Da Las Vegas a Los Angeles in 14 giorni

Diario di viaggio da Las Vegas a Los Angeles in 13 giorni

Maggio 7, 2023 /

Pubblichiamo il diario di viaggio di Paolo Cassone che ci racconta il suo on the road da Las Vegas a Los Angeles.

Organizzazione del viaggio

Dopo esattamente 20 anni decidiamo che è il momento di rivedere, con più calma e tempo, i luoghi che da freschi sposi avevamo avuto modo di visitare in pochi giorni e che ci avevano lasciato nella mente e nel cuore posti meravigliosi, città assurde e natura stupefacente.

Verso ottobre 2021 inizia il percorso di ricerca voli, auto, hotel, prendendo il tempo necessario per ottenere il miglior prezzo per un tour on the road, da San Francisco a Los Angeles, di circa 22 giorni dalla metà di giugno 2022.

A fine anno, a causa di eventi che si affacciavano e prospettavano una forzata riduzione del tempo a disposizione, decidevamo di affidarci ad una agenzia di viaggi su misura: fornito l’itinerario di massima, avremmo lasciato all’agenzia la ricerca di voli, auto ed hotel.

Questa scelta si rivelerà quanto mai opportuna perché, a poche settimane dalla partenza, dovremo riprogrammare tutto riducendo il viaggio a 14 giorni a partire da fine giugno. Grazie all’assicurazione stipulata ed all’efficienza dell’agenzia, in pochi giorni il viaggio verrà rivisto, sacrificando la parte iniziale ed accorciando alcune tappe; l’itinerario definitivo sarà:

  • 28 giu-30 giu: Las Vegas e Death Valley
  • 30 giu – 1 lug: Zion NP
  • 1-3 lug: Bryce NP
  • 3-4 lug: Moab (Arches NP)
  • 4-5 lug: Cortez (Mesa Verde NP)
  • 5-6 lug: Kayenta (Monument Valley)
  • 6-8 lug: Grand Canyon NP
  • 8-9 lug: Kingman
  • 9-11 lug: Los Angeles

Suggerimenti pratici

Oltre alle necessarie pratiche burocratiche per l’ingresso in USA (ESTA, dichiarazioni Covid, passaporti), è necessario prenotare gli ingressi per i seguenti parchi:

  • Arches National Park: richiede un timed entry ticket con giorno e fascia oraria di ingresso (2$).
  • Monument Valley: richiede un entry ticket per il giorno prescelto, senza limite di orario (8$ a persona).
  • Mesa Verde: è consigliabile visitarla con un ranger assisted tour da prenotare 14 giorni prima ma, a causa di lavori, per il periodo in cui andremo noi non ci saranno tour disponibili.
  • Antelope Canyon: è visitabile solo con tour guidati; le date si esauriscono rapidamente, è consigliata una prenotazione piuttosto anticipata rispetto alla data del viaggio.
  • Zion National Park: richiede la prenotazione solo per il lungo Angels Landing Trail, il resto del parco è libero.

Visto che i piani tariffari dei gestori telefonici sugli USA sono parecchio cari, è consigliabile prendere delle schede telefoniche specifiche: noi abbiamo scelto le schede TIM che costano 20€ per 30 giorni con 20 GB di traffico dati e 500 minuti ti telefonate e sms. Funzioneranno egregiamente per la parte dati, ma non riusciremo ad effettuare nessuna chiamata telefonica. Non sarà un gran problema, usando il wifi degli hotel e whatsapp, ma comunque resterà un limite.

Per avere sempre aggiornate le notizie sui parchi e per scaricare anche offline le mappe, è molto utile ed aggiornata l’app ufficiale NPS
Visto che il costo della benzina anche negli USA è aumentato, può essere utile scaricare un’app che segnala tutte le stazioni di rifornimento, con i prezzi aggiornati: noi abbiamo trovato comoda ed aggiornatissima l’app GAS BUDDY. Si può scaricare da App Store solo negli USA ma, tramite file .APK, anche in Italia prima di partire.

Il costo totale del viaggio sarà circa 4500€ a persona ma, senza riprogrammazione (che ha comportato spese aggiuntive per voli ed auto) e potendo fare in autonomia, sarebbe stato inferiore di circa 2000€ complessivi.

28 giugno Las Vegas

Las vegas locationsIl volo British Airways da Bologna per Londra parte alle 7.30, per cui la sveglia suona in piena notte, complice il fatto che il checkin online non è disponibile a causa delle procedure di verifica documenti ESTA e Covid.

