West Coast East Coast Diario di Viaggio

Dalla East Coast alla West Coast con voli interni: diario di viaggio in 22 giorni

Aprile 4, 2024 /

Questo è il diario di viaggio di tre settimane nel subcontinente nordamericano con il mio amico Giorgio, che ha visitato per la prima volta in questa occasione il Nuovo Mondo. Cercherò di raccontare la nostra esperienza fra laghi, parchi, cascate, città ed istituzioni del nord America, mettendo a disposizione anche consigli pratici per chi vuole organizzare un viaggio fai da te.

Venerdì 30 agosto 2019: partenza da Milano Malpensa

Lasciamo La Spezia in auto alle 7. Il nostro volo decollerà alle 13,55 con arrivo previsto a Toronto alle 17,15 (ora locale). Abbiamo scelto AirItaly (ex Meridiana). Prenotazione effettuata a fine giugno, tariffa economy, valigia in stiva (752,00 € in due). Arrivo al parcheggio di Somma Lombardo alle 10,00. Il parcheggio per tre settimane con Park-via costa appena 87,00 € col transfert per l’aerostazione.

Prima delle 10,30 siamo al banco del check-in. AirItaly effettua un precontrollo dei passaporti e delle autorizzazioni Eta (Canada) ed Esta (Stati Uniti). Alle 11,00 siamo al controllo doganale e qui c’è un problema: Giorgio, non abituato a viaggiare, ha messo una bottiglia di vino nel trolley a mano. Vogliono gettarla. Mi oppongo. Per fortuna trovo una persona ragionevole che mi consente di tornare al banco AirItaly dove, tuttavia, non è possibile spedire la bottiglia. Grazie all’intervento del Manager di AirItaly di Malpensa, signor Zani la bottiglia verrà conservata fino al nostro rientro e ci verrà restituita sabato 21 settembre.

Nel tornare all’area imbarchi non trovo Giorgio che ricomparirà dopo varie chiamate e richieste informazioni attorno alle 12. Panino al bar (prezzi astronomici), quindi imbarco sull’Airbus di AirItaly. Purtroppo il decollo avviene solo alle 14,45. In ogni caso atterriamo a Toronto alle 17,30 con soli 15 minuti di ritardo. Recupero veloce delle valigie ed incontro con Desmond, il nostro Host di Airbnb, che ci aveva proposto per una cifra ragionevolissima (25,00 dollari canadesi, 17,50 €) di prelevarci. Arrivo nella casetta di Toronto in uno splendido pomeriggio di sole, sistemazione, giro intorno, cena ed a nanna.

Sabato 31 agosto 2019: arrivo a Toronto

Andiamo in centro con autobus e metropolitana, grazie al biglietto procuratoci dall’host per una cifra modestissima (13 dollari canadesi in due, poco più di 9 euro). Facilità massima di movimento. Trascorriamo la mattinata nel cuore della metropoli canadese, salendo sulla famosa Tour CN Tower, alta 533 metri, che domina tutta la città e l’Ontario. Pomeriggio al museo ferroviario di Toronto e poi a Chinatown, dove facciamo acquisti e ci informiamo sul pullman per le cascate del Niagara. Desmond, infatti, ci ha suggerito di raggiungere autonomamente le cascate, risparmiando moltissimo.

Domenica 1 settembre 2019: visita alle Cascate del Niagara

Niagara FallsPartenza da casa per Chinatown, dove prendiamo il bus per il Casinò di Niagara Falls. Spendiamo 60,00 dollari canadesi per andata e ritorno in due (42,00 €) ed all’arrivo ci danno pure una tesserina per giocare alle slot con dieci dollari di credito. Il viaggio in pullman ci permette di vedere benissimo la zona dei laghi. Un terzo dei passeggeri del bus lascia immediatamente il Casinò per andare alle cascate.

Visita dall’esterno delle cascate e poi ci imbarchiamo sul battello rosso Hornblower (quello dal lato statunitense è il Maid of the Mist blu) per andarci sotto. Lo spettacolo è imponente. Tutti con l’impermeabilino rosso a fare foto, selfie, filmini o nel mio caso dirette Facebook per amici e parenti a casa. Il tour in battello dura poco e viene ora di pranzo. Nel frattempo è spuntato il sole. Ci accomodiamo su una panchina e mangiamo i panini che ci eravamo portati. Il tempo di un (pessimo) caffè al bar e poi andiamo allo Skylon Tower, la torre che sovrasta le cascate.

Incontriamo due coppie di paesi dell’ex Unione Sovietica che appena scoprono che siamo Italiani ci parlano di Toto Cutugno (peraltro nostro concittadino spezzino) e della cucina italiana. Discesi a terra ci dirigiamo verso il Casinò dove sfruttiamo la nostra tessera, andiamo a giocare alle slot e vinciamo qualche spicciolo (una dozzina di dollari in due) che prontamente incassiamo. Poco dopo ci mettiamo in fila per rientrare a Toronto col primo autobus disponibile. Arriveremo in due ore, in tempo per andare a cena in un ottimo ristorante greco. L’escursione fai da te alle cascate è costata 103 euro in due, contro gli oltre 120 a testa dei tour organizzati. In più siamo stati al Casinò e ci siamo divertiti a vedere i giochi e provare le slot machine.

