Da San Francisco a Las Vegas

Da San Francisco a Las Vegas: fra civiltà avanzata e natura indomita

Novembre 22, 2023 /

Se quello che si sta facendo negli USA è ciò che ha la dignità di essere chiamato viaggio e non una semplice vacanza, non si potrà certo limitarci a vedere l’affascinante formicaio di vita di New York, credendo di aver afferrato qualcosa di questo paese così vario (vedi la prima parte del mio diario di viaggio: New York in 4 giorni).

Questa brama di incontrare novità è stata il motore della seconda parte del nostro viaggio, che ci ha portato dalla East Coast alla West Coast, dalla metropoli alla California degli immensi parchi naturali, dalla civiltà più avanzata alla natura indomita.

Il nostro itinerario prevedeva dunque un volo interno da New York a San Francisco, dove saremmo rimasti per tre giorni, per poi noleggiare una macchina e addentrarci nelle pieghe del mosaico naturale della California, fino alla straripante Las Vegas.

18 settembre: L’arrivo a Market Street e il Westfield Commercial Center

distanza san francisco las vegasI voli interni, almeno per la nostra esperienza, non sono esattamente l’emblema della comodità: complice la relativa «lentezza» del volo, per non parlare dell’ulteriore variazione di fuso orario, il nostro arrivo a San Francisco è piuttosto turbolento e faticoso. Ma è la città stessa a ricompensarci, trasmettendo subito la sua inedita e ammaliante atmosfera.

Dall’aeroporto di San Francisco a Market Street  Ì¶  una delle vie più centrali della città  ̶  occorre poco meno di un’ora di Bart: si riemerge in un grande e labirintico centro commerciale, il Westfield: la nostra prima avventura nel West è quella di trovarne l’uscita, carichi di valigie. Potrete tornarci, in un momento di relax, per passeggiare lungo gli sterminati corridoi pieni di negozi e scalare i quattro piani di questo gotha dello shopping.

Il nostro albergo non è lontano da Union Square, la piazza più celebre di San Francisco, in realtà non bellissima, ma autentico crocevia di culture e calamita per bizzarri personaggi. Arriviamo al Taylor Hotel (615 Taylor Street, Union Square)  Ì¶  non proprio il massimo del lusso (anzi…), ma economico e in buona posizione, cosa rara in citt̶ࠠ  e, dopo esserci sistemati, facciamo un breve giretto serale, per assaggiare per la prima volta i caratteristici saliscendi delle strade di San Francisco, almeno fino al primo fast food che incontriamo e al quale cediamo per sfinimento.

Altri consigli su dove dormire a San Francisco

19 settembre: Chinatown, City Light Bookstore, Coit Tower, Pier 39, Golden Gate, Cable Car

Tre giorni, ahimè non sono per noi tre giorni netti: per noi il 19 settembre, più che un tour, sarà un tour de force!

san francisco las vegasLa prima cosa da fare a San Francisco, dopo aver fatto una buona colazione (e aver usato la velocissima wi-fi) da Coffee Bean & Tea Leaf (773 Market Street), è recarsi al San Francisco Visitor Information Center, dove potrete fare un pass per i mezzi pubblici a seconda delle vostre esigenze (un alternativa? I pass per San Francisco), e avere tutte le informazioni su cosa offre la città.

Il nostro tragitto a piedi comincia proprio da una Union Square affollatissima, dove notiamo un coda di persone infinita  Ì¶  non meno di un intero block accalcato sui marciapiedi, che ci incuriosisce: eppure nessun museo o niente di interessante… chi se lo ricordava che proprio quel giorno usciva il nuovo iPhone? Di fronte al negozio della Apple, abbiamo anche potuto assistere ad una pacifica manifestazione contro il colosso della tecnologia: questa è San Francisco!

Una delle zone più affascinanti della città è proprio Chinatown: una costellazione di botteghe e misteriosi negozietti, alternati a più popolari souvenir shops e inquietanti macellerie con le carni appese sulla strada. Qui, a differenza dell’omonimo quartiere di New York, varcando la Dragon Gate si ha davvero l’impressione di entrare in una piccola oasi culturale asiatica a sé stante.