Un lungo scalo ad Heathrow, fondamentale per far arrivare sani e salvi tutti i bagagli, ci attende prima di salire sul volo per Las Vegas. L’aereo è comodo: film, cibo e drink favoriscono il sonno e, quasi senza accorgerci delle ore che trascorrono, atterriamo in tarda serata; le lunghe procedure dell’immigration ci trattengono in aeroporto fino a notte, ma facilitano le procedure per il noleggio auto, visto che quell’ora non c’e’ più nessuno o quasi.

Al desk Hertz rapidamente ci indicano la zona in cui scegliere la nostra auto, il vento caldo del deserto (ci sono più di 30° ed è passata mezzanotte) ci riporta subito in mente le emozioni di 20 anni prima, mentre scegliamo un comodo SUV Nissan Pathfinder che accoglie comodamente 3 persone e parecchie valigie.

Un breve tragitto sulla Strip piena di luci che accende la meraviglia negli occhi di nostro figlio, per lui si tratta della prima volta, e siamo rapidamente nella nostra stanza al Sahara Las Vegas.

29 giugno da Las Vegas alla Death Valley

Diario di viaggio west coast 14 giorniLa mattina la dedichiamo ad un giro agli outlet, a breve distanza dall’albergo, ed agli acquisti di acqua ed integratori per i successivi giorni dedicati alle camminate nei parchi; subito dopo pranzo, scegliendo le più solitarie strade secondarie, ci dirigiamo verso il primo parco del nostro tour: la Death Valley.

La periferia di Las Vegas lascia rapidamente il posto al deserto, la strada scorre dritta senza fine, incrociamo rare auto e qualche motociclista temerario fino a giungere, in circa due ore, al Visitor Center; il termometro all’ingresso segna 50°, il disagio però è assai ridotto, data la quasi nulla umidità: bisogna avere con sé abbastanza da bere e ci si può godere il silenzio e l’assenza di folla e rumori.

Visto che visiteremo molti parchi, acquistiamo l’Annual Pass (80$), valido in tutti i parchi nazionali e ci tuffiamo nel paesaggio più estremo che si possa immaginare: ci si affaccia sulle dune di sabbia bianche, dal sapore lunare, di Zabriskie Point, si ammirano le chiazze multicolori create dai minerali dell’Artist’s Palette, si scende, letteralmente, nella bianca distesa salata del bacino di Badwater, si cammina nell’assolato Golden Canyon; insomma, tutto il contrario di ciò che si immagina associato alla parola ‘deserto’.

Il ritorno verso Las Vegas ci regala un tramonto infuocato che si accende di mille luci quando siamo, nuovamente, sulla Strip: la Tour Eiffel, le gondole, le piramidi, le fontane che danzano a ritmo di musica, fanno dimenticare la sensazione di artificiosità che la mente razionale coglie e ci si lascia trasportare dal fiume di persone intente a guardare e indicare stupite questa o quella parte di mondo ricostruita in una unica strada.

Un consiglio pratico: è vivamente consigliato lasciare l’auto in hotel (il Sahara ha un comodissimo parcheggio gratuito anche con ‘valet’) e spostarsi a piedi o con la monorotaia di Las Vegas. Parcheggiare sulla Strip è assai difficoltoso e costoso.

30 giugno da Hurricane a Zion

Ci lasciamo alle spalle la città del peccato e le autostrade, in direzione dello Utah; in un paio d’ore giungiamo ad Hurricane, scelta come base per visitare il parco di Zion, da cui dista circa mezz’ora.

Lasciando l’auto al Visitor Center ed usando la navetta gratuita del parco, la giornata a disposizione è più che sufficiente per visitare questo parco dalle alte montagne; percorrendo i sentieri che si addentrano nel parco (consigliati i tre, lower, middle ed upper verso le Emerald Pools) si incontrano fiumi e cascate che rinfrescano e permettono al verde della vegetazione di movimentare il tipico colore rosso che domina le rocce in questo Stato.

Lasciato il parco al tramonto, rientriamo in hotel, il Quality Inn Zion, dall’aspetto più polveroso e dimesso di quanto non sia in realtà.

1 luglio Bryce Canyon National Park

da las vegas a los angelesLa strada che porta da Zion al Bryce Canyon è breve, ma le soste sono numerose: il paesaggio passa dalle rocce rosse levigate dall’acqua ed inframmezzate di verde di Zion, alle varie tonalità di rosso degli hoodos e dei picchi modellati dal vento in tutte le forme, che annunciano il più bello, a nostro avviso, dei parchi che visiteremo: Bryce Canyon.