Lunedì 2 settembre 2019: partenza per New York

midtown-new-york-dove-dormireCi accompagna Desmond all’aeroporto internazionale Pearson. Il nostro volo per il Fiorello La Guardia di New York decollerà alle 12,25. Dobbiamo pagare ed imbarcare le valigie da stiva. Si vola con la West Jet. Costo 255,00 € a cui aggiungeremo 63,00 dollari canadesi (44,00 €). Tutto bene e veloce. L’intoppo mi capita alla dogana americana. Infatti, per chi vola da Toronto agli States il controllo avviene direttamente in Canada.

Prima un agente americano mi interroga sulla mia destinazione e mi chiede addirittura di vedere la prenotazione Airbnb sul cellulare, poi quando dichiaro di avere una banana (sì proprio una banana!) insieme ai panini che avevo preparato per il pranzo mi spedisce in un altro ufficio della dogana. Capisco che per il frutto esotico non c’è speranza. Allora, per evitare che me lo buttino direttamente, con sprezzo del pericolo lo mangio. Al momento in cui un altro doganiere mi chiama e mi chiede della banana non posso far altro che dichiarare di averla mangiata, consegnando la buccia. L’agente statunitense butta il residuo e ci dà, finalmente, il via libera all’ingresso negli Usa.

A me stavolta non timbrano neppure il passaporto. Il volo per New York parte in ritardo, ma arriva all’orario previsto. Recuperiamo facilmente le valigie e poi siamo liberi. Per prima cosa andiamo ad acquistare due metro card (34,00 $ per una settimana a persona) e saliamo su un bus che ci porta a Roosevelt Avenue, dove si prende la linea verde E per Jamaica. Piove e la città è in tilt per il Labor Day.

Conosciamo due donne delle pulizie ecuadoriane, con cui parlo spagnolo. A Jamaica Station piove, Giorgio è stanco e siamo costretti a prendere un taxi per arrivare alla nostra sistemazione a Bascom Avenue. Non ho il Wi-Fi e quando arrivo Shirley non è a casa. Grazie alla gentilezza del taxista la chiamo ed allora mi fa dare le chiavi del sottoscala da una vicina di casa. L’alloggio è piccolo, anche se dotato di tutto il necessario. Per la cifra irrisoria pagata (meno di 250,00 € per cinque giorni) possiamo accontentarci.

Dopo essere entrati in casa andiamo a cercare un negozio di telefonini perché la scheda Lykamobile, acquistata su Amazon per meno di 20,00 € non funziona. Alla fine dobbiamo comprare per 70,00 $ un cellulare LG americano. Mai acquisto si rivelò più azzeccato! Forse avremmo dovuto comprarlo con lo schermo più grande spendendo 30,00$ in più. Comunque è divertente la trattativa che porta a spuntare l’acquisto del cellulare che costava 110,00 $ a 70,00 $. Del resto i venditori erano indiani e noi italiani non siamo da meno dei mediorientali.

Con il nostro cellulare in mano e la possibilità di fare chiamate illimitate in America ed in Italia oltreché a connetterci ad internet esploriamo Queens. Per prima cosa andiamo a trovare Josè Castro, un dominicano conosciuto lo scorso anno. Baci, abbracci e passaggio fino al ristorante portoghese Lavrador, dove ci offre da bere e poi ceniamo con una splendida Paella ed un merluzzo succulento. Giorgio è molto contento anche se dopo lo costringo a rientrare a casa camminando per due miglia.

La prima giornata negli Usa si conclude bene, dopo il rischio di essere bloccati per un frutto di troppo. Morale della favola: in Nord America sono terrorizzati dai frutti freschi, dai semi e dalle piante. Meglio rinunciarvi.

Martedì 3 Settembre 2019: visita all’Empire State Building e Brooklyn

Brooklyn Bridge ParkCi alziamo prestissimo. E’ troppa la voglia di Giorgio di arrivare nel cuore della Grande Mela. Bus a Rockway Boulevard alle 6,30, metro E a Jamaica Center, arrivo a Lexington Avenue alle 7,20. Il cuore di New York è lì con i suoi grattacieli. Giorgio comincia a camminare senza sosta ed arriviamo a Union Station. Ci fermiamo al caffè Grand Central per un breakfast americano con uova, bacon, plum-cake, caffè e camerieri che ti riveriscono e ti mettono a caricare il cellulare. 50,00$ per cominciare!

Dopo arriviamo all’Empire State Building dove iniziamo a sfruttare il nostro New York Pass sul telefonino. L’abbiamo comprato su internet, scaricato ed attivato sul dispositivo mobile. Con 200,00 € a testa in 4 giorni potremo visitare oltre 100 attrazioni.

Dopo l’Empire State Building ci dirigiamo verso la First Avenue, dove si trova il Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite. Alle 13,30, infatti, abbiamo la visita guidata (comprata a parte per 32,00 €), in italiano, alla sede delle Nazioni Unite. Il gruppo italiano non è molto numeroso, rispetto a quelli in inglese o spagnolo, ma abbastanza rumoroso. La bravissima guida ci fa entrare in tutte le sale in cui si riuniscono il consiglio di sicurezza, il consiglio economico sociale, l’assemblea generale, ecc. Dopo la visita alle Nazioni Unite andiamo a Port Authority a prendere il taxi giallo del mare che ci porta sotto la statua della liberà e ci fa risalire fino a Brooklyn.