Usciti da Grant Avenue, e diretti verso il quartiere di North Beach, non potevamo non fare una sosta allo storico quartier generale della Beat Generation, quella City Light Bookstore, libreria-casa editrice che fu teatro di battaglie culturali ed eventi letterari, organizzati dal poeta Lawrence Ferlinghetti. Vedremo se riuscirete a resistere al fascino di questa piccola libreria di carattere, e uscire senza aver comprato almeno un volume di Allen Ginsberg o Jack Kerouac!

Continuando il nostro itinerario a piedi, siamo entrati nel quartiere di North Hill: mentre “scalate” le ripide salite di questa frizzante zona di San Francisco, non dimenticatevi di voltarvi, e di guardare il bel panorama che questa piccola “valle urbana” vi regala. Lungo la strada, dove noterete numerosi negozietti di musica e boutique vintage, è già possibile vedere la Coit Tower svettare sulla città. Da questa collina si possiede con lo sguardo tutta San Francisco: un ottimo posto dove fare fotografie, finanche a quella macchietta nel mare che, sì, è proprio Alcatraz! Potrete anche salire sulla torre, ma non prima di aver dato un’occhiata alle pitture murali degli anni ’30 che ne decorano la base.

Se salire è stata una fatica comunque premiata dal panorama della Coit Tower, ancor più gradevole sarà scendere verso il mare, per visitare il famoso Pier 39. La costa a nord di San Francisco è frastagliata da una lunga serie di moli, il più famoso dei quali è proprio il numero 39: qui potrete mangiare la zuppa di granchi e gamberi in una scodella di pane, al ristorante Hook and Cook (approfondite l’argomento nel nostro articolo sulla Clam Chowder); passeggiare tra le bancarelle e i negozi accompagnati dai muggiti dei pigri leoni marini spiaggiati sulle zattere, a pochi metri dal molo. E in lontananza, ma nemmeno troppo, la terribile isola di Alcatraz.

tour san francisco las vegas

Dopo la sosta mangereccia, prendiamo l’autobus che ci porterà al Golden Gate Bridge, il rutilante, lunghissimo ponte sospeso sull’Oceano Pacifico, meta di amanti dell’ingegneria e appassionati di storia, cinema e letteratura. Non altrettanto gradevole è stata la nostra rapida visita al Golden Gate Park, la cui esplorazione richiedeva forse più tempo di quanto potevamo allora dedicare.

Il nostro pomeriggio di visita a San Francisco riprende proprio da Mason Street, dove parte una delle tre linee della storica e imperdibile Cable Car. Fate un giro (ne avete diritto se impugnate il vostro pass per i mezzi pubblici) e godetevi i burberi macchinisti, mentre portano il loro antiquato vagoncino turistico su e giù per le salite di San Francisco, rimproverando i passeggeri se si sporgono troppo durante il tragitto e suonando vigorosamente la campana per evitare incidenti con i SUV.

Questa intensa giornata a San Francisco  Ì¶  che più o meno permette di conoscerla tutta in maniera forse superficiale, ma certamente memorabile  Ì¶  vi metterà alla prova, ma forse riuscirete a fare anche un giro notturno, magari in un pub vicino a Union Square, dove c’è quella briosa atmosfera che, quando sarete on the road lungo la California o l’Arizona, raramente troverete nei paesini più disabitati. Ergo, godetene finché potete!

20 settembre: dove mangiare e fare shopping a San Francisco, Merced

Dopo un giorno e mezzo di San Francisco, è già tempo di partire. Nel primo pomeriggio ritireremo la nostra auto alla Hertz, a due passi dal nostro albergo. Dunque, abbiamo una mattinata per godere di San Francisco da turisti disimpegnati.

Facciamo colazione nello spettacolare Lori’s Diner, (336 Mason Street, EDIT: oggi chiuso) un locale in stile anni ’50, e dopo ci dirigiamo al centro commerciale Westfield, ma siamo attratti, nel tragitto, da un incredibile negozio di cd e dvd, chiamato Rasputin Music Shop (69 Powell Street, EDIT: ahimè, chiuso anche questo). Uno sterminato paradiso in quattro piani per tutti i cinefili e i musicofili più esigenti, dove si trovano tutti i generi musicali e cinematografici; molte chicche a buon prezzo e ottimo usato: un must!