La bellezza e la grandezza del parco meritano almeno due giorni, per non limitarsi ai percorsi attorno al Visitor center; la navetta gratuita permette di spostarsi agevolmente tra i View Points che offrono un primo sguardo sulla magnificenza del Bryce Amphiteater.

Noi dedichiamo la giornata per addentrarci nel canyon lungo il loop Queen’s garden/Navajo: scendere e risalire il dislivello di circa 200 mt permette di godere di viste e panorami fatti di sentieri tra rocce in bilico, pinnacoli ed archi naturali, stupendosi nel vedere sottili ed altissimi alberi che dal fondo della valle si ergono per decine di metri in cerca di un po’ di luce.

Attendere il tramonto a Sunset Point (o l’alba a Sunrise Point, per gli insonni) regala lo spettacolo dell’anfiteatro sfolgorante di rosso fuoco agli ultimi (od ai primi) raggi di sole della giornata.

È sera quando rientriamo in hotel (il sempre validissimo Ruby’s Inn) per prepararci alla cena all’Ebenezer’s Barn & Grill. Vale la pena spendere due parole per questo posto che, ad uno sguardo razionale, appare come la classica trappola per turisti: per un prezzo piuttosto rilevante (da 35 a 50$ a persona), propongono una cena, con servizio stile mensa e tavoli in comune, con spettacolo musicale.

A posteriori, però, l’atmosfera del locale, la musica country, la genuinità delle persone ci faranno sentire per un paio d’ore “dentro” l’America, rendendo giustificabile una spesa apparentemente esagerata.

2 luglio Escalante, Petrified Forest, Kodachrome Basin e Bryce Canyon

Calf Creek FallsIn questo giorno affrontiamo il primo contrattempo del viaggio: leggiamo che a poca distanza da Bryce, ad Escalante, ci sono delle belle cascate, le Upper/Lower Calf Creek Falls e decidiamo di affrontare le Upper, vista la minor distanza di cammino; raggiunto con difficoltà l’inizio del sentiero (sulla strada non c’e’ alcuna indicazione), ci troviamo davanti ad un percorso, senza alcuna indicazione o delimitazione, da fare su uno strapiombo roccioso, seguito da una valle ed un altro strapiombo: arrivati non senza fatica nella valle, perdiamo qualsiasi riferimento e, senza indicazioni presenti, decidiamo che la difficoltà del percorso è superiore alle nostre capacita, per cui ritorniamo sui nostri passi, risalendo fino al parcheggio.

Piuttosto delusi, riprendiamo la strada per Bryce fermandoci a visitare due parchi di cui avevamo visto le indicazioni stradali all’andata e che richiedono al massimo un paio d’ore ciascuno:

  • Escalante Petrified Forest State Park: (ingresso 10$, non è valida la tessera dei parchi nazionali): un sentiero di media difficoltà, ma piuttosto assolato e senza alberi, porta ad un altopiano su cui sono adagiati alcuni alberi pietrificati dai colori inaspettati
  • Kodachrome Basin State Park: (ingresso 10$): un facile percorso pianeggiante porta ai piedi di rocce di argilla levigata, dal caratteristico colore rosso screziato, modellate da acqua e vento

È quasi sera quando rientriamo in hotel, ma prendiamo la navetta del parco per raggiungere Sunset point e ammirare ancora una volta la meraviglia di questo parco.

3 luglio Capitol Reef NP, Arches NP, Moab

itinerario las vegas yellowstone

Questa tappa è quella che più ha risentito della forzata riduzione di giorni a disposizione: il tragitto da Bryce a Moab è lungo e, evitando opportunamente le Interstatali, si snoda tra due delle più belle “Scenic roads” degli Usa, la UT-12 e la UT-24, passando nel mezzo del parco di Capitol Reef, a cui andrebbe dedicata una giornata; Arches National Park, meta finale della tappa, richiederebbe almeno due giorni per visitare le decine di archi presenti.

Ma noi abbiamo un solo giorno, per cui è mattina presto quando lasciamo il Ruby’s Inn; le rocce rosse ci accompagnano lungo la strada che si snoda attraverso la foresta di Escalante fino a Capitol Reef; una breve sosta per ammirare le iscrizioni rupestri sulle pareti dei canyon che ci circondano e siamo di nuovo in strada.