In serata alle 19,30 andiamo a Battery Park dove vi imbarchiamo sul traghetto gratuito per Staten Island. Arrivati sull’isola parte di New York prendiamo un treno della MTA per Tottenville all’estremità opposta dell’isola. Appena arrivati andiamo alla ricerca di un ristorante e troviamo una Taqueria Oaxaca, tipico locale messicano. Rientriamo a Queens a tarda notte, dopo aver conosciuto una parte di New York sconosciuta ai più.

Mercoledì 4 Settembre 2019: visita alla Statua della Libertà

coda battello per liberty island
Fila per il battello

Lunghissima visita alla Statua della Libertà ed al museo dell’emigrazione di Ellis Island (sei ore). All’arrivo a terra andiamo al museo dell’Olocausto a Battery park, il più grande degli Stati Uniti d’America. Visita alla piscina che ricorda le vittime dell’11 settembre 2001 al World Trade Center e cena al pub O’Hara,

Giovedì 5 Settembre 2019: memoriale dell’11 settembre e Rockefeller Center

911 Memorial New YorkVisita al memoriale nazionale dell’11 Settembre al World Trade Center al mattino, pomeriggio al Rockfeller Center (Top of the rock), incontro con Roberto Petruccelli al ristorante Levante a Long Island City. La visita al memoriale dell’11 settembre è sempre, almeno per me, il momento più toccante di una visita a New York. Sono migliaia le persone che rendono omaggio alle vittime ed agli eroi di quel tragico martedì di inizio millennio, che ha mostrato al mondo la vulnerabilità anche dell’America di fronte all’odio insensato del terrorismo islamico.

Dopo la visita andiamo a pranzo in una Epicerie al World Trade Center, quindi in metro raggiungiamo la cattedrale di San Patrizio e in seguito il Rockefeller Center. Dalle terrazze del Top of the Rock si vede tutto il panorama di New York su ogni lato. Restiamo lì fino alle 17 poi raggiungiamo Long Island City all’inizio del Queens dove incontreremo il nostro amico italo americano.

Il locale Levante è molto alla moda, frequentato da giovani italiani ed americani, in una zona che sta vivendo un grande boom. C’è un evento della Camera di Commercio Italo-Americana di New York per promuovere i prodotti agroalimentari nazionali. La responsabile del locale Valentina è di Varazze e conosce il sindaco di Riccò del Golfo, un paese vicino alla Spezia. Selfie e post su Facebook e Whatsapp. L’atmosfera è allegra, ma il posto è molto caro. Non lo consiglio. Per tre spritz, due pizze ed una bottiglia di vino italiano Igp rosso dell’Etna spendiamo 190,00 $ in tre, compresi 30,00 $ di mancia. Un po’ troppo, al di là dell’atmosfera autenticamente italiana!

Venerdì 6 Settembre 2019: Intrepid e Met

Intrepid Sea, Air & Space MuseumArriviamo presto a Manhattan, dopo essere stati a casa di Chris, il mio host del 2018, a Queens per consegnargli una bottiglia di Chianti, portata per lui dall’Italia. Prendiamo l’autobus Hop on Hop off, compreso nel nostro New York Pass. Andiamo in giro per un paio d’ore, poi ci fermiamo al Pier 85 dove è attraccata la portaerei Intrepid, un museo dell’aviazione statunitense.

Entriamo e possiamo conoscere la storia di questa enorme portaeromobili in servizio dal 1943 al 1974, impegnata nella parte finale della seconda guerra mondiale, nella guerra di Corea ed in quella del Vietnam. All’interno della portaerei museo c’è una sezione dedicata alle conquiste dello spazio statunitensi e sovietiche, lo Shuttle Enterprise e una sezione dove si entra nello spazio virtuale tridimensionale con la testimonianza di Mae Jemison, prima donna astronauta statunitense di colore.

Restiamo sull’Intrepid fino alle 15 poi ci imbarchiamo sulla Circle Line ed andiamo a fare un altro giro di New York dal fiume. Piove e ci godiamo la Statua della Libertà, il distretto finanziario di Manhattan, il ponte di Brooklyn e l’Hudson in una prospettiva diversa dal solito, autunnale, ma non meno affascinante. Dopo la sbarco risaliamo sul bus turistico ed andiamo a visitare Upper Manhattan fino a Central Park o meglio al Museum Mile.

Scendiamo proprio davanti al Met, il Metropolitan Museum of Art di New York che il venerdì sera fa orario lungo. Ne approfittiamo per visitarlo dalle 19 alle 21. La nostra ultima serata newyorchese si conclude al Kentucky Fried Chicken, dove assaggiamo il famoso pollo del colonnello Sanders. A me piace molto, a Giorgio che lo trova troppo speziato un po’ meno.

Sabato 7 Settembre 2019: da New York a Washington in autobus

washington cosa vedere in tre giorniCi prepariamo per la partenza da New York a Washington in autobus. Prima di tutto facciamo un ultimo giro di Queens e visitiamo, fra le tante improbabili chiese fai da te, una parrocchia cattolica di San Clemente Papa, scoperta da Giorgio, in cui si sta celebrando un matrimonio. Quando usciamo viene a salutarci un signore che ci chiede da dove veniamo e ci racconta che la Chiesa è quella della comunità cattolica nigeriana di Queens.

