ci sembra che il paesaggio cambi. Non che ci sia grande varietà, a dire il vero, ma con questa strategia riusciamo a vedere un po’ di tutto. I belvedere più belli sono Waterrock Knob e Richard Balsam Overlook che, con i suoi 1850 metri, è il punto più alto della strada.

Lasciata la Blue Ridge Parkway all’incrocio con la 276, ci attendono altri 250 km per Athens. Torniamo in Georgia per la nostra ultima notte nel sud degli USA.

Dormiremo al Quality Inn & Suites, tipico motel americano, ma recente e ben tenuto.

Athens è una città universitaria, e lo si vede anche dal gran numero di locali serali e di ragazzi in giro, anche perché è venerdì sera. Ceniamo al South Kitchen + Bar, dove finalmente assaggio i pomodori verdi fritti.

Ritorno all’Antebellum Trail

Athens Ware Lyndon House
Athens Ware Lyndon House

22 Settembre: Athens e Watkinsville

Ultimo giorno di viaggio, ma per fortuna abbiamo il volo questa sera tardi, e parecchie cose ancora da vedere.

Athens fa parte delle 7 città dell’Antebellum Trail, il percorso storico che avevamo intrapreso ad inizio viaggio. Per questioni logistiche, lo abbiamo spezzato in due parti, ed oggi visiteremo le ultime due città, Athens e Watkinsville. Cominciamo con un giro dell’enorme campus universitario, che ci ricorda tanto i film ambientati nei college americani. Ci sono persino le case con le lettere greche sulla porta! Pur essendo sabato mattina, si vede che questa è una città molto vivace.

Anche qui ci sono alcune ville antebellum. La prima è la Waddel-Brumby House, che funge anche da ufficio turistico. E’ infatti l’unica casa che visitiamo anche all’interno. Le altre sono sparse per la città, ci dobbiamo spostare in auto. La più affascinante è senza dubbio la Ware-Lyndon House, oggi una galleria d’arte. La struttura è in mattoni rossi, con un bel porticato in ferro battuto finemente lavorato e sul retro c’è un piccolo giardino all’italiana. In pratica, la quintessenza del Sud!

La Taylor-Grady House, alla quale non possiamo accedere perché c’è un matrimonio, è di gran lunga la più maestosa, con il suo imponente colonnato in stile classico, mentre la TRR Cobb House rimane un po’ più defilata.

Infine, andiamo a vedere “l’albero che appartiene a sé stesso”, una curiosità tutta americana. Il proprietario del terreno lasciò l’albero in eredità all’albero stesso, insieme al terreno circostante, per un raggio di 2 metri. La quercia originale fu abbattuta nel 1941, quella attuale è stata piantata nel 1946.

Watkinsville Eagle tavern
Watkinsville Eagle tavern

Ci dirigiamo a Watkinsville, ultima meta del viaggio. Poco più di una strada con qualche edificio, ha però alcune attrazioni interessanti. La prima è la Eagle Tavern, una locanda storica al cui interno ci sono ancora alcuni oggetti originali. L’altra è l’Ashford Manor, una villa del 1893 adibita a B&B.

Poco fuori dalla città, facciamo un’ultimissimo stop all’Elder Mill Covered Bridge, uno dei 13 ponti coperti della Georgia, e l’unico lungo l’Antebellum Trail.

Ora non ci resta che fare l’ultimo pranzo da Cracker Barrel, acquistare qualche snack “salutare” da portare a casa, come Oreo e M&Ms a qualsiasi gusto, e recarci in aeroporto per prendere l’aereo che ci riporterà a Milano

Conclusione

E’ stato intenso, in tutti i sensi. Tanti km, in auto e a piedi, tantissime cose da vedere, ma soprattutto è stato intenso dal punto di vista emozionale. Il Sud non ha i panorami mozzafiato del South-West, ma l’esperienza personale, a contatto con la meravigliosa gente del posto, rende questo viaggio impagabile ed insostituibile.


Un Consiglio Importante:
Ricordati l’assicurazione sanitaria, non farla potrebbe rovinarti la vacanza in USA! Se non sai come orientarti nella scelta puoi leggere la nostra guida: Assicurazione USA: come scegliere la polizza migliore?

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Valeria Rovellini

Sono Valeria, appassionata di viaggi negli USA e di tutto ciò che è America. Ho visitato gli States diverse volte, sempre organizzando tutto da sola, creando il mio personale programma di viaggio. Il mio viaggio preferito? La Route 66, attraverso l'America vera, a contatto con la gente del posto.

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