Nel pomeriggio, borse in spalla, andiamo a prendere la nostra Cadillac, con la quale ci immergiamo nel traffico per salutare San Francisco e dirigerci verso la cittadina di Merced, il pit-stop prima di cominciare il nostro on the road.

21 settembre:  Yosemite Park, Bodie, Mono Lake, Independence

itinerario San Francisco Las VegasDa Merced all’ingresso dello Yosemite Park c’è una distanza di circa 80 miglia: il consiglio è quello di partire presto, per poter vedere quanto più possibile del parco. Noi, in questo periodo, abbiamo avuto una particolare sfortuna: avevamo scelto di fare una breve camminata per vedere le Yosemite Falls, ma non potevamo ricordare che tra agosto e settembre esse sono implacabilmente secche.

Ne abbiamo approfittato per una  passeggiata nel bosco, a contatto quasi diretto con la fauna, che si mostrava a suo agio con l’uomo. I massicci di granito più imponenti si stagliano sopra le teste di chi guarda o fotografa: uno per tutti, El Capitan. Il paesaggio, per chi volesse farne una sintesi senza molta accuratezza geografico-geologica, può ricordare quello dolomitico, ma l’effetto è unico, e irripetibile, come ogni elemento naturale in questa parte del mondo.

on the road san francisco las vegasIl tempo è tiranno: decidiamo di dirigerci verso la nostra prossima destinazione, la ghost-town Bodie. Per uscire dallo Yosemite Park, si può percorrere la Tioga Road, che offre panorami sontuosi, come quello sul Tenaya Lake o Olmster Point (copritevi!), passando attraverso fitti boschi di sequoie. Dopo il percorso della Tioga Road, si arriva su Mono Lake, uno spettacolo naturale indescrivibile, come indescrivibile è l’hamburger che si può gustare a Whoa Nellie Deli, (22 Vista Point Road), in corrispondenza di un distributore di benzina. Non esiste strada troppo lunga, se ci si può fermare a mangiare un vero, mastodontico hamburger con patatine.

Costeggiando le acque grigio-azzurrine del Mono Lake, trapuntate da sedimenti di natura vulcanica dalle forme più rare, arriviamo a Bodie, autentica perla: una ghost town perfettamente conservata dai primi anni del 900, quando fu abbandonata. Per molti amanti dei western di Sergio Leone, questo potrebbe essere un sogno che si avvera!

Arriviamo stanchissimi a Independence, dove ci aspetta il Courthouse Motel, uno dei più confortevoli che abbiamo incontrato sulle strade americane. Independence è solo una delle piccole cittadine che si incontrano sulla Eastern Sierra, quindi se non trovate alloggio qui, non disperate: sia al link appena indicato, sia in questo articolo si trovano altre possibili opzioni per il pernottamento verso la Death Valley.Tragitto San Francisco Las Vegas

22 settembre: Death Valley, Ryholite Town, Bodie, Beatty

Independence non sarà Washington, ma potrete divertirvi a confrontare la locale Inyo County Courthouse con la Casa Bianca: non sono poi così differenti, ferme restando le ovvie e dovute proporzioni! Non dimenticate di fare una pantagruelica colazione a Jenny’s Café, locale a conduzione familiare dove non si muore di fame, ma semmai di freddo, visto che ci sono ventilatori a velocità massima nonostante non ci sia affatto caldo.

West Coast itinerario
Death Valley: Artist’s Palette

La nostra prossima tappa sfida ogni tipo di aspettativa e di luogo comune: quel deserto temibile che è la Death Valley, che nella nostra immaginazione pullula di teschi di animali e condor. La verità è che questo parco naturale è un luogo dal fascino letale, in molti sensi e molto realisticamente parlando. Arriviamo all’ingresso del deserto a mezzogiorno, e ci sono già 109° fahrenheit (circa 39°centigradi), col sole a picco. Giriamo quasi tutta la Death Valley in macchina, con l’aria condizionata e parecchi litri di acqua ghiacciata.