Prima di partire per Jamaica Center e per Port Authority dove ci attende il nostro bus per la capitale federale ci facciamo preparare dei gustosissimi panini in un negozio gestito da centroamericani. Possiamo scegliere pane ed ingredienti (prosciutto, insalata, pomodori) evitando le terribili salse statunitensi.

Alle 13 in punto il nostro bus lascia il terminal ed iniziamo il nostro viaggio verso Washington. Prima dell’imbarco bottiglia d’acqua ghiacciata in omaggio. Sulla corriera pochissima gente, Wi-Fi molto forte ed i servizi igienici, Il viaggio deve durare 4 ore e 15, ma dopo 3 ore e 50 siamo alla Union Station di Washington D.C.. In autobus conosco una studentessa statunitense di origine polacca, Magda, che ha studiato a Camerino e le ore di viaggio, grazie anche alla bellezza del territorio attraversato (New Jersey, Pennsylvania, Maryland) volano. Il costo del biglietto è stato veramente modesto: 23,60 € in due, con le valigie.

Il tempo di sistemarci in stazione e poi prendiamo un taxi per la nostra residenza temporanea a Washington. Un appartamento vicino a Minnesota Avenue, nell’abitazione di un impiegato del governo USA. Una stanza ampia e luminosa con bagno, in una casa con una fantastica cucina americana, una enorme lavatrice ed una altrettanto grande asciugatrice. Nel giro di un paio d’ore laviamo tutti i panni di una settimana in America e li asciughiamo.

All’ora di cena partiamo in Metro per il centro. Scendiamo vicino a Pennsylvania Avenue e prima di mangiare andiamo a vedere la Casa Bianca. La dimora del presidente è dietro una barriera protettiva ed è abbastanza deludente.

Una passeggiata per il centro – intravediamo fra l’altro le sedi della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale- e poi andiamo a cena da Founding Farmers, un tipico ristorante Usa in cui prendiamo una bella bistecca ed un fish & chips. Prima di tornare a casa ci fermiamo in un negozio aperto 24 ore al giorno a comprarci un po’ di cibo e bevande per la colazione ed il pranzo della domenica.

Domenica 8 Settembre 2019: Washington Monument e Arlington

Omaggio a Kennedy ArlingtonAl mattino puntiamo sui vari memoriali. Il Washington Monument è chiuso per restauro. Andiamo al memoriale della II guerra mondiale, a quello della I guerra mondiale e poi ci fermiamo a quello di Martin Luther King. Probabilmente uno dei più visitati. Dopo il pranzo al sacco saliamo su un autobus Circulator, istituito quest’anno dalla municipalità di Washington, elettrico, e con il wi-fi, che ti porta in giro per le principali attrazioni della città (leggi la nostra guida su come muoversi a Washington).

Scendiamo a Union Station, prendiamo un caffè e poi andiamo a Georgetown University. Nel tardo pomeriggio in Metropolitana attraversiamo il Potomac ed arriviamo in Virginia, al cimitero monumentale di Arlington. Nostra meta la tomba di John Fitzgerald Kennedy, primo presidente cattolico della storia americana, assassinato a Dallas nel 1963, e poi la tomba del milite ignoto statunitense, dove assistiamo ad un coinvolgente cambio della guardia.

Rientro a Washington alle 19 quando Arlington chiude. Cena veloce in centro e rientro. Al solito negozio aperto 24 ore al giorno facciamo la conoscenza di Emmanuel, un ingegnere italo-eritreo di Parma, che è dovuto venire nella capitale statunitense a fare il taxista di Uber per la crisi delle costruzioni nel nostro Paese. Una nostalgia infinita del Bel Paese e un monito contro l’impoverimento dell’Italia che allontana i laureati.

Lunedì 9 Settembre 2019: Capitol Hill

United States Capitol

Alle 8,00 siamo già a Capitol Hill, sede del congresso degli Stati Uniti. Il nostro tour guidato è per le 9,00, ma ci viene proposto di anticiparlo alle 8,40. Ci iscriviamo ad altri tre tour, riguardanti in particolare l’impegno per il voto alle donne e l’abolizione della schiavitù. Otteniamo anche i biglietti per poter assistere dalle tribune ad una seduta della Camera dei Rappresentanti e del Senato, che riprendono i lavori dopo la pausa estiva.

Siamo gli unici italiani in mezzo a centinaia di statunitensi, latino americani ed asiatici. La visita viene preceduta dalla proiezione di un documentario sulla nascita della democrazia americana e sul ruolo del parlamento che è la prima istituzione richiamata nella costituzione statunitense. Ogni giorno Capitol Hill è visitata da una media di 10.000 visitatori e sono tre milioni l’anno gli Americani ed i cittadini di altri paesi che entrano nella principale istituzione statunitense.

Durante la nostra visita abbiamo accesso alla caffetteria ed al ristorante frequentati anche dai parlamentari Usa. Alle 14 entriamo ad una seduta della Camera dei Rappresentanti. Dura pochissimo l’intervento di un Rappresentante che parla davanti a 4 o 5 colleghi. Alle 16,30 entriamo alla seduta del Senato, dove resteremo un’ora e mezzo e vediamo tra gli altri i senatori Elizabeth Warren e Bernie Sanders, ben noti anche agli Italiani che seguono la politica statunitense.