Il rosso lascia presto il posto al grigio lunare dell’altopiano su cui la strada corre deserta e dritta a perdita d’occhio, il grigio diventa verde brillante quando la strada scende a valle, costeggiando torrenti sinuosi.

È primo pomeriggio quando arriviamo all’ingresso del parco nazionale di Arches; i sentieri che portano ai vari archi sono raggiungibili in auto e sono spesso pianeggianti ed abbastanza brevi: il Double Arch, the Windows, il Broken Arch, il Sand Dune Arch, lo Skyline Arch, sono le meraviglie modellate dal vento che si possono raggiungere in un pomeriggio. Dobbiamo ammirare soltanto da lontano il Delicate Arch, simbolo del parco, data la lunghezza del percorso per raggiungerlo direttamente.

Restiamo nel parco fino al tramonto, poi raggiungiamo a pochi chilometri di distanza l’Aarchway Inn, ottimo hotel, per una doccia ed un tuffo rinfrescante in piscina prima di cena. Nonostante siano appena le 20.30, la Main Street di Moab ci accoglie con semafori deserti, cartelli di negozi chiusi che cigolano nel vento e pochi turisti come noi, in cerca di un ristorante aperto. Ceniamo a ‘The Spoke on Center’, trovandoci piuttosto bene per cibo ed accoglienza.

4 luglio Cortez e Mesa Verde National Park

diario di viaggio da las vegas a los angelesNella giornata della festa nazionale americana, il nostro viaggio ci porta in un nuovo Stato, il Colorado, alla volta degli insediamenti Anasazi, con le spettacolari città scavate nelle pareti rocciose di questo altopiano.

La salita al Mesa Verde National Park è tortuosa e piuttosto lunga e mostra i segni di innumerevoli incendi occorsi nel corso dei decenni, tanto da essere addirittura evidenziati con cartelli che riportano l’anno dell’evento; purtroppo le visite guidate non sono disponibili fino a fine luglio, a causa di molti lavori in corso, per cui possiamo soltanto visitare i primi insediamenti costituiti da case scavate nel terreno.

I sentieri da fare in autonomia, che comunque portano ad insediamenti minori, sono ripidi e lunghi, per cui rimaniamo sulla strada che attraversa il parco per fermarci ai vari view points per ammirare da lontano gli stupefacenti insediamenti sulle pareti rocciose.

Ritorniamo a Cortez, nell’accogliente e caratteristico Holiday Inn Express, per poi cenare da J. Fargo’s, diner dalle porzioni abbondanti e dalle cui finestre ammiriamo i fuochi artificiali che colorano la sera di festa.

5 luglio Four Corners Monument, Kayenta e Monument Valley

Siamo a metà del nostro viaggio e le tappe iniziano a riportarci verso ovest; partiamo in direzione Arizona fermandoci dopo poca strada al curioso Four Corners Monument (ingresso 8$), punto in cui si incontrano 4 stati (Colorado, Arizona, New Mexico, Utah). Dopo le foto di rito e qualche souvenir, in breve tempo ci lasciamo alle spalle gli altopiani per ritrovarci nelle ormai consuete strade infinite circondate dal rosso deserto.

Arriviamo a Kayenta per lasciare i bagagli al nostro hotel, l’Hampton Inn (che ci sentiamo di sconsigliare per poca pulizia e scarsa cortesia dello staff) e ci dirigiamo verso la Monument Valley: percorrere la strada polverosa, circondati dalle rocce le cui forme popolano film western e non, ci fa sentire un po’ come Tex Willer o John Wayne, in sella ad un cavallo verso il tramonto.

La polvere che ricopre l’auto la porteremo fino alla fine del viaggio, in ricordo del tramonto che infuoca ancor di più il rosso delle Mesas e delle rocce caratteristiche di questo luogo.

6 luglio Upper Antelope Canyon, Horseshoe bend e Grand Canyon

diario di viaggio grand canyonA causa della riprogrammazione del viaggio, troviamo posto soltanto per un tour guidato dell’Antelope con partenza alle 8.30; per questo motivo, la sveglia suona che è ancora buio, attendiamo l’apertura della sala per la colazione, fortunatamente apre alle 6, e partiamo da Kayenta verso Page.

Nonostante l’accurata programmazione, siamo ignari della curiosa gestione del fuso orario in Arizona delle ‘nazioni’ Navajo della Monument Valley: queste tengono l’orario degli stati più ad est, rispetto al resto dello stato, per cui, arrivati a Page, scopriamo di essere in anticipo di un’ora!