Tuttavia, il caldo non ci ostacola dallo sperimentare una varietà paesaggistica del tutto nuova ai nostri occhi: i deserti africani, il Golden Canyon, le pareti affrescate dalla natura della Artist’s Palette, la depressione del bacino di Badwater (86 metri sotto il livello del mare, una distesa surreale di sale) e, non ultimo, lo spettacolo dello Zabriskie Point, che ispirò il film di Antonioni.

Uscendo dal parco (o fuggendone? Intanto siamo entrati in Nevada!), si può incontrare Rhyolite Town, un’altra ghost town, decisamente meno attraente di Bodie, ma comunque simpatica, per un piccolo break dinanzi a una piccola casa fatta interamente con bottiglie di vetro. P.S. se volete leggere altri consigli su questo stato potete leggere la guida della California.

Dormiremo al Portal Motel di Beatty, una vera chicca, l’ultimo bastione prima della Valle della Morte per chi viene da Las Vegas; un’oasi di salvezza per chi ne è appena uscito, dove si respira una coinvolgente aria old-style realmente americana, al di là di ogni facile stereotipo. A questo proposito, consigliata la cena nel caratteristico Sourdrough Saloon, anche solo per gustare la birra servita nel boccale ghiacciato.

Tutti gli alloggi disponibili a Beatty

Altre opzioni per il pernottamento in zona Death Valley

23 settembre: Las Vegas

arrivo a Las VegasDopo una buona colazione  Ì¶  very cheap  Ì¶  sui tavoli de Mel’s Diner, siamo pronti a partire per Las Vegas. Ci passeremo solo una giornata e, a posteriori, non può che apparire una buona scelta. La città degli eccessi, la città del vizio sorge, forse simbolicamente, in mezzo al deserto: noi arriviamo dopo pranzo al nostro albergo-castello, il celebre Excalibur, uno soltanto dei tanti, smodati, luminosi hotel della famosa Las Vegas Strip.

Passeggiare per questa lunga strada trafficatissima significa immergersi in un turbine di follia al limite della patologia socio-antropologica: divertente, ma anche un po’ inquietante. Ricostruzioni di Venezia, dell’Antica Roma, di Parigi, delle Piramidi, il tutto per coprire la sostanza che anima questa città: la lussuria del gioco, il gioco della lussuria, il vizio tra le mura di un edificio dall’architettura kitsch. Lo spettacolo è magnetico anche se non riesce a nascondere il doppio fondo di artificiosità, di spettacolarità un po’ goffa.

Difficile esimersi dal fare anche solo una puntata alla roulette (a noi è andata molto bene, pur giocando solo una volta!), come è difficile percorrere a piedi tutta quanta la Strip: le distanze solo all’apparenza sono brevi. Se si è dotati di una macchina, è consigliabile percorrerla da cima a fondo – anche più volte – per averne una visuale simile a una carrellata cinematografica, che è la più confortevole e divertente. Altrimenti, si può usare la monorotaia.

Se infine volete cenare in un posto che conservi l’effervescenza della grande città, ma vi liberi dal bombardamento di luci e rumori della Strip, vi consigliamo di andare a mangiare al Firefly (3824 Paradise Road), e ordinare una paella con un litro di sangria. Vi farà apparire Las Vegas, la Sin City del deserto, ancora più folleggiante di quanto non sia!

 

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Ti sei perso la prima puntata di questo diario di viaggio?


Un Consiglio Importante:
Ricordati l’assicurazione sanitaria, non farla potrebbe rovinarti la vacanza in USA! Se non sai come orientarti nella scelta puoi leggere la nostra guida: Assicurazione USA: come scegliere la polizza migliore?

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Bernardo Pacini

Scrivo di viaggi in USA e Spagna, ma ho pubblicato anche alcuni libri di poesia e traduzioni di poeti americani. Tra le mie passioni, oltre ai viaggi, la letteratura, la musica prog, la Fiorentina e la buona cucina.

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