Alle 18 lasciamo Capitol Hill, facciamo un giro sul viale in cui sorgono la Corte Suprema e la biblioteca del Congresso, Acquisti da Macy’s e poi cena veloce da Panera. Alle 21 partiamo per Shirlington in Virginia, dove alle 22 ci vedremo con un architetto nostro concittadino con cui berremo qualcosa. A mezzanotte ci riporta in auto a casa.

Martedì 10 Settembre 2019: partenza per Oakland via Las vegas

oakland cosa vedereMattinata a casa. Lavatrice ed asciugatrice, un sostanzioso breakfast, preparazione delle valigie e partenza con Uber per Union Station. Da lì treno per l’aeroporto di Baltimora. Procedure di check-in per il volo Spirit Airlines che ci condurrà nella West Coast. Piccolo problema per Giorgio che deve pagare a parte il suo trolley a mano. Voliamo per cinque ore sopra le immense pianure statunitensi ed arriviamo alle 18 (ora locale) a Las Vegas. Le slot machine sono anche in aeroporto e si vedono i grattacieli.

Le quattro ore di attesa della coincidenza per Oakland passano velocemente. Nuovo imbarco, poco più di un’ora di volo ed attorno a mezzanotte siamo in California. Prendere l’auto a noleggio è un po’ complicato, ma dopo poco più di 5 miglia siamo a casa di Merrill, la nostra host californiana che ci aspetta. Il tempo di sistemarci e ci mettiamo a nanna con altre tre ore di fuso orario da smaltire.

Mercoledì 11 Settembre 2019: Golden Gate Bridge

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Prima giornata in California. Sfruttiamo la Mitsubishi Outlander SE a noleggio per andare a rifornirci di provviste in un vicino supermercato. Rientriamo velocemente e ci prepariamo un brunch con uova, salame, pane, burro. In tarda mattinata partiamo in auto per scoprire i dintorni di San Francisco. Obiettivo il Golden Gate Bridge che raggiungiamo nel primo pomeriggio da nord. La vista del ponte più famoso del mondo è emozionante. Dopo aver parcheggiato facciamo un giro intorno al ponte e poi lo attraverso a piedi. Giorgio si ferma dopo una arcata perché è stanco.

Arrivato dall’altro lato incontro tre coppie di Modena che in 15 giorni hanno percorso 5.000 km in auto da Filadelfia a San Francisco. La loro vacanza volge al termine. Partiranno in nottata per l’Italia. Dopo aver riattraversato il ponte recuperiamo l’auto e torniamo a nord per evitare gli ingorghi del centro di San Francisco. Prima di tornare a casa il tempo di andare al supermercato Food Co e rifornirci di spaghetti, sugo, frutta, carne e tutto ciò che ci servirà per i prossimi tre giorni. A cena cucineremo tutto quello che ci piace ed anche la nostra padrona di casa assaggerà i nostri spaghetti.

Giovedì 12 Settembre 2019:

Tramonto a San FranciscoLa seconda giornata in California la dedichiamo alla visita di San Francisco. Raggiungiamo l’Embarcadero di Oakland dopo aver parcheggiato a Washington Avenue. Chi si fa convalidare il biglietto del parcheggio avrà la sosta gratis. Acquistiamo le carte di imbarco (Giorgio ultrasessantacinquenne pagherà la metà) e raggiungiamo in meno di mezz’ora il porto di San Francisco. La traversata è piacevolissima e siamo stati fortunati. A differenza del solito non c’è nebbia, ma il cielo è terso. Una rarità nella baia.

All’Embarcadero ci fermiamo al mercato etnico con botteghe di cibo e altri oggetti da tutto il mondo. Acquistiamo la carta Clipper, biglietto giornaliero integrato per i mezzi pubblici di San Francisco, e poi iniziamo la nostra esplorazione della città. Per prima cosa prendiamo un tram per girare nel centro fino al quartiere Castro. Di lì dopo aver conosciuto due newyorchesi trapiantate in California torniamo indietro in metropolitana. Successivamente prendiamo il cable, la funicolare che ci porta in alto.

Caratteristica di San Francisco il saliscendi che mi ricorda Lisbona. All’ora di pranzo consumiamo i nostri panini in un caffè dove acquistiamo delle bevande. Poi iniziamo un giro a piedi. Infine torniamo in centro con un bus e poi entriamo a piedi a Chinatown, la più grande del mondo. Un tè cinese in un tipico locale ci permette di ristorarci, ricaricare i cellulari ed avere la connessione Wi-Fi per una delle tante dirette Facebook.

Da Chinatown sconfiniamo a Little Italy, dove in un ristorante italiano chiamato “E’ tutto qua” il titolare ci offre un espresso dopo 13 giorni di orribile caffè statunitense. Abbiamo il tempo di vedere la splendida chiesa di San Pietro e Paolo, con annesso il centro salesiano di San Francisco. Sulla facciata della chiesa campeggiava in italiano la prima terzina del Paradiso di Dante “ La gloria di colui che tutto move / per l’universo penetra, e risplende / in una parte più e meno altrove”.

Per le 19 siamo all’Embarcadero. Inizieremo il rientro ad Oakland assistendo ad uno splendido tramonto sulla baia che viene immortalato dagli scatti e dai video di tutti i passeggeri. Uno dei momenti di più struggente bellezza in questo viaggio americano! Rientro a casa per le 21, contenti di aver sfruttato un parcheggio gratuito per i pendolari della baia. Cena italiana anche stasera.