Recuperiamo un po’ di sonno in attesa che apra l’agenzia del tour e saliamo sul fuoristrada (coperto e con aria condizionata, fortunatamente) che ci porta in breve all’entrata dell’Antelope Canyon: è difficile descrivere quello che si vede in questo strettissimo canyon modellato da acqua e vento; seppur l’orario non sia quello ‘perfetto’, i raggi del mattino danno forme e colori incredibili alle rocce sinuose del canyon, mentre la bravissima guida spiega la storia del luogo e ci indica posizioni ed inquadrature per fare le foto più belle.

La tappa di oggi è finalizzata a raggiungere l’ultimo e più grande dei parchi della nostra vacanza, per cui non possiamo fermarci oltre a Page e ci rimettiamo in marcia; abbiamo comunque il tempo per fermarci, dopo poche miglia, in uno dei punti panoramici più fotografati degli Stati Uniti, Horseshoe Bend: si tratta di un overlook su una curva del fiume Colorado, dalla forma assai particolare (da cui il nome); l’azzurro del fiume in contrasto con il colore della roccia circostante, sono sicuramente valevoli di una sosta e di molte foto.

Proseguendo verso la nostra destinazione, lasciamo il rosso del deserto per salire di quota, con il paesaggio che cambia con il passare delle miglia fino a diventare quasi montano. Giungiamo a destinazione, al Visitor center del Grand Canyon South Rim. Ci incamminiamo subito per una parte del Rim trail, che corre lungo il bordo del Canyon, per ammirare la sconfinata vastità della gola scavata nella roccia che sembra scendere fino alle viscere del pianeta. Non è la bellezza assoluta del Bryce Canyon, ma i brividi sono comunque assicurati dalla sensazione di trovarsi di fronte all’azione millenaria della natura.

L’hotel che abbiamo prenotato, lo Yavapai Lodge, è abbastanza spartano: non c’e’ wifi nelle ‘ali’ sparse nel bosco, non ci sono ascensori per le stanze ai piani superiori, ma ha il pregio di essere immerso nel parco e nella natura; questo rende rapido raggiungere i vari punti del parco e permette incontri ravvicinati con cervi e scoiattoli che, in alcuni casi, accettano senza paura qualche carezza.

7 luglio Grand Canyon

Scendere nel canyon per i diversi sentieri (si può fare anchea dorso di mulo), non è alla portata di tutti, per via del dislivello e del gran caldo, che aumenta man mano che si scende; i sentieri del Grand Canyon, comunque, sono ottimamente segnalati e dettagliati nelle mappe; noi scegliamo il Bright Angel Trial, che percorriamo per un paio di miglia, sufficienti per ammirare la forza della natura che ha creato questo luogo ed a rendere faticosa e lenta la risalita.

Percorriamo poi qualche altra parte di Rim trail, fermandoci nei vari view points, i più distanti dei quali possono essere raggiunti con la solita, efficiente, navetta. Ceniamo al Burger nel Bright Angel Lodge, decisamente migliore di quello presente nel nostro hotel.

8 luglio Route 66, Seligman e Kingman

diario di viaggio 14 giorni west coastOggi lasciamo l’ultimo parco del nostro viaggio ed ammiriamo per l’ultima volta le montagne ricoperte di vegetazione, mentre la strada scende nuovamente verso il deserto; in corrispondenza della città di Williams, ci immettiamo sulla Interstate 40 che porta fino a Los Angeles.

Questa noiosa e maltenuta autostrada corre parallela alla Route 66, la Mother Road che attraversa tutta la nazione da Chicago a Santa Monica; per questo motivo, dopo non molte miglia, usciamo e mettiamo le ruote della nostra Nissan su questo mito di generazioni di americani e turisti.

La cittadina di Seligman è l’emblema della Route 66, a volte un po’ esagerato, ma sicuramente romantico: sulla Main Street si concentrano i luoghi simbolo: l’Aztec Motel, il Delgadillo Snow Cap, con le auto di Cars, e l’Angel Delgadillo Barber Shop, vero monumento cittadino.

Il vecchio locale del 96enne arzillo fondatore della Historic Route 66 Association of Arizona, ora è un accogliente gift shop in cui il genero e la figlia di Angel ci raccontano le storie del passato e ci danno indicazioni sui luoghi da vedere; a tal proposito, scopriamo che è inutile cercare ai lati della strada i mitici scudi con il numero 66, perché sono tutti stati cancellati dalle amministrazioni per evitare fermate improvvise delle auto dei turisti con relativi incidenti: dovremo accontentarci di fotografare quelli presenti sui muri delle case sulla Main street.