Venerdì 13 Settembre 2019:

Napa valley cosa vedere

Oggi ci muoviamo a Nord di Oakland. La prima tappa della giornata è la città universitaria di Berkeley, sede dell’Università della California. Visitiamo un paio di campus scientifici nella pace del parco. Tutto è estremamente moderno ed efficiente: aria condizionata, Wi-Fi potentissimo, biblioteche e sale studio aperte ogni giorno, domenica compresa, dalle 9 del mattino fino alle 22. Verso le 13 ci spostiamo a Vallejo, porto a nord, che ha una partnership con La Spezia, la nostra città.

Visitiamo il municipio e poi la moderna biblioteca pubblica intitolata a John Fitzgerald Kennedy. Dopo un pranzo nei giardini pubblici partiamo per Napa Valley, la maggior zona di produzione di vino della California. Visitiamo il museo del treno del vino, dove acquistiamo delle bottiglie per noi e per la nostra host. Successivamente andiamo a Yountville dove visitiamo un paio di cantine, in cui si può provare il vino locale e fare acquisti.

Rientriamo presto perché da domani ci attenderanno centinaia di miglia nei parchi nazionali.

Sabato 14 Settembre 2019: Yosemite e Tioga Pass

yosemite-national-parkNonostante le buone intenzioni riusciamo a partire solo poco prima delle 10. Meta del nostro viaggio il Parco Nazionale di Yosemite ed il Tioga Pass, prima della sosta a Fort Road, Independence nella Riserva Indiana. Per arrivare all’ingresso del parco nazionale impieghiamo oltre tre ore, con una sola sosta per far rifornimento di benzina. Nei giorni scorsi avevamo fatto scorta di taniche d’acqua e bottiglie, come previsto dalla normativa.

Entriamo all’interno della splendida area di Yosemite attorno alle 13 dopo aver esibito la carta dei parchi acquistata a San Francisco. Ci fermiamo per un panino e poi ripartiamo. Dopo poco Giorgio si accorge di aver perduto lo zaino con mele, biscotti ed altro cibo. Per fortuna non si tratta di documenti, valigie o macchina fotografica. Guidiamo verso El Capitan, la parete di roccia a strapiombo paradiso di tutti gli scalatori.

Dopo numerose soste continuiamo a salire e raggiungiamo un lago a 2.400 metri di altitudine, dove moltissimi fanno il bagno nonostante la temperatura di 12°. Lì parcheggiamo per 15 minuti l’auto fuori dagli spazi. Al ritorno un warning (avvertimento): la sosta irregolare rischiava di costarci 180,00 $ di multa! Meglio rispettare sempre le regole. Il percorso continua e saliamo verso il Tioga Pass che raggiungiamo verso le 18. Da lì inizia la discesa verso Bishop in mezzo alla natura.

Il cellulare americano non funziona. A Bishop, una cittadina di meno di 4.000 abitanti, riusciamo a fare rifornimento e poi a reimpostare il percorso verso la casa di Fort Road. Arriviamo verso le 20,30 nell’oscurità assoluta in un accampamento di roulotte indiane (trailers), dove ci accoglie Gail, una indiana Pawnee. La casa è enorme, dotata di ogni servizio, pulitissima. Siamo in mezzo alla natura. Chiediamo all’indiana Pawnee se può cucinare qualcosa per noi, ovviamente pagandola. Chiama la figlia e ci fa portare della pasta con la carne. Insieme allo spumante californiano, al pane avanzato ed alle banane sarà la nostra cena nella riserva.

Domenica 15 Settembre 2019: Death Valley e arrivo a Las Vegas

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In marcia per la valle della morte. Dopo esserci alzati prestissimo ed avere preparato il nostro breakfast a base di uova e pane ci mettiamo in movimento verso la Death Valley. Arriviamo all’ingresso del parco nazionale che conduce al punto più caldo del mondo poco prima delle 12. All’ingresso del parco la temperatura è già bollente (39°). Per fortuna c’è una saletta per i turisti con aria condizionata, due postazioni computer e wi-fi potentissimo.

Possiamo chiamare casa e collegarci prima di iniziare la discesa verso i meno 86 metri della depressione di Badwater. Arriviamo nell’orario peggiore (le 13:30). C’è un vento forte e caldo. Si può rimanere fuori dall’auto per non più di 10-15 minuti ed è fondamentale portare una bottiglia d’acqua. Usciamo il tempo di fare qualche metro e le foto di rito in un paesaggio lunare. Una ragazza spagnola sviene per il caldo. È secco, ma ci sono 45°!

Risaliamo in auto, percorriamo la strada degli artisti e poi prima di lasciare la valle della morte ci fermiamo a Zabriskie Point, famoso anche perché il regista Michelangelo Antonioni vi girò nel 1970 l’omonimo film, con protagonista fra gli altri un giovanissimo Harrison Ford. Prendiamo velocemente la via verso Las Vegas che sarà la nostra meta finale di questa giornata. Alle 15,30 ci fermiamo a Pahrump, prima cittadina del Nevada, in cui assaggiamo dell’ottimo filetto di manzo.

Ripresa la strada verso le 18 arriviamo a Las Vegas, ci sistemiamo a North Las Vegas e per le 20,30 siamo nel cuore della sfavillante città del divertimento, ossia la Strip. Parcheggio all’hotel Bellagio, giochi d’acqua, luci, la finta Tour Eiffel, migliaia di persone con la testa ed il telefonino all’insù per fare foto e guardare le attrazioni. Cerchiamo un buffet per cenare. In tre settimane in America sarà l’unico momento in cui mi arrabbio perché nonostante l’acquisto di un voucher “all you can drink” ovvero puoi bere tutto quello che vuoi, la cameriera ed il responsabile di sala non vorrebbero che io e il mio amico dividessimo birre e vino.

Mi diverto ad ignorare l’inglese a tratti, parlo italiano e contesto il fatto che non mi capiscano. Alla fine faccio bere il mio amico e resto sobrio per evitare che la discussione degeneri. Las Vegas mi delude abbastanza. È solo un grande paese dei balocchi dove se non stai attento ti spolpano vivo.

Lunedì 16 Settembre 2019: Hoover Dam e Grand Canyon

Diga di HooverPartenza da Las Vegas per Hoover Dam, la diga di Hoover, avveniristica diga completata nel 1937 fra il Nevada e l’Arizona. Uno spettacolo ingegneristico, compreso il ponte realizzato nel 1998, che lascia a bocca aperta. Ci siamo fermati solo tre quarti d’ora, ma lo spettacolo è impareggiabile. Alle 17 arriviamo finalmente al South Rim, nel parco nazionale del Grand Canyon e riusciamo ad assistere ad un tramonto mozzafiato in un turbinio di flash di video e fotografie.

Ceneremo allo store con dell’ottima pizza margherita prima di ripartire per la nostra sistemazione di Flagstaff.

Martedì 17 Settembre 2019: Monument Valley

Oggi guiderà Giorgio e partiamo presto da Flagstaff in direzione nord. La nostra meta è la Monument Valley, immortalata nel film “Ombre Rosse” di John Ford. Arriviamo alla riserva Navajo poco prima delle 14 (ora dello Utah, una in più dell’Arizona). Ci dirigiamo al centro informazioni ed al bar dove davanti al maestoso spettacolo dei vari butte pranziamo. Il tè indiano costa caro (quasi 5 euro l’uno), ma noi consumiamo i nostri panini e ci godiamo uno spettacolo unico.

Dopo aver acquistato magliette ed altri oggetti ricordo partiamo con il nostro fuoristrada per esplorare le principali attrazioni, come l’elefante o le tre sorelle. Ci fermiamo in vari punti a far foto e chiediamo informazioni al maneggio Navajo. Verso le 16 ripartiamo per la Navajo Reservation in cui però dopo tre ore di cammino non riusciremo ad entrare. In compenso attraversiamo boschi e territori fantastici.

Infine, quando il nostro cellulare statunitense riprende a funzionare ci dirigiamo a Gallup. La nostra destinazione è un tipico motel americano sulla mitica Route 66. Arriviamo tardi e tutti i ristoranti alle 21 sono già chiusi. Mangeremo un boccone da McDonald’s dove Giorgio non era mai stato in precedenza.

Mercoledì 18 Settembre 2019: ritorno in California

Dopo una bella colazione in motel partiamo per la California. Sono le 8.30 ora del New Mexico e le 7,30 ora di Los Angeles. La prima parte del percorso la fa Giorgio che spinge il nostro Mitsubishi ai limiti di velocità. Una sola tappa per il carburante a Flagstaff e poi alle 12,20 ci fermiamo per il pranzo in un’area di sosta. Cambio autista ed io guiderò fino a Hacienda Heights, cittadina della contea di Los Angeles in cui trascorreremo gli ultimi due giorni negli States.

All’ingresso in California ai limiti del deserto del Mojave una sorta di controllo doganale da parte delle autorità agricole del Golden State. Una poliziotta mi chiede da dove veniamo e se ho della frutta. In questo caso le due banane che abbiamo per il pranzo non subiscono limitazioni.

A casa di Steve ci sistemiamo verso le 18 e restiamo lì fino all’ora di cena. Andiamo a mangiare una bistecca in un ristorante australiano distante 5 miglia. Le 650 miglia del trasferimento si fanno sentire tutte ed andiamo a letto presto in vista dell’ultimo giorno intero in America.

Giovedì 19 settembre 2019:

Venice Beach Los AngelesCi alziamo con calma e partiamo per Long Beach, il porto commerciale di Los Angeles. Telefonate in Italia e chiacchierata con uno spedizioniere di pesce Inuit di Juneau, la capitale dell’Alaska. Dopo sulla Free Pacific Highway 1 andiamo verso nord. Redondo Beach è la prima località balneare in cui ci fermiamo. Dopo aver dato un’occhiata alle imbarcazioni che portano i turisti a vedere le balene pranziamo in un locale tipico sul mare.

Vista stupenda, wi-fi potente, carica dei cellulari. Riesco finalmente dopo tre giorni a fare una diretta Facebook per gli amici in Italia. Un ragazzo americano mi sente e mi chiede se sono italiano. Dalla conversazione che segue mi dice che la sua famiglia è di origine marchigiana. Vi è subito una simpatia a pelle. Se ne va poco prima di noi. Quando vado a pagare il proprietario mi dice che il nostro conto era stato pagato proprio da Tommy, il giovane italoamericano.