Riprendiamo la strada, sempre rimanendo sul tracciato storico e raggiungiamo Peach Springs, che pare sia stato il reale modello della immaginaria Radiator Springs del film Cars, sebbene noi non riusciamo a trovare traccia o indicazione che lo ricordi.

Il deserto assolato ci tiene compagnia fino a giungere a Kingman, altra città simbolo della Route 66 e sede dell’Historic Route 66 Museum; purtroppo, il museo chiude alle 16, quindi decidiamo di riposarci con un tuffo in piscina e nella hot tub dell’ottimo Best Western A Wayfarer’s Inn, prima di una ottima bistecca alla Dambar Steakhouse a poca distanza, rimandando la visita al museo al giorno successivo.

9 luglio Los Angeles, Santa Monica

da los angeles a las vegas 14 giorniAttendiamo l’apertura del museo (4$ a persona), in cui è raccontata la storia della costruzione della Mother Road, con foto, filmati e diorami che fanno capire come si viveva e si viaggiava nelle varie epoche, acquistiamo qualche immancabile souvenir e ci tuffiamo sulla I40 per una lunga e noiosa trasferta verso Los Angeles, che ci accoglie con le sue autostrade a tante corsie, trafficate ed indisciplinate.

È pomeriggio inoltrato quando raggiungiamo l’hotel, lasciamo i bagagli e subito ci dirigiamo verso la spiaggia di Santa Monica, dove parcheggiamo nelle vicinanze del famoso Pier (a pagamento, 30$), fine del percorso della Route 66; la giornata è la più fredda di tutto il viaggio, nuvole e vento, però, non scoraggiano nostro figlio dal fare il bagno nelle acque dell’oceano Pacifico, mentre noi passeggiamo sulla riva infreddoliti. Il molo è affollatissimo, come lo sono i vari locali dove mangiare qualsiasi tipo di cibo, persone di tutti i colori, razze e lingue passeggiano e fanno foto assieme a noi.

A questo punto è necessario spendere due parole sull’albergo: Hilton at LAX è enorme, appariscente, impersonale e carissimo (il parcheggio costa dai 47 ai 54$ al giorno, il wifi è a pagamento se non si è membri del loro programma di fidelity), la stanza è la meno accessoriata di tutto il viaggio, non c’è nemmeno il frigo, e sarà sicuramente la meno pulita, specie nel bagno.

Pur essendo abbastanza comodo come posizione, in una quarantina di minuti si raggiungono Santa Monica, Hollywood Boulevard, gli Universal Studios, ci sentiamo di sconsigliarlo, a meno di non dover partire presto dall’aeroporto o per soggiorni molto brevi.

10 luglio Los Angeles e Universal Studios

diario di viaggio universal studiosLa giornata sarebbe dovuta essere dedicata tutta agli Universal Studios ma, almeno per noi, si è trattata della seconda delusione del viaggio: per un prezzo assai rilevante (almeno 150$ a persona l’ingresso, dai 30$ ai 50$ il parcheggio) ci si trova in un parco sì bello da vedere e da girare, ma con attrazioni e spettacoli del tutto paragonabili a quelle di un normalissimo parco italiano come Mirabilandia; tralasciando le attrazioni per i più piccoli, a metà pomeriggio siamo già fuori e decidiamo di girare la città: Hollywood Boulevard è a poca distanza, con la sua celebre Walk of Fame, raggiungiamo le belle ville di Beverly Hills e poi ci inerpichiamo sulla tortuosa Mulholland Drive da cui si gode il panorama sulla valle e sulle colline di Hollywood.

11 luglio fine del viaggio

Oggi è giorno di partenza, lasciamo l’auto, che ancora porta addosso la polvere rossa della Monument Valley, alla sede Hertz a poca distanza dall’albergo e con la navetta siamo in aeroporto; il check-in ed i controlli sono rapidi, nonostante la grandezza dello scalo e presto siamo in volo verso casa.

La malinconia che sempre accompagna la fine di un viaggio è presto soppiantata dai nuovi ricordi che questo viaggio ci ha lasciato, fatti di mille cose belle, qualche delusione e tanta voglia di ritornare, magari sull’altra costa, in questa immensa nazione.

Paolo Cassone


Un Consiglio Importante:
Ricordati l’assicurazione sanitaria, non farla potrebbe rovinarti la vacanza in USA! Se non sai come orientarti nella scelta puoi leggere la nostra guida: Assicurazione USA: come scegliere la polizza migliore?

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