Sono molto sorpreso e felice. Dopo andiamo a vedere il mercato del pesce e dei frutti di mare che trabocca di granchi vivi, pronti per essere cucinati al vapore. Prima di lasciare Redondo conosciamo una coppia italo-americana simpaticissima che ci dà altre informazioni. Puntiamo verso Hermosa Beach (leggi il nostro articolo sulle spiagge di Los Angeles). Sosta veloce e passeggiata sulla spiaggia. Riesco a mettere i piedi nell’acqua del Pacifico.

A Venice Beach non riusciamo a parcheggiare. Mentre cerco un posto mi si affianca una signora in divisa del traffic enforcement che mi dice che non si può sostare. Me ne vado subito, ma questa mi segue fino al semaforo per assicurarsi che me ne stia andando davvero.

Alle 17 arriviamo a Santa Monica. Ci fermiamo per un’ora e mezza e raggiungiamo a piedi la spiaggia con la vista dell’Oceano ampio ed infinito. La luce del sole è calda, molti fanno il bagno, altri corrono sulla spiaggia. La sensazione è forte. Ci facciamo le ultime foto e mi prende una certa commozione pensando che è l’ultimo pomeriggio in California. Alle 18,30 ci dirigiamo verso Hollywood.

Il traffico è intenso e per fare 13 miglia impieghiamo un’ora e venti. Poco prima delle 20 arriviamo nella famosa Hollywood Walk of Fame, dove ci sono le “mattonelle” con le stelle delle varie star del jet set e del mondo dello spettacolo. Dopo le foto di rito andiamo ad Eataly, vicino a Beverly Hills e ci concediamo una bella cena italiana con pasta, calzone e vino italiano.

Ci accoglie Damiano, un giovane calabrese che ha fatto carriera a Los Angeles. In tre anni è riuscito a diventare da lavapiatti ad assistente manager ed è entusiasta degli Stati Uniti, terra della libertà e delle opportunità. Il cibo è ottimo, ma il conto è salatissimo. Rientriamo per le 23 non senza essere stati a farci una foto a Beverly Hills.

Venerdì 20 Settembre 2019:

Appena alzato mi vado a fare un bagno nella bellissima piscina condominiale del nostro alloggio. Dopo aver fatto una bella doccia, prepariamo le valigie e le pesiamo per non avere problemi al check-in. Poco prima delle 11 lasciamo la nostra sistemazione ed in auto andiamo al Wal Mart di Pico Rivera, una cittadina di 64.000 abitanti sulla strada per l’aeroporto di Los Angeles. Non ero mai entrato nel famoso supermercato statunitense dove puoi trovare “more for less”, più per meno.

Verso le 12 ci dirigiamo all’aeroporto. Prima di riconsegnare l’auto a noleggio si va a fare il pieno. Poi verso le 14 la consegniamo. Il sistema è efficientissimo. Un addetto controlla e consegna la ricevuta con miglia e tutte le informazioni, oltre la restituzione della cauzione. Saliamo sullo shuttle per l’aeroporto. Pranzo in un’ottima pizzeria e poi operazioni di check-in e dogana. Stavolta a Giorgio aprono e danneggiano il trolley a mano perché c’è una bottiglia di lassativo.

Il farmaco è salvo, ma il trolley è irrimedialmente rovinato. Ci mettiamo all’area imbarchi di Air Italy in attesa dell’imbarco. Quando ci chiamano Giorgio dimentica il cellulare in carica e quando tornerà a cercarlo non ci sarà più. Un brutto finale di vacanza, soprattutto perché nel cellulare ci sono moltissime foto.

Dopo l’imbarco restiamo fermi per un’ora e quaranta in aereo per un problema tecnico. Ci vengono serviti bevande e snack. Decolliamo con quasi due ore di ritardo, ma ci viene garantito l’arrivo a Milano con meno di un’ora di ritardo. In aereo conosciamo una coppia di amici di Venezia e la traversata sarà piacevole. Ci vengono serviti cena, uno spuntino dopo il film ed un breakfast che è un pranzo. Io riesco a dormire, ascolto musica, scrivo e mi muovo. Le undici ore di volo non pesano granché.

Sabato 21 Settembre 2019:

Alle 16,30 (Ora italiana), le 7,30 del mattino in California atterriamo all’aeroporto della Malpensa. Prima di uscire dall’aerostazione controlli doganali anche per noi cittadini italiani (assoluta novità) con inserimento del passaporto in una macchinetta che lo scannerizza e foto facciale. Tutto appaltato ad una agenzia di sicurezza. Riusciamo poi a recuperare facilmente i nostri bagagli che dopo la traversata oceanica sono arrivati in Italia.

Ci rechiamo al banco della AirItaly a recuperare il nostro Chianti e poi dopo aver chiamato il bus del parcheggio recuperiamo la nostra auto ed alle 21,30 giungiamo finalmente alla Spezia, stanchi ma felici.

Diario di viaggio di Fabrizio Dellepiane


Un Consiglio Importante:
Ricordati l’assicurazione sanitaria, non farla potrebbe rovinarti la vacanza in USA! Se non sai come orientarti nella scelta puoi leggere la nostra guida: Assicurazione USA: come scegliere la polizza migliore